L’infinito

Nel cuore della città vecchia vi è una palazzina la cui facciata è abbastanza fatiscente, non curata, vecchia e trasandata, ma quando la guarda, si sente protetta perché quella è la sua casa.

Sale al secondo piano, entra nell’appartamento: c’è silenzio. Gli unici rumori sono le voci che provengono dalla strada, i vetri che vibrano al passaggio di una macchina, il frigorifero che sembra dire “ah, visto che sei tornata fammi lavorare e tenere al fresco le poche cose che mi hai affidato”.

La giornata è stata difficile, ora c’è quiete.

Butta le chiavi da una parte, la borsa da un’altra, il giubbino ancora da un’altra, come se non ci fosse già abbastanza confusione. “Devo assolutamente mettere ordine,  altrimenti finirò sommersa dalle cose” pensa, ma c’è tempo per questo.

Si sposta in cucina, accende l’interruttore della luce e vede sul tavolo libri, appunti, lavori da svolgere.

Devo assolutamente iniziare a portare a termine qualcosa, a rendere concreto tutto quello che so fare. – continua a dire a se stessa – Ma cosa so fare?” Non potrà mai saperlo se non prova. Allora inizia a buttare lo sguardo sulla ricerca da completare.

No, non ne ho voglia – pensa ad alta voce -, ci vuole calma per fare questo e oggi, dopo una discussione abbastanza accesa la calma si è andata a farsi fottere”.

Procede oltre con lo sguardo e c’è uno scritto da correggere, non ha voglia di fare nemmeno questo… Mancanza di volontà? No, c’è qualcosa a cui sente di dover dare la precedenza.

È ora di cena, bisogna cucinare qualcosa… Non ha fame, un tè andrà bene.

Si sposta nello studio polveroso. “Bisogna che inizi anche a fare un po’ di pulizie”, pensa.

Accende il suo vecchio pc, la finestra è chiusa, la stanza è buia. Si dirige verso la finestra con l’intento di aprirla, ma poi desiste come a proteggere quel momento, quello che sta per vivere, dalla mediocrità dell’esterno.

Si siede dietro la scrivania sommersa dai libri, che aspettano di essere letti, e la sola luce dello schermo basta ad illuminare la tastiera. Cerca la canzone, quella canzone, ed inizia ad ascoltarla.

Si alza di scatto, si risiede, la riascolta…

Non riesce a crederci, non riesce a capire il limite oltre il quale la canzone parla di lei, di lui, di loro… non è possibile… o forse è semplicemente straordinario.

Esce di casa, va da lui per chiedere spiegazioni e lui ne chiederà a lei…ma non saprà dargliene perché l’infinito non è cosa dell’uomo.

bacio

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