RECENSIONE | Milioni di stelle, il romanzo d’esordio di Barbara Valenti

Milioni di stelle è il romanzo d’esordio di Barbara Valenti, edito da BookaBook. Questo libro è un vero e proprio romanzo nel romanzo e ora vi spiego perché.

La protagonista di questa storia è Astrid, una giovane donna che, grazie all’iniziativa della sua amica Ofelia, riesce a pubblicare il libro che ha scritto. Si tratta, in qualche modo, di un romanzo autobiografico, in cui Astrid racconta la storia di Gemma, ovvero il suo alter ego.

Il romanzo di Barbara Valenti procede, così, su due binari paralleli. Da una parte c’è la storia di Astrid e dall’altra quella di Gemma, due vicende con tanti punti in comune e che servono al lettore per entrare bene nella psicologia e nella vita della protagonista.

Astrid lavora come segretaria d’azienda. Spera che quel lavoro possa in qualche modo darle un sollievo da un peso che si trascina da anni, causato da una disastrosa situazione familiare. Suo padre ha abbandonato lei e sua madre, facendo perdere le sue tracce e lasciandole in una situazione economica difficile. Sono così costrette a trasferirsi a casa dei nonni materni, ma questa convivenza sarà il peggiore degli incubi, perché oltre a dover accudire la nonna allettata, sua madre e Astrid subiranno le continue vessazioni del nonno, che non perde occasione per disprezzarle e mortificarle. Astrid crescerà in questo clima teso, piena di insicurezze e di timori, sfiduciata e ostile all’altro sesso. Crede però fermamente nelle stelle e nelle promesse affidate proprio alle stelle da bambina, quando desiderava la felicità per sé e per sua madre.

La vita però non sempre prende la piega che ci aspettiamo, anzi quasi mai e così Astrid si ritrova prigioniera di una esistenza che non le piace, ma che allo stesso tempo non vuole fuggire. L’ignoto fa sempre più paura di ciò che conosciamo. Nella sua vita, oltre ad una madre a cui vuole molto bene, anche se non ne condivide le scelte, ci sono le sue uniche amiche e coinquiline, Ofelia e Chiara. Le tre ragazze sono molto diverse tra loro, ma sono molto legate. Chiara e Ofelia saranno decisive per spronare Astrid ad uscire dal guscio e affrontare finalmente la vita a viso aperto. Ma tra tutte la persona più importante è sicuramente Huber, un uomo più grande di lei, che le farà ritrovare la speranza e le darà la giusta forza per esaudire quei desideri.

L’esordio letterario di Barbara Valenti è molto positivo; il suo romanzo mi è piaciuto molto sia nell’intreccio che nella capacità di coinvolgimento del lettore. Il libro, infatti, si legge in brevissimo tempo nonostante le 420 pagine. Lo stile è pulito, privo di fronzoli, ma sa penetrare bene nei sentimenti dei protagonisti, travolge il lettore che sorride e si commuove. Senza retorica o frasi ad effetto, Barbara Valenti ci parla di dolore, di assenze, di sconfitte, ma anche di riscatto e di rinascita. Non manca in questa storia, e la scrittura dell’autrice ne è veicolo fondamentale, l’ironia. Cosa sarebbe la vita se non ci fosse l’ironia?

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