RECENSIONE | L’odore del ghiaccio che brucia di Francesca Montali

L’odore del ghiaccio che brucia è il romanzo di Francesca Montali, edito Bookabook. In esso si narra la storia di Ynja, che vive in Islanda, l’affascinante isola del Mare del Nord.

Ynja lavora nel negozio di Frida, in cui si comprano e si vendono oggetti usati. Ynja lo descrive così:

Il negozio FRIDA FRAENK è come una nave capace di trasportarmi negli oceani del tempo e dello spazio e catapultarmi nelle abitudini delle persone, nei loro affetti più preziosi e nei loro segreti più antichi e inviolati. Il lavoro di Frida è aiutare la gente a sgomberare le soffitte, le case e i negozi chiusi per ridare fulgore a oggetti dimenticati, messi da parte o, più semplicemente, rimasti senza padrone.

La vita di Ynja sembra procedere abbastanza monotona e tranquilla, ma il suo animo è irrequieto. Qualcosa inizia a cambiare quando nella sua vita irrompe un ragazzo italiano, Giulio, che capita nel negozio per caso. Giulio si accavallerà ad altri ragazzi, creando confusione nell’animo della giovane protagonista, che sembra rovinare tutto quello che tocca. Fin qui la storia sembra essere una storia come tante, ma già dalle prime pagine, sia la vicenda che lo stile di Francesca Montali cattura l’attenzione del lettore.  Sembra di trovarsi nel negozio insieme ad Ynja e Frida; di vedere con i protagonisti lo spettacolo della natura islandese; di sentire il caldo delle acque termali circondate dal ghiaccio e, insieme a questo, vi sembrerà di assaporare i piatti tipici islandesi e di vivere le tradizioni del luogo, abitate da folletti buoni e dispettosi.

Se proprio devo dirla tutta più della metà di noi islandesi non si sogna neanche di mettere in discussione l’esistenza del popolo nascosto e sono in molti a sostenere di avere incontrato  qualche creatura almeno una volta.

Fjadrargljufur, Islanda del Sud

Ynja nasconde un segreto, un passato dal quale vuole fuggire, un passato di menzogne e di azioni di cui si vergogna, ma con il quale prima o poi dovrà fare i conti. Grazie alla vicinanza di Frida, una donna forte e comprensiva, Ynja riuscirà ad affrontare quelle che sono le sue paure più profonde e a fare pace con se stessa e con il mondo.

Comunque credo che la donna che più somiglia a una mamma per me sia Frida (…). Perché è autentica, non dice le cose per come vorrebbe che fossero, ma per come sono. È sincera e corretta. Non si vergogna di essere quella che è e non si aspetta niente in cambio di quello che dà. È generosa. Sì, credo che una mamma debba essere generosa così. Di attenzioni, di pensieri, di parole, di gesti, di piccole cose. E che debba donarsi completamente, anche con i propri limiti, senza imporre la propria verità, con umiltà.

Il lettore è totalmente rapito dalla narrazione, difficilmente riuscirà a staccarsi dalla storia a cui, inevitabilmente, ritorna anche quando non sta leggendo. Molto bella la metafora con le balene, “il mammifero più antico, più dolce e più misterioso del pianeta”. Le balene anche a distanza comunicano la loro presenta, così come avviene tra Ynja, Giulio e le persone che fanno parte nel bene e nel male della sua vita.

Per le balene è vitale tenersi in contatto costante, sincronizzando le emersioni e le immersioni, grazie all’udito. Alcune sono in grado di comunicare attraverso enormi estensioni oceaniche, riuscendo persino ad agire da fari per la navigazione dei compagni in difficoltà e così a far trovare la rotta attraverso mari coperti dai ghiacci. Utilizzando i canyon degli abissi come enormi casse di risonanza, alcune balene riescono a chiamarsi per tutto un oceano. Ma non appena una balena smette di comunicare la sua presenza, per un’altra balena è come se svanisse. Le balene formano un branco solo quando, per la maggior parte del tempo, possono udirsi a vicenda.

Grazie ad una sincronia simile a quella delle balene, Ynja arriva al negozio di Frida a Reykjavìk, e quel lavoro diventa per lei motivo di riscoperta di sé, anche attraverso le cose “già appartenute”, perché il passato se visto con gli occhi giusti potrebbe assumere un aspetto nuovo o non ancora indagato.

Vi consiglio vivamente questo romanzo, vi piacerà, vi emozionerà, vi coinvolgerà, suscitando in voi il desiderio di visitare il negozio di Frida, di conoscere una donna come lei e di abitare l’Islanda con i suoi geyser e la sua spiaggia di sabbia nera.

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