Il segreto della libreria sempre aperta (ed. TEA) è un romanzo di Robin Sloan, definito un vero caso editoriale internazionale. Effettivamente il titolo è molto accattivante per gli amanti della lettura, delle librerie e dei misteri. Le prime pagine fanno aumentare la curiosità, ti fanno entrare subito nel mistero, generando un certo entusiasmo, che però diminuisce man mano che si avanza nella lettura.
Clay Jannon trova lavoro, nel turno notturno, in una libreria di San Francisco. La libreria è aperta 24 ore su 24 e nasconde un mistero che balza subito agli occhi del giovane commesso. Essa custodisce un gran numero di antichi volumi in codice non in vendita, ma che vanno in prestito a persone alquanto bizzarre, delle quali Clay è costretto ad annotare ogni particolare su appositi registri. Ben presto il protagonista scopre la verità sul suo datore di lavoro e sul mistero che c’è dietro quei volumi. Una sorta di setta segreta conserva un misterioso volume redatto dal tipografo Aldo Manuzio, che – una volta decifrato – garantirebbe l’immortalità. Coinvolgendo i suoi amici, Clay riuscirà a decifrare il volume e svelare il mistero che per secoli la strana setta cerca di scoprire. Per far questo il protagonista ricorre anche ai potenti mezzi del colosso Google in un mix tra antico e moderno, che tanto è piaciuto ai lettori, ma che non risulta pienamente azzeccato. Nonostante la tecnologia, che miseramente fallisce, solo l’intuito di Clay garantirà la risoluzione finale.

Anche se la trama può apparire intrigante, il romanzo si è rivelato un tantino deludente. Il finale è banale, nonostante si arrivi ad esso con una lettura veloce. A metà romanzo la trama inizia a diventare inconsistenze, l’intreccio banale e il ricorso a mezzi tecnologici, come unica possibilità per scoprire la verità, farebbe storcere il naso al prof. Langdon di Dan Brown. I personaggi non posseggono caratteristiche tali che ci facciano affezionare a loro, anzi rimangono fedeli a stereotipi ben definiti. Qualcuno ha parlato di questo romanzo come di un libro per ragazzi; potrebbe esserlo, ma vederlo accanto a I ragazzi della via Pál o al più recente Harry Potter mi sembra un tantino eccessivo. Non mi sento di bocciarlo completamente perché la sua leggibilità rappresenta comunque uno strumento di avvicinamento alla lettura per chi non cerca un testo impegnato, ama i misteri o semplicemente cerca la compagnia di un libro non impegnativo.