Si dice che è più importante il viaggio della meta e forse è quello che ci viene detto nel romanzo di Homer Hickam, In viaggio con Albert, pubblicato in Italia da Harper Collins nel 2016. Il romanzo è una storia semiseria che ha come protagonisti un uomo, una donna, il loro alligatore e il viaggio che i tre compiono.
Siamo nel West Virginia durante la Grande Depressione, nello sfondo una anonima cittadina mineraria dove le giornate trascorrono monotone e senza particolari slanci. Homer ed Elsie sono sposati da un po’, ma prima di sposare Homer, Elsie – subito dopo aver ricevuto la richiesta di matrimonio – scappa ad Orlando per “fare scintille” con l’attore e ballerino Buddy Ebsen. Quando quest’ultimo decide di andare a New York, Elsie non ha scelta, ritorna nelle sua città e sposa Homer. La loro vita matrimoniale però non piace ad Elsie, che desiderava probabilmente qualcosa di più entusiasmante. A peggiorare le cose c’è uno strano regalo di nozze che Elsie ha ricevuto proprio da Buddy: un alligatore che vive nella vasca dell’unico bagno di casa. Quando Albert, questo il nome dell’alligatore, tenta di azzannare una gamba di Homer, l’uomo stanco della situazione pone un ultimatum alla moglie: scegliere tra lui e l’alligatore. Così Elsie prende la difficile decisione di liberarsi dell’animale, riportandolo a Orlando. Inizia, quindi, un viaggio surreale attraverso gli stati dell’America tra avventure esilaranti ed inverosimili, che mettono i protagonisti più volte in pericolo. Nel corso del viaggio la coppia riscopre l’unione in situazioni inusuali come incontri inaspettati, rapine, scioperi, rapimenti… e tutto ciò che di bizzarro possa accadere a loro accade.

A raccontarci la storia è il figlio della coppia, che man mano svela la vicenda attraverso il racconto della madre, e il lettore la apprende grazie ad una prosa ironica perfettamente calzante con la vicenda. Come va a finire la storia non ve lo svelo per non rovinarvi la lettura che, tuttavia, ho impiegato molto tempo per portare a termine. Per un periodo ho anche abbandonato il libro per poi riprenderlo successivamente. Ora ve ne parlo, ma senza grande slancio anche se il racconto mi ha creato dei sentimenti di vicinanza verso la condizione sottomessa di Homer e antipatia per Elsie e credo che ciò significhi che i personaggi sono ben costruiti e delineati, tanto da poterseli immaginare in carne e ossa. Altra cosa che mi ha colpito è la presenza di due guest star all’interno del romanzo, oltre a Buddy Ebsen noto attore e ballerino statunitense. I nostri personaggi, nel corso del loro viaggio, incontrano degli scrittori John Steinbek ed Ernest Hemingway. La loro presenza non è casuale, come non lo è quella di Albert. L’autore ha infatti scritto una sorta di storia familiare, unendo fantasia a realtà e da ciò ne esce un racconto in cui ricordi, storia, leggenda, personaggi veri ed inventati servono a raccontare l’unione di un uomo e una donna che nonostante le difficoltà sono rimasti insieme per circa sessant’anni.
