Napoli

Quando trascorro una giornata a Napoli vado sempre alla scoperta di una leggenda. L’ultima volta che sono andata, di luoghi leggendari ne ho visitati più di uno.

Iniziamo con la presunta tomba del conte Dracula. Essa si trova nel chiostro del Complesso monumentale di Santa Maria la Nova (www.santamarialanova.info).
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Non sto qui a descrivervi la storia e la ricostruzione fatta dagli studiosi, anche perché credo non sia fondamentale sapere se si tratta effettivamente di Dracula o meno, ma degno di nota sicuramente è tutto il complesso che ospita anche una mostra d’arte religiosa contemporanea. Bella la chiesa e il Chiostro, anche se a Napoli ce ne sono di più belli.

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Tolta la curiosità della presunta tomba del conte morto a Napoli, si prosegue per un’altra leggenda con una piccola deviazione nella Chiesa di San Domenico Maggiore e a Port’Alba per l’acquisto di qualche libro a buon prezzo.

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Lungo il cammino l’attenzione è catturata da alcune cose che di Napoli mi piacciono tanto. Parlo della pizza a portafoglio, di un negozio di antiquariato che espone sempre delle cose estremamente interessanti, ma che le mie esigue finanze non permettono di portare a casa, e della musica che – mentre ti rechi a Port’Alba – senti provenire dal vicino Conservatorio di San Pietro a Majella.

Dopo la pausa pranzo, l’obiettivo successivo è la Chiesa di Sant’Eligio, un antico ospedale, a cui è legata una leggenda di decapitazioni narrata anche da Benedetto Croce.

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Esternamente, guardando l’orologio, è possibile notare delle teste scolpite che la leggenda vuole rappresentino i malcapitati protagonisti di una storia di amore e vendette varie.

Esse raffigurerebbero Irene Malarbi e il duca Antonello Caracciolo. Benedetto Croce narra che il duca Caracciolo, uomo senza scrupoli, si innamorò della giovane Irene, senza ottenerne alcuna corrispondenza. Lui allora fece condannare, senza colpa, il padre di lei chiedendo, in cambio della liberazione, la resa della fanciulla. Il padre della sventurata fu effettivamente liberato, ma la famiglia di lei chiese giustizia a Isabella di Trastamara, figlia di Ferdinando II d’Aragona, ottenendo come condanna lo sposalizio forzato della giovane da parte del Caracciolo, ma anche la sua successiva morte per decapitazione.

A due passi da questa chiesa c’è la piazza del Mercato, la attraverso per andare in una di quelle che reputo tra le più belle chiese di Napoli: la Chiesa del Carmine.

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In questa chiesa vi è ricordato un evento che è considerato miracoloso e legato al Crocifisso custodito sulla tribuna.

Nell’anno 1439, mentre che Alfonso Rè d’Aragona teneva il campo nelle palude di Napoli assediando la medesima città, dispose per battere la Città le sue bombarde, tra le quali ve n’era una grossissima chiamata la Messinese (…); avvenne, che un Giovedì alli 17, d’Ottobre del medesimo anno ad ora di Terza non altrimente, che far soleva comandò il fratello del medesimo Rè, chiamato l’Infante,  che quella bombarda Messinese drizzata fusse al dritto contro la Tribuna di detta Chiesa, tal che la medesima bombarda tormentò le mura della Città e della predetta Tribuna, e le ruinò; facendo cascar per terra la corona di spine della sacra Imagine del detto Crocifisso, e molti de’suoi capelli.

All’hora l’istessa devotissima Imagine, acciocchè non permettesse l’Onnipotente Iddio, che offesa rimanesse, miracolosamente chinò il capo, e la rotonda pietra della bombarda, sì come chiaramente si vede, rimase finendo il suo impetuoso corso sopra la porta della Chiesa, rompendo il muro, e fermandosi sopra un certo tavolato. (P. Filocalo Caputo, Il Monte Carmelo)

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Termina la giornata napoletana con una passeggiata verso il treno che mi riporta a casa. Se vi trovate a Napoli, non vi fermate al solito clichè fatto di pizza, mandolino, scugnizzi, ecc… Napoli è ben altro. Bisogna conoscerla per poterne dare un giudizio.

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