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SEGNALAZIONE | Custos verbi di Niccolò Toderi

È uscito da pochissimo il romanzo di Niccolò Toderi, Custos verbi, edito Bookabook. Curiosi? Io molto e non vedo l’ora che mi arrivi!

Sinossi:

In un futuro lontano, la metropoli di Neo Babylon è l’ultimo baluardo dell’esistenza umana alla fine di un’era di guerre e sconvolgimenti. I migliori tra gli uomini hanno lasciato il pianeta in cerca di una nuova speranza, ma dopo mille anni non hanno ancora fatto ritorno.
Chi è rimasto ha ereditato un mondo in declino, progredito nella tecnologia ma irrigidito dalle ferree leggi che lo governano.
Fra le vie della città, degli individui capaci di scorgere il futuro attraverso le pieghe del tempo e dello spazio – i Custos – agiscono al servizio di un bene superiore ma incomprensibile per chi diffida del loro potere. Quando la città inizierà a tremare a causa di una serie di misteriosi attacchi terroristici, i Custos saranno l’unica possibilità per evitare l’estinzione del genere umano.

L’Autore:

Niccolò Raul Vinicio Toderi nato nel 1985, dopo la maturità classica si laurea in Filosofia estetica a Trento nel 2011. Custos Verbi è il primo libro della sua saga fantascientifico/distopica contesa tra misticismo e tecnologia.

RECENSIONE | Isole ribelli, il romanzo di Mirco Fagioli che parla di ambiente

Noi siamo diversi, ci conosciamo tutti, noi camminiamo piano, ci sediamo e parliamo guardandoci negli occhi. Noi siamo ciò che loro non hanno il coraggio di essere.

Questa frase, tratta dal romanzo di Mirco Fagioli, Isole Ribelli (Bookabook), mi ha colpita molto perché rimanda ad un quotidiano che forse non esiste più. Il libro di Mirco Fagioli, infatti, parla di rispetto per l’ambiente, per la natura, per la vita in generale, parla di benessere del pianeta contro le speculazioni di governi e multinazionali.

Il romanzo è ambientato nella Val Grande, un vero e proprio paradiso terrestre situato al confine con le Alpi Svizzere. La Val Grande è abitata da poche persone, autoctoni e persone che fuggendo da qualcosa, come il protagonista Tullio, trovano in questo luogo la sua seconda isola. La storia di Tullio è molto complessa e dolorosa. Nella sua vita ha subito l’abbandono della madre, l’adozione e le brutte compagnie. Tullio si trasforma in un delinquente e la sua condotta lo porterà alla galera. Nel suo percorso c’è anche una donna, fondamentale nell’intera vicenda, che diventerà sua moglie. Verso la moglie Tullio svilupperà una vera e propria ossessione, che rappresenterà per lui la condanna definitiva. In carcere, però, compie un percorso psicologico che gli permetterà di riannodare i lacci della sua vita e lo porterà alla decisione di isolarsi in un luogo ameno: la Val Grande.

Tutti i media facevano a gara a ricordare che la Val Grande era la zona disabitata più vasta d’Italia, qualcuno addirittura azzardava dandole il primato continentale. (…) Questa valle è un pezzo di creato, qui si sente la vicinanza con Dio, si sente nel silenzio, nelle stelle che brillano nella buia notte, nelle aquile che sfrecciano lontane.

La vicenda si fa molto interessante quando la valle viene individuata per la costruzione di una nuova autostrada con l’inevitabile sconvolgimento di tutti gli assetti naturali e faunistici.

L’autostrada dovrebbe collegare la Genova-Alessandria-Gravellona Toce con il traforo del San Gottardo in Svizzera, precisamente ad Airolo. (…) La notizia assume una certa rilevanza perchè il tracciato, completamente montano, dovrebbe attraversare anche il Parco Nazionale della Val Grande, e immagino che anche a voi cari ascoltatori il pensiero sia corso a ciò che è avvenuto in Val di Susa.

Tullio non accetta l’idea che la valle venga deturpata e decide, aiutato dai cittadini del posto, di dar vita ad una serie di manifestazioni per attirare l’attenzione sulla questione. Ha ottenuto, in via del tutto confidenziale, tutta la documentazione relativa, e sa di dover ottenere anche il supporto mediatico e sceglie Radio Popolare, una emittente radiofonica indipendente che nel milanese ha un notevole seguito di ascolti. La scelta di Radio Popolare non è del tutto casuale, perché lì lavora Michele , con il quale Tullio ha un legame particolare, che non vi svelo per non rovinarvi la lettura.

