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Campania tutta da scoprire: mostre e luoghi da visitare

L’estate è il tempo delle ferie, dei viaggi e del relax. Tutto rallenta e si cerca di trascorrere le giornate nell’ozio.

I più fortunati riescono a organizzare un viaggio all’estero; molti scelgono come meta le spiagge italiane che tutti ci invidiano. Negli ultimi anni sembra essere aumentato il turismo verso i luoghi d’arte e la Campania, senza togliere niente a nessuno, vanta delle eccellenze. In questo articolo, un po’ diverso dal solito, vorrei suggerire a chi deciderà di venire in Campania, o a chi vuole fare anche solo una gita di un giorno, alcuni luoghi imperdibili.

Partiamo proprio da Napoli!

Napoli – