Andrea Villa, autore di “I racconti di Enthalassia. La grande migrazione” edito da Maratta Edizioni, ci racconta il suo libro e la sua passione per la scrittura. Il romanzo è un fantasy appartenente al genere dell’ucronia e narra la storia di un orco, di una guerra, di guerrieri e principesse. Fin qui sembra tutto normale, ma se lo leggiamo con attenzione ci rendiamo conto che è tutto rovesciato. I cliché del fantasy sono capovolti e l’orco non è un mostro cattivo, la principessa è una guerriera e il cavaliere un vigliacco. Ma è l’autore stesso a raccontarci qualcosa in più del suo libro e della sua scrittura. Per saperne di più sulla trama del romanzo potete recuperare la recensione cliccando qui, che ho scritto qualche tempo fa.
Innanzitutto, quando Andrea Villa inizia a scrivere.
La mia avventura con il mondo della scrittura inizia da bambino: i miei genitori mi hanno trasmesso il loro amore per la letteratura e per le storie ben fatte, che leggevo avidamente in ogni momento. Ma rapidamente, il numero di storie che mi piacevano e che non avevo ancora letto si ridusse, così iniziai a scriverle. All’inizio scrivevo brevi pezzi di fanfiction, ossia di storie non originali basate su altri lavori originali; poi iniziai a scrivere fanfiction più lunghe. Successivamente c’è stato il passaggio alle ucronie, storie sulla Storia che non è mai stata, e che ancora adesso hanno un particolare significato per me. Giunsi quindi alle storie originali brevi, ed infine, ai dattiloscritti veri e propri.
Quando è nata la storia che narri nel tuo libro?
La storia del mio libro, in particolare, è nata in una calda estate di alcuni anni fa, allorché per puro sfizio immaginai un orco che faceva la guardia a un tesoro, e che era così stanco e stufo di fare tale lavoro che ormai non prendeva più sul serio nessun paladino. L’idea mi piacque e inizia ad espanderla con nuove idee che mi giungevano mano a mano leggendo e studiando o anche per caso. In breve ebbi assieme un grande numero di idee e con esse iniziai a scrivere il libro…
Quanto di te c’è nella storia che racconti?
C’è molto di me: ogni personaggio, a modo suo, rappresenta un tratto della mia personalità, staccato dagli altri e manipolato al punto da apparire irriconoscibile; la trama è sviluppata secondo un andamento e una logica che ho ritenuto opportuni, realistici e adatta; anche i luoghi derivano da ambientazioni che ho personalmente visto e descritto, oppure da immagini che ho cercato accuratamente. In un certo senso, questo mio libro è come se fosse un figlio: ha molto di me, ma ha anche molto potenziale e ogni cosa necessaria per poter, un giorno, proseguire il suo cammino.
Chi è Tharax, il protagonista?
Tharax è un orco a cui non piace il massacro e il combattimento, ma che al contrario adora leggere e scoprire cose nuove. In un certo senso, è molto simile a certe figure storiche realmente esistite che, sebbene avessero ricevuto un’educazione militare molto rigida, non nascondevano una forte passione per la cultura, la letteratura e la conoscenza. Un altro punto da considerare è che Tharax è “esaurito” dalla vita che pratica, cosa che lo accomuna molto a numerose persone del nostro mondo, che dopo una vita piena di lavoro e di stress, non sono più felici o non trovano soddisfazione nel mestiere che fanno.
Come mai hai scelto l’ucronia?
Ho scelto tale genere perché, attraverso di esso, posso intraprendere strade nella storia che altrimenti non sarebbe possibile percorrere e dare un punto di vista totalmente inedito su un paesaggio classico. Voglio dire, quante storie mostrano che anche i cattivi hanno un cuore e dei sentimenti?
Qual è stata, se c’è stata, la maggior difficoltà nel raccontare questa storia?
La mia maggiore difficoltà nel raccontare questa storia è stata, senza alcun dubbio, riuscire a decidere quali idee potevano essere utilizzate e quali no, dopo aver deciso che non potevo usarle tutte. È stata una scelta molto difficile, e che ancora adesso mi causa dei ripensamenti, ma che da ogni punto di vista è stata necessaria.
Qual è il tuo personaggio preferito?
Tharax, ovviamente! Può non sembrare, ma anche un orco può essere intelligente, tanto da rendersi conto che una vita basata sul preconcetto non necessariamente porta alla felicità.
Qual è il messaggio che vuoi trasmettere al lettore con il tuo romanzo?
Quello di non lasciarsi ingannare dagli stereotipi e da quello che gli altri pensano, giacché solo noi decidiamo cosa fare nella nostra vita e nessuno può dire di conoscerci con un’occhiata.
Quali sono i tuoi progetti di scrittura futuri?
Ho diversi libri in corso. Tra di essi, posso annoverare il seguito di Tharax, nel quale vedremo gli orchi affrontare nuove peripezie e sfide; un romanzo storico ambientato durante la guerra civile americana; un libro ucronico sulla corsa allo spazio; una fanfiction che sto già scrivendo (e che pubblico ogni settimana) e numerosi altri lavori. La mia speranza è di poterli completare tutti.