La vicenda che Mirco Fagioli racconta procede tra manifestazioni, spionaggio, indagine giudiziaria e, ovviamente, storie personali. Il romanzo è veramente appassionante non solo per la tematica trattata, ma anche perché l’intreccio e lo stile dell’autore coinvolgono il lettore, che lo leggerà in brevissimo tempo. Quello che colpisce è anche il percorso umano che i protagonisti compiono in questo romanzo. Non si parla solo di Tullio, ma di tutti i personaggi che incontriamo, i quali coinvolti in questa vicenda, troveranno risposte alle proprie domande.

In conclusione, Isole ribelli è proprio un bel romanzo, che consiglio non solo agli amanti dell’ambiente e delle lotte ambientaliste, ma anche a chi ama i romanzi di crescita personale.

RECENSIONE | Milioni di stelle, il romanzo d’esordio di Barbara Valenti

Milioni di stelle è il romanzo d’esordio di Barbara Valenti, edito da BookaBook. Questo libro è un vero e proprio romanzo nel romanzo e ora vi spiego perché.

La protagonista di questa storia è Astrid, una giovane donna che, grazie all’iniziativa della sua amica Ofelia, riesce a pubblicare il libro che ha scritto. Si tratta, in qualche modo, di un romanzo autobiografico, in cui Astrid racconta la storia di Gemma, ovvero il suo alter ego.

Il romanzo di Barbara Valenti procede, così, su due binari paralleli. Da una parte c’è la storia di Astrid e dall’altra quella di Gemma, due vicende con tanti punti in comune e che servono al lettore per entrare bene nella psicologia e nella vita della protagonista.

Astrid lavora come segretaria d’azienda. Spera che quel lavoro possa in qualche modo darle un sollievo da un peso che si trascina da anni, causato da una disastrosa situazione familiare. Suo padre ha abbandonato lei e sua madre, facendo perdere le sue tracce e lasciandole in una situazione economica difficile. Sono così costrette a trasferirsi a casa dei nonni materni, ma questa convivenza sarà il peggiore degli incubi, perché oltre a dover accudire la nonna allettata, sua madre e Astrid subiranno le continue vessazioni del nonno, che non perde occasione per disprezzarle e mortificarle. Astrid crescerà in questo clima teso, piena di insicurezze e di timori, sfiduciata e ostile all’altro sesso. Crede però fermamente nelle stelle e nelle promesse affidate proprio alle stelle da bambina, quando desiderava la felicità per sé e per sua madre.

La vita però non sempre prende la piega che ci aspettiamo, anzi quasi mai e così Astrid si ritrova prigioniera di una esistenza che non le piace, ma che allo stesso tempo non vuole fuggire. L’ignoto fa sempre più paura di ciò che conosciamo. Nella sua vita, oltre ad una madre a cui vuole molto bene, anche se non ne condivide le scelte, ci sono le sue uniche amiche e coinquiline, Ofelia e Chiara. Le tre ragazze sono molto diverse tra loro, ma sono molto legate. Chiara e Ofelia saranno decisive per spronare Astrid ad uscire dal guscio e affrontare finalmente la vita a viso aperto. Ma tra tutte la persona più importante è sicuramente Huber, un uomo più grande di lei, che le farà ritrovare la speranza e le darà la giusta forza per esaudire quei desideri.

L’esordio letterario di Barbara Valenti è molto positivo; il suo romanzo mi è piaciuto molto sia nell’intreccio che nella capacità di coinvolgimento del lettore. Il libro, infatti, si legge in brevissimo tempo nonostante le 420 pagine. Lo stile è pulito, privo di fronzoli, ma sa penetrare bene nei sentimenti dei protagonisti, travolge il lettore che sorride e si commuove. Senza retorica o frasi ad effetto, Barbara Valenti ci parla di dolore, di assenze, di sconfitte, ma anche di riscatto e di rinascita. Non manca in questa storia, e la scrittura dell’autrice ne è veicolo fondamentale, l’ironia. Cosa sarebbe la vita se non ci fosse l’ironia?

RECENSIONE | Viola di notte, il romanzo di Ilaria Bianchi

Il romanzo di Ilaria Bianchi, Viola di notte, edito da Book a Book è la sorprendente storia di crescita di due ragazzi, la cui esistenza, a causa di fattori esterni, viene completamente stravolta.

Un adolescente di solito vive esperienze positive, vitali, entusiasmanti, ma quando queste vengono abbattute da eventi forti e traumatici, inizia anche per lui un nuovo percorso, difficile, impervio, in cui si sente tutta la solitudine della persona. I protagonisti di questo romanzo sono due giovanissimi, Viola e Mattia, apparentemente molto lontani per scelte di vita e per carattere, ma che scopriranno di avere in comune molto di più di quanto possano immaginare.

Entrambi hanno ricevuto un brutto colpo: Viola è costretta a causa di una malattia ad abituarsi al buio, Mattia ha perso il fratello gemello, che si è tolto la vita gettandosi nel vuoto. La morte di Matteo porta Mattia a fare una riflessione profonda della sua vita, che fino a quel momento ha condotto in maniera apparente. Il dolore per la scomparsa del fratello si presenta impetuoso in una notte, portando Mattia a vagabondare per la città e ad approdare sulla ruota panoramica di un Luna Park deserto. Qui trova casualmente il diario di una ragazza che si firma Viola di notte. La lettura di questo diario si insinua in maniera così profonda nel pensiero di Mattia da indurlo a compiere un percorso, fisico e psicologico, che diviene una vera e propria redenzione.

Ilaria Bianchi, attraverso questi due protagonisti, ci mette di fronte a situazioni di vita che, in un modo o nell’altro, ognuno ha vissuto o solo sfiorato. Chi non si è mai sentito perduto? Chi non ha mai pensato di aver perso l’obiettivo o lo scopo di vita? Chi non ha dovuto fare i conti con la malattia o con un lutto? Beh, la storia di Mattia e Viola ci aiuta a rielaborare quei momenti, a capire che anche nelle difficoltà abbiamo gli strumenti giusti a disposizione per superare le ansie, le paure e tutti quegli ostacoli che ci appaiono insormontabili.

Viola di notte ci parla di crescita, di vita e di speranza e lo fa in maniera autentica. Questo romanzo ci dimostra che anche nella notte più buia c’è una luce e questa luce è presente solo ed esclusivamente in ognuno di noi.

Il romanzo di Ilaria Bianchi è una storia di formazione, che parla dell’uomo nei suoi elementi principali e nei momenti essenziali della crescita e dell’esperienza di vita e lo fa con la giusta delicatezza, entrando in punta di piedi nella storia dei protagonisti, che potrebbe coincidere con quella di ogni lettore, il quale si sente coinvolto nel profondo fin dalle prime pagine.

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RECENSIONE | L’odore del ghiaccio che brucia di Francesca Montali

L’odore del ghiaccio che brucia è il romanzo di Francesca Montali, edito Bookabook. In esso si narra la storia di Ynja, che vive in Islanda, l’affascinante isola del Mare del Nord.

Ynja lavora nel negozio di Frida, in cui si comprano e si vendono oggetti usati. Ynja lo descrive così:

Il negozio FRIDA FRAENK è come una nave capace di trasportarmi negli oceani del tempo e dello spazio e catapultarmi nelle abitudini delle persone, nei loro affetti più preziosi e nei loro segreti più antichi e inviolati. Il lavoro di Frida è aiutare la gente a sgomberare le soffitte, le case e i negozi chiusi per ridare fulgore a oggetti dimenticati, messi da parte o, più semplicemente, rimasti senza padrone.

La vita di Ynja sembra procedere abbastanza monotona e tranquilla, ma il suo animo è irrequieto. Qualcosa inizia a cambiare quando nella sua vita irrompe un ragazzo italiano, Giulio, che capita nel negozio per caso. Giulio si accavallerà ad altri ragazzi, creando confusione nell’animo della giovane protagonista, che sembra rovinare tutto quello che tocca. Fin qui la storia sembra essere una storia come tante, ma già dalle prime pagine, sia la vicenda che lo stile di Francesca Montali cattura l’attenzione del lettore.  Sembra di trovarsi nel negozio insieme ad Ynja e Frida; di vedere con i protagonisti lo spettacolo della natura islandese; di sentire il caldo delle acque termali circondate dal ghiaccio e, insieme a questo, vi sembrerà di assaporare i piatti tipici islandesi e di vivere le tradizioni del luogo, abitate da folletti buoni e dispettosi.

Se proprio devo dirla tutta più della metà di noi islandesi non si sogna neanche di mettere in discussione l’esistenza del popolo nascosto e sono in molti a sostenere di avere incontrato  qualche creatura almeno una volta.

Fjadrargljufur, Islanda del Sud

Ynja nasconde un segreto, un passato dal quale vuole fuggire, un passato di menzogne e di azioni di cui si vergogna, ma con il quale prima o poi dovrà fare i conti. Grazie alla vicinanza di Frida, una donna forte e comprensiva, Ynja riuscirà ad affrontare quelle che sono le sue paure più profonde e a fare pace con se stessa e con il mondo.

Comunque credo che la donna che più somiglia a una mamma per me sia Frida (…). Perché è autentica, non dice le cose per come vorrebbe che fossero, ma per come sono. È sincera e corretta. Non si vergogna di essere quella che è e non si aspetta niente in cambio di quello che dà. È generosa. Sì, credo che una mamma debba essere generosa così. Di attenzioni, di pensieri, di parole, di gesti, di piccole cose. E che debba donarsi completamente, anche con i propri limiti, senza imporre la propria verità, con umiltà.

Il lettore è totalmente rapito dalla narrazione, difficilmente riuscirà a staccarsi dalla storia a cui, inevitabilmente, ritorna anche quando non sta leggendo. Molto bella la metafora con le balene, “il mammifero più antico, più dolce e più misterioso del pianeta”. Le balene anche a distanza comunicano la loro presenta, così come avviene tra Ynja, Giulio e le persone che fanno parte nel bene e nel male della sua vita.

Per le balene è vitale tenersi in contatto costante, sincronizzando le emersioni e le immersioni, grazie all’udito. Alcune sono in grado di comunicare attraverso enormi estensioni oceaniche, riuscendo persino ad agire da fari per la navigazione dei compagni in difficoltà e così a far trovare la rotta attraverso mari coperti dai ghiacci. Utilizzando i canyon degli abissi come enormi casse di risonanza, alcune balene riescono a chiamarsi per tutto un oceano. Ma non appena una balena smette di comunicare la sua presenza, per un’altra balena è come se svanisse. Le balene formano un branco solo quando, per la maggior parte del tempo, possono udirsi a vicenda.

Grazie ad una sincronia simile a quella delle balene, Ynja arriva al negozio di Frida a Reykjavìk, e quel lavoro diventa per lei motivo di riscoperta di sé, anche attraverso le cose “già appartenute”, perché il passato se visto con gli occhi giusti potrebbe assumere un aspetto nuovo o non ancora indagato.

Vi consiglio vivamente questo romanzo, vi piacerà, vi emozionerà, vi coinvolgerà, suscitando in voi il desiderio di visitare il negozio di Frida, di conoscere una donna come lei e di abitare l’Islanda con i suoi geyser e la sua spiaggia di sabbia nera.

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L’APPRENDISTA BARDO | Magia ed epica cavalleresca nel romanzo di Federico L. Giampà

Il libro di oggi è un fantasy per ragazzi, L’apprendista bardo di Federico Leonardo Giampà, pubblicato da Bookabook.

Ambientato nella Francia medievale, la storia prende le mosse poco dopo la caduta della dinastia carolingia. Il protagonista del romanzo è il giovane Raymond, unico figlio ed erede del conte di Provenza, ma non ha la stoffa per ricoprire il ruolo di conte. Più abile di lui è suo cugino Gilles, impavido, forte e sicuro di sé soprattutto nelle arti cavalleresche. Raymond si sente portato per la musica, che sa essere la sua vocazione ma che la sua posizione sociale non gli consente di coltivare. Quando il re di Francia indice un torneo per spezzare un misterioso incantesimo che aleggia sulla sua famiglia e sulla Francia, Raymond prende una decisione drastica, sceglie di scappare e diventare un bardo. Ad accompagnarlo in questo viaggio un uccello parlante, che lo avvia all’arte magica, che si rivelerà fondamentale per sciogliere l’incantesimo, salvare la Francia e trovare l’amore.

Al genere fantasy, di cui la vicenda è ricca, L’apprendista bardo si pone sul solco dell’epica cavalleresca, con i suoi protagonisti, le gesta eroiche, l’ambientazione. Raymond parte dalla sua Provenza, culla della cultura europea medievale, per arrivare a Parigi. Il nostro protagonista però non è l’eroe tipico dell’epica cavalleresca, non ha nulla a che vedere con Tristano. È un giovane che ama le arti e desidera essere un musicista e non uno qualsiasi, perché Raymond scoprirà presto di poter adoperare, attraverso la musica, le arti magiche. La conoscenza della musica e l’avanzamento nell’arte magica, insieme al viaggio attraverso la Francia, renderanno Raymond un uomo coraggioso a tal punto da sentirsi in grado di poter rompere l’incantesimo che sta portando la Francia alla disfatta.

Al di là dell’aspetto fantastico, il romanzo si configura come una storia di amicizia e di coraggio, soprattutto nel voler seguire le proprie passioni e inclinazioni, anche quando il contesto storico, sociale e culturale che ci circonda indirizza il nostro percorso nella direzione opposta ai desideri.

Consigli di lettura per il mese di Marzo

Marzo è alle porte e per affrontarlo nel migliore dei modi ho pensato, in collaborazione con l’Ufficio Stampa Il Taccuino, di consigliarvi alcuni titoli che potrebbero aiutarvi a far trascorrere più in fretta il mese più pazzo dell’anno.

Incominciamo:

PRIMO TITOLO

Il potere e la magia della gratitudine di Ivan Nossa (Uno Editori)

Ringraziate chi non vi ha donato niente, chi vi sembra che non lo meriti, chi vi ferisce. Uscite dai soliti schemi mentali e abbracciate la vita. Come l’amore genera amore, così la gratitudine genera altra gratitudine e si espande senza fine. Come foglia portata dal vento, come polline portato di rosa in rosa. Il grazie è un atto d’amore, che viene dal cuore, che ci porta all’infinito.

“Grazie” è una delle parole meno utilizzate al giorno d’oggi, ma racchiude al suo interno un grandissimo potere. Attraverso questo libro si imparerà a vivere nella gratitudine, ad aprire gli occhi e riconoscere i doni che la vita offre ogni giorno, a intraprendere un viaggio alla scoperta delle meraviglie che riposano all’interno del cuore, a fare esperienza di un nuovo e più alto livello vibrazionale che potrà cambiare la vita di ognuno, e a vivere un’emozione unica che porterà gioia e pace all’anima. Essere grati è una delle chiavi fondamentali per vivere una vita ricca di gioia e amore, e in questo libro si racconta come tutto ciò possa accadere. Prefazione di Joe Vitale e postfazione di Iacopo Melio.

Ivan Nossa è uno scrittore con un percorso di vita che in molti definirebbero magico. Imprenditore per 20 anni nel settore delle traduzioni e della formazione linguistica per le aziende, a quarantasette anni cede la sua attività di successo spinto da una forte motivazione interiore e decide di cambiare radicalmente la propria vita. Presto la vita gli porta un grande dono, inizia a collaborare con il suo autore americano preferito, Joe Vitale, che nella sua carriera ha venduto milioni di libri scrivendone oltre settanta ed è stato anche uno dei maestri di vita presenti nel best-seller mondiale (da oltre 30 milioni di copie) The Secret. È proprio grazie ai suoi studi sulla “Legge di Attrazione” e sul potere della mente che Ivan decide di poter collaborare proprio con Joe Vitale; la sua fede e la sua determinazione lo portano poco dopo a raggiungere il suo scopo. Dopo una interessante collaborazione con lo scrittore americano in qualità di co-autore e di traduttore per diverse opere di successo, pubblica il suo primo libro Il potere e la magia della gratitudine, in cui è presente una introduzione dello stesso Joe Vitale. Ivan Nossa afferma che la gratitudine può cambiare la mente, il corpo e di riflesso anche la realtà che ci circonda.

SECONDO TITOLO

Mavaffanguru. Guida spirituale per mistici senza Dio di Prem Dayal (Ilmiolibro ed.)

Mavaffanguru. Guida spirituale per mistici senza Dio è un’opera di difficile collocazione, che sfugge a qualunque tentativo di contenerla in un genere definito, e probabilmente è lo specchio dello stesso autore, un uomo sui generis, maestro di meditazione e artista giramondo, sempre in cerca delle verità nascoste sotto le pesanti maschere di un’umanità vincolata all’apparenza, non interessato alle etichette e alle identificazioni ma solo alla vera natura, a quell’essenza primordiale che tenta disperatamente di sopravvivere in ogni essere vivente. L’opera è diventata un best seller da più di duecentomila copie vendute nella sua versione messicana dal titolo Me vale madres, pubblicata dalla casa editrice Penguin Random House.

L’identificazione è il vero cancro della coscienza. Karl Marx disse che la religione è l’oppio dei popoli, e ha sicuramente ragione; ma Peppino Cocozza, il nostro “Vaffanguru” che ci guida in questo viaggio – a cui è impossibile far capire che Marx è morto già da tempo – ci spiega che la causa del rimbambimento generale non è dovuta tanto alla religione in sé, quanto alla “identificazione”; e alzando un bicchiere di vino a un matrimonio in cui si è trovato per caso, trasforma una perla di saggezza in un brindisi: “L’identificazione è l’oppio della coscienza… brindisi faccio alla sposa Vincenza”. Fra le tante identificazioni, la religione è solo una delle tante droghe che ci impediscono di vedere le cose così come sono. La droga più pesante, sicuramente, che spesso richiede anni o vite di disintossicazione per potersene liberare. Verrà il giorno in cui il mondo si accorgerà del tesoro nascosto nella lingua italiana, e il santo Mantra della Disidentificazione “Non sono cazzi miei” sarà usato in tutti gli istituti di riabilitazione, riumanizzando intere popolazioni che per millenni, drogate da idee primitive, hanno dato di sé uno spettacolo tutt’altro che decoroso.

Questo libro si può definire, come affermato dallo stesso autore, una satira socio-spirituale, in cui con tagliente sarcasmo si prende di mira la prigione dorata fatta di conflitti (esterni ma soprattutto interni) e mistificazioni in cui l’uomo è costretto e si è costretto, a scapito della sua salute mentale e spirituale. E a leggere Mavaffanguru non si può non essere d’accordo con l’autore: solo la satira, con la sua potenza scaturita da una risata consapevole, riesce a mostrare le contraddizioni della società in cui si vive, e a promuovere quindi un cambiamento necessario come non mai.

Questo è un libro provocatorio che si propone di tracciare un autentico percorso di risveglio della coscienza, utilizzando un linguaggio comico e uno strumento improbabile: i “Mantra italiani”. Scrollandosi di dosso le facce serie, l’odore di muffa e gli eterni sorrisi New Age che spesso affliggono i lettori di testi spirituali, l’opera provoca le tradizioni nazionali e le credenze religiose di qualsiasi parte del mondo. Danzando fra la secchezza del trattato, il calore della narrativa, la corrosività di un foglio satirico e la delicatezza della poesia, invita il lettore a ridere, riflettere, ispirarsi o rimanere semplicemente scandalizzato. Il libro è diviso in due parti: “La Malattia” e “La Medicina”, e l’autore affida a Peppino Cocozza, un personaggio fantasioso che incarna la saggezza paradossale e borderline di un outsider abituato a vivere alla giornata, il compito di spiegare nel dettaglio i Mantra Italiani del Distacco, della Purificazione e della Disidentificazione, fondamentali nella ricerca del sé più autentico.

TERZO TITOLO

L’apprendista bardo di Federico Leonardo Giampà (Bookabook)

L’apprendista bardo è un romanzo che affianca ad eventi storici realmente accaduti il mondo della magia e dello straordinario, che nella storia è un universo nascosto in grado di determinare gli eventi “reali”. Non si tratta quindi di un fantasy classico, ma di un testo che riprende temi epico-fantastici della tradizione letteraria europea, rielaborati per lettori giovanissimi.

Caratteristica di spicco del romanzo sono i frequenti richiami alle leggende del ciclo arturiano, che si fondono con lo scenario oscuro, quasi gotico, dentro il quale si muovono i protagonisti. La storia si svolge nella Francia medievale, poco prima dell’anno mille.

Realtà e fantasia si intersecano seguendo il filo delle avventure del protagonista principale, Raymond (l’apprendista bardo), figlio ed erede del conte di Provenza che, con gran dispiacere del padre, non è interessato al combattimento e ai cimenti, ma alla musica, tanto che decide di fuggire dalla corte per trovare il proprio destino.

Raymond all’inizio non ha una meta, ma la trova grazie alla conoscenza di un uccello parlante, la gazza Luc, un tempo grande bardo, poi tramutato in uccello da una strega per essersi rifiutato di condividere con lei i segreti della musica magica. Tra i due nasce un patto, e Luc diviene il maestro di Raymond. Inizia così il viaggio del giovane apprendista bardo, tra misteriosi luoghi incantati, nuove amicizie, tornei cavallereschi, oscure insidie, e secolari segreti che aspettano di rivelarsi.

QUARTO TITOLO

L’Azienda di Cristiano Chiesa-Bini (Multimage)

L’Azienda è un romanzo utopico e realistico di Cristiano Chiesa-Bini. L’autore, che ha esordito nel 2015 col saggio “… è una bella DOMANDA!”, catapulta il lettore nel 2055, un tempo non troppo lontano dove, come immaginato da Orwell, la popolazione è tenuta sotto controllo dal sistema: sopra tutti e tutto, il grande cervello organizzativo dell’Azienda, che appiana le differenze individuali per garantire l’assenza di conflitti. La storia della protagonista, Cinzia Proietti classe 2022, s’intreccia con gli eventi storici, politici e con il destino dell’intera umanità.

Un libro semplice e mai scontato, dal ritmo incalzante, che estremizza le conseguenze del domani per ragionare sulle scelte dell’oggi. L’azienda è un racconto pragmatico, così reale da sembrare la descrizione di un domani molto più che plausibile. Parla della libertà interiore, della consapevolezza, della responsabilità individuale e del potere catartico dell’amore. Gli avvenimenti scandiscono le vite dei personaggi e viceversa, in un susseguirsi che aiuta il lettore a comprendere che effetti possano avere le decisioni prese dagli stakeholder attuali (attori sociali, politici ed economici).

Il romanzo di Chiesa-Bini è impregnato di riferimenti culturali e filosofici che fungono da stella polare per Cinzia, confusa dai dettami dell’azienda e dalle sue intuizioni in conflitto con questi, cerca una nuova soluzione a dubbi e incertezze. Prevale su tutti il Nuovo Umanesimo Universalista, dottrina che attraverso lo strumento della non violenza e non discriminazione, promuove lo sviluppo umano in senso sociale e personale. Si tratta di assunti che spingeranno i protagonisti a riflettere sulle derive di un controllo assoluto, una “manipolazione illuminata” manipolando i bisogni di tutti nega l’individualità e, di conseguenza, l’umanità.

Siamo a Roma, 2055. Cinzia lavora nel reparto selezioni pubbliche dell’Azienda: un ente supremo che guida i desideri dell’umanità con lo scopo di parificare i bisogni umani per un nuovo ordine mondiale privo di conflitti. Ma i nuovi dettami sociali, questo livellamento imposto dall’alto, riusciranno a generare una società appagata e libera? La narrazione è costruita attorno a Cinzia e Giulia, due amiche legate fin dalla nascita da una profonda amicizia, parti di una società ipertecnologica che non hanno potuto scegliere. Le loro riflessioni e le loro scelte cambieranno il corso della loro esistenza, il punto di vista del lettore e il futuro di tutta l’umanità.

QUINTO TITOLO

La Scelta di Morgane Mentil (Self-publishing)

Milano, giorni nostri. La città è colpita da improvvise esplosioni. In una di queste resta coinvolta Sarah Terenzi che per miracolo sopravvive. Da quel momento la vita della giovane giornalista cambia. E non solo la sua. Le distruzioni si moltiplicano investendo l’intero Pianeta – dal Brasile alla Cina, dagli Stati Uniti all’Italia – e quel che sembrava un piano ben congegnato da una cellula terroristica assume i contorni di una devastazione su scala mondiale mai vista prima.

Al fianco della ragazza, l’amico ed ex-fidanzato Michele Fontini, giornalista ambizioso e con la propensione a cacciarsi nei guai, e il suo cameraman Andrea. Scoprire la verità non è cosa semplice ma Sarah ha un asso nella manica: nel parco cittadino in cui si sono verificati i primi attacchi nota un uomo che porta in salvo molte vittime e si scontra con un altro, un tipo strano, cupo e accigliato, di cui presto si dimentica.

Di lì a invaghirsi dell’eroe sconosciuto il passo è breve: scovare quel tizio diventa per Sarah un’ossessione, come comprendere chi si nasconde dietro gesti apocalittici che paiono compiuti da folli terroristi. Salvata anche lei dalle braccia e dal corpo di questo semidio un po’ scontroso, tenta di approcciarlo, ma viene cacciata in malo modo. La giovane però non si arrende e quando sembra che il fato abbia soltanto tirato un brutto scherzo, ecco rispuntare quel fantasma sfuggente in tutta la sua statuaria bellezza, intenzionato a fare amicizia con lei.

L’uomo misterioso, custode di segreti ben oltre l’immaginabile, non ha calcolato l’amore per Sarah e, incastrato fra un padre padrone e un’accesa faida tra fratelli, dovrà fare i conti con il ruolo cruciale ricoperto in famiglia, la missione più che straordinaria sulla Terra e una coscienza per troppo tempo ignorata. Sia lui, sia Sarah dovranno scegliere tra il cuore e la ragione, la morte e la vita, il buio e la luce, senza per questo abbandonare a sé stessa l’intera Umanità.

La Scelta è un paranormal romance che trascende i confini del genere fantasy di appartenenza per raccontare una storia che ha tratti distopici, che condivide aspetti del thriller poliziesco, che ha i ritmi serrati di un romanzo d’avventura e che riesce a far riflettere sull’uomo e sul suo legame con la spiritualità. Morgane Mentil narra una vicenda dai risvolti apocalittici ambientata in una Milano sconvolta da fenomeni inspiegabili che si riflettono in un disordine planetario, e al contempo racconta dell’incredibile forza degli esseri umani, della potenza dell’amore e del sacrificio e dell’importanza del libero arbitrio.

Seguimi con gli occhi, il romanzo di Nadia Galliano

Ci sono momenti nella vita in cui siamo chiamati a superare delle prove. Ogni persona è portata ad affrontare difficoltà, dispiaceri, lutti in momenti in cui ci si aspetta tutt’altro. È un po’ quello che succede ad Emma, la protagonista di Seguimi con gli occhi (Bookabook) di Nadia Galliano.

Emma è un’adolescente come tante, ama divertirsi, vivendo la sua gioventù in pienezza. Ama i social ed attraverso di essi esprime le sue passioni anche con un certo successo. Tutto cambia però con la morte del fratello. Nicola muore a causa dell’HIV, contratto in maniera inconsapevole dalla relazione con una ragazza la cui identità si scoprirà solo a fine romanzo.

Da quel momento per Emma la vita cambia completamente. Da solare e aperta diventa chiusa, taciturna a tal punto da rendere necessario il sostegno di psicanalista:

Tra le pagine della cartella clinica il dott. Boris aveva appuntato il giorno della prima seduta: ʺSi rivolge a questo servizio accompagnata dai genitori. Della figlia segnalano chiusura in se stessa e perdita di interesse verso la principale attività coltivata nel tempo libero: un vlog e un canale YouTube in cui raccontava le sue giornate. Dopo un perseverante mutismo, a fatica emerge il motivo di tale abbandono. Riferisce di essersi tolta dal giro a seguito di un evento traumatico. In quello che riteneva essere uno spazio sicuro, il suo vlog, dopo la morte del fratello sono comparsi commenti denigratori da parte di haters. Questa frase, in particolare, l’ha scossa profondamente: i fratelli delle persone perbene non muoiono di quello… Da allora il pensiero sembra essersi focalizzato su tale ricordo, come un chiodo fisso. Poco propensa a parlare del resto, a tratti polemica, presenta scarso appetito e difficoltà al riposo notturnoʺ.

Qui già troviamo il primo grande tema: il bullismo informatico. Vere e proprie forme di violenza gratuite e ingiustificabili che si consumano in ambienti in cui le persone colpite da anonimi e sconosciuti utenti non possono difendersi. Altro tema importante è l’HIV, malattia sulla quale c’è ancora un vero e proprio tabù. Sembra addirittura sottovalutata e ancora poco conosciuta dalle nuove generazioni.

Questo libro aiuta il lettore in due direzioni: innanzitutto nella conoscenza delle modalità di trasmissione e dei rischi, ma anche nel modo di relazionarsi con le persone malate. Ad un certo punto del romanzo, Emma è invitata dal dott. Boris a frequentare un’associazione che si occupa di sostegno a malati di HIV. Sarà proprio il contatto con la normalità della vita di queste persone a permettere ad Emma di superare il blocco che l’aveva spinta ad alzare un muro sul mondo che la circondava.

Questo è un libro importante, un libro che andrebbe fatto leggere nelle scuole.

A scriverlo è Nadia Galliano, un medico che collabora con la sezione salute del Corriere della Sera, in particolare riguardo a temi inerenti il virus dell’HIV. Questo romanzo è nato anche dalla collaborazione con l’associazione Anlaids ed è anticipato dalla bella prefazione di Diego Passoni, voce di Radio Deejay.