Ho provato la Chat di intelligenza artificiale su un testo di Giacomo Leopardi e il risultato è sconvolgente, ma in negativo
Non si fa altro che parlare di intelligenza artificiale e di come questa stia per sostituire l’uomo in alcune attività culturali. In un articolo ho addirittura letto di come specifiche applicazioni costringeranno alcune categorie, come quella del ghostwriter, del copywriter o del giornalista, a cambiare mestiere.
Inoltre, c’è un dibattito aperto sul loro uso da parte di studenti e insegnanti. Premesso che lo studio personale, il pensiero critico, la sfera emozionale e lo stile restano unici e inimitabili, applicazioni come Chat GPT promettono di essere uno strumento quasi indispensabile.
Incuriosita da tanto parlare, ho fatto una serie di prove ed è emerso che Chat GPT da un lato compie un’operazione semplice – e semplicistica – dall’altro apre lo scenario ad una serie di problematiche non di poco conto. La mia prova si è basata ponendo due quesiti differenti. Per prima cosa ho chiesto di scrivere un racconto con protagonisti una penna e una matita. La risposta (immediata) è la seguente:
C’era una volta una penna e una matita che vivevano insieme in una scatola in una scuola. La penna era molto orgogliosa del suo inchiostro nero lucente, che le permetteva di scrivere con eleganza e precisione. La matita, d’altra parte, era molto fiera del suo grafite grigio chiaro, che le permetteva di disegnare con fluidità e creatività. Un giorno, la maestra decise di assegnare un compito ai suoi studenti, che consisteva nel scrivere un racconto e disegnare un’illustrazione per accompagnarlo. La penna e la matita erano entusiaste all’idea di essere utilizzate per questo compito importante. La penna iniziò a scrivere il racconto con la sua solita eleganza, descrivendo un mondo fantastico popolato da creature magiche e avventure emozionanti. La matita, d’altra parte, disegnò con la sua solita creatività, creando figure colorate e sorprendenti che accompagnavano la storia. Ma mentre lavoravano insieme, la penna e la matita si accorsero che ognuno aveva le sue limitazioni. La penna non poteva disegnare, e la matita non poteva scrivere. Si resero conto che, insieme, potevano creare qualcosa di veramente speciale. La penna e la matita collaborarono strettamente per completare il compito, e alla fine crearono una storia meravigliosa, accompagnata da un’illustrazione straordinaria. La maestra fu molto colpita dal loro lavoro e, quando lo mostrò agli studenti, tutti rimasero a bocca aperta. Da quel giorno in poi, la penna e la matita erano molto più vicine, e si rese conto che la loro diversità era la loro forza. Impararono a lavorare insieme, creando molte altre storie e illustrazioni meravigliose, e divennero le migliori amiche per sempre.
Direi che il testo è dignitoso, con qualche “imperfezione” poiché “grafite” nella lingua italiana è femminile e a dirlo è Treccani non io, ma potrebbe essere un errore di traduzione. Per il resto – anche se il precedente non è per niente esaltante – il risultato direi che è deludente. Manca, secondo me, di personalità, di sentimento… insomma di tutto ciò che l’uomo può aggiungere ad un testo scritto.
Con la seconda domanda sono andata su un tema più complesso e l’ho posta sul testo “L’Infinito” di Leopardi. La domanda è stata: “Descrivi la poesia L’Infinito di Leopardi”
Questa la risposta:
“L’Infinito” è una delle poesie più famose del poeta italiano Giacomo Leopardi, scritta nel 1819. La poesia è divisa in due strofe e descrive il sentimento di profonda angoscia e desiderio di infinito che il poeta prova di fronte alla grandezza della natura.
Nella prima strofa, Leopardi descrive la sua posizione in cima a una collina, circondato dalla natura e dallo spazio infinito del cielo. Il poeta osserva la vastità dell’orizzonte e il contrasto tra la sua piccolezza e l’immensità dell’universo, esprimendo un senso di vertigine e smarrimento. In questa situazione, il poeta cerca di comprendere l’infinito e la sua relazione con il suo io interiore.
Nella seconda strofa, Leopardi descrive il suo tentativo di trovare una soluzione a questa angoscia, cercando di raggiungere l’infinito attraverso la sua immaginazione. Tuttavia, questo tentativo si rivela infruttuoso e il poeta si rende conto che l’infinito è oltre la sua comprensione e la sua immaginazione. Nonostante ciò, il desiderio di raggiungere l’infinito continua a bruciare nel suo cuore.
La poesia è caratterizzata da un linguaggio semplice e diretto, ma al tempo stesso intenso ed evocativo. Leopardi utilizza immagini e metafore per descrivere la grandezza dell’universo e il contrasto tra la sua piccolezza e l’immensità dell’infinito. L’uso del presente storico nella prima strofa crea un senso di attualità e vicinanza tra il poeta e il lettore, mentre il tono malinconico e struggente della poesia esprime il senso di impotenza e smarrimento dell’essere umano di fronte alla grandezza dell’universo.
Vediamo subito e benissimo che Chat GPT inizia a inciampare e forse anche a ruzzolare. Ad esempio, non si dice che L’Infinito è un idillio (lo dice lo stesso Leopardi), quindi un componimento poetico specifico, e addirittura dice che è diviso in strofe… Sorvolo sul resto, perché non contenta riformulo subito la domanda in una nuova chat e questa volta l’applicazione mi dice:
“L’Infinito” di Giacomo Leopardi è una poesia che si compone di una sola strofa di 14 versi endecasillabi, con rima alternata ABABABCCDEDECC. La poesia si apre con una descrizione della bellezza del cielo notturno e delle stelle, e prosegue con una riflessione sull’infinito e sulla sua relazione con la condizione umana…

Vi risparmio il resto, perché già questo può bastare per capire quali siano le criticità di questa applicazione. Un testo completamente sballato e fuori da ogni interpretazione possibile. Che abbia “capito” un argomento per un altro? Ma di Infinito e Leopardi quanti ce ne sono? Provate voi e fatemi sapere, forse ho sbagliato io qualcosa.
Intanto, scusaci Giacomo, siamo umani noi o forse non più!
In conclusione, posso dire che Chat GPT è impressionante per la velocità e per il potenziale, ma nei contenuti è riduttiva, scarna e fuorviante. Se si hanno nozioni di base su quello che si chiede è possibile evitare gli errori, altrimenti si rischia di fare una gran brutta figura.