Dal profondo del cuore | Il racconto amaro di Ciro Campanella, il cardiochirurgo allievo di Barnard

Dal profondo del cuore (Di Renzo Editore) è la narrazione, in forma quasi diaristica, del percorso professionale di Ciro Campanella.

L’autore è un cardiochirurgo di fama internazionale. È stato allievo del celebre Christiaan Barnard, ha diretto per quasi trent’anni l’unità cardiochirurgica della Royal Infirmary di Edimburgo, ha operato in tutto il mondo, ha formato generazioni di chirurghi e a lui si devono importanti progressi nell’ambito della cardiochirurgia.

La crescita professionale di quest’uomo è raccontata come se fosse un diario, però non un diario intimo come potremmo immaginare, ma un racconto sistematico che ad un certo punto trasuda amarezza. Infatti, Campanella decide di tornare in Italia, colto da una sorta di richiamo malinconico e nostalgico delle sue radici, ma il rientro in patria sarà più traumatico del previsto.

Senza mezzi termini, l’autore denuncia un comportamento e una gestione della sanità italiana fallente sotto tutti i punti di vista. Personaggi che antepongono interessi personali e privilegi al bene del paziente, strutture carenti, personale poco professionale e una Politica che a tutto pensa tranne che al progresso sociale e civile.

In Italia, ho visto pazienti trattati senza rispetto e decoro: costretti a dividere, ad esempio, due bagni in dodici. Ho visto pazienti che non vengono visitati per intere giornate dai medici responsabili; reparti in cui il monitor viene spento di proposito per favorire il sonno di chi invece dovrebbe vegliare sullo stato di salute dei degenti.

Ciro Campanella si guarda bene dal generalizzare e parla in base alla sua esperienza personale, ma evidente, anche in relazione a quanto si sente in televisione ogni giorno, che qualcosa non va in Italia. Evidente nel suo racconto anche la differenza tra il nostro paese e il resto del mondo.

Ho scoperto tornando in Italia, che non si riesce a cambiare un sistema, e tanto meno un atteggiamento mentale, fatto di individui ai quali nessuno ha insegnato una buona prassi e che, alla meglio, possono dirsi autodidatti. Parlo di individui che hanno perduto le loro vite professionali senza mai scoprire dove sarebbero potuti arrivare, se solo avessero avuto il coraggio di provarci.

Ciro Campanella

Quanta amarezza nelle parole di Ciro Campanella! Se avrete modo e voglia di leggere il suo racconto umano e professionale saranno tanti i motivi per provare rabbia verso chi ha scelto una professione destinata ad aiutare, ma che poi ha trasformato in qualcosa di diverso.

Per fortuna l’Italia non è tutta così.  Oggi abbiamo ottimi ospedali ed eccellenze mediche, ma che purtroppo non fanno notizia e vengono offuscate da pratiche viziate o fuori dalla regola. In questo marasma di colpi bassi e mancini, Ciro Campanella ha, per fortuna, incontrato anche persone professionali e dedite al prossimo, ma soprattutto il suo ultimo pensiero, in chiusura di libro, è per i suoi pazienti “che dai loro letti vedevano e osservavano, coglievano le differenze ed erano testimoni di quanto difficile fosse la mia impresa”.

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