“La vergogna”, la mia prima lettura di Annie Ernaux, in cui il Premio Nobel della lettura racconta la sua infanzia e la perdita delle illusioni
“La vergogna” di Annie Ernaux è stata la mia lettura di gennaio per #unannotralepagine, la #challenge ideata con Madame Rose e giunta alla seconda edizione. Si tratta della mia prima lettura della Ernaux e non sono rimasta affatto delusa.

Non è facile scrivere e parlare di un Premio Nobel e questo libro ha tantissimi punti su cui riflettere e da analizzare, ma uno su tutti mi ha colpita, ovvero la narrazione della distruzione delle “illusioni” infantili. Quando si è piccoli o molto giovani non si è in grado di leggere il mondo che ci circonda – a volte non ci si riesce nemmeno da adulti -, la mente crea un’idea, un’immagine che è condizionata da fattori esterni: scuola, educazione familiare e religiosa.
“Essere come tutti era l’obiettivo generale, l’ideale da raggiungere. L’originalità veniva presa per eccentricità, se non come sintomo di qualche rotella fuori posto”.
Quando, poi, accade qualcosa e tutte le certezze e convinzioni che avevamo vengono meno e si sgretolano come un castello di sabbia, tutta la triste e – a volte – squallida verità viene drammaticamente alla luce.
“Ormai non somigliavo più alle altre ragazzine della classe. Avevo visto ciò che non andava visto. Sapevo quello che, nell’innocenza sociale della scuola privata, non avrei dovuto sapere e che mi situava in maniera indefinibile assieme a quanti, per la loro violenza, il loro alcolismo, la loro follia, alimentavano racconti che si concludevano sempre con ‘mette sempre tristezza vedere queste cose”.
Annie Ernaux ci mostra con grande lucidità quel momento, proprio quando il velo dell’illusione cade e il mondo ci viene mostrato nel suo cinico aspetto. “La vergogna” è il racconto di una esperienza personale, nella quale un lettore attento, non frettoloso, ma che ama lasciar decantare le percezioni e le sensazioni fino a quando queste non diventano palesi verità, può ritrovarsi. Perché leggere questo libro? Ce lo spiega bene la stessa autrice in un passaggio dell’opera:
“Ho sempre avuto voglia di scrivere libri di cui poi mi fosse impossibile parlare, libri che rendessero insostenibile lo sguardo degli altri”.
L’autrice
Annie Ernaux è nata a Lillebonne nel 1940 ed è una delle voci più autorevoli del panorama culturale francese. Studiata e pubblicata in tutto il mondo, nei suoi libri ha reinventato i modi e le possibilità dell’autobiografia, trasformando il racconto della propria vita in acuminato strumento di indagine sociale, politica ed esistenziale. Considerata un classico contemporaneo, è amata da generazioni di lettrici e lettori. Nel 2022 è stata insignita del Premio Nobel per la letteratura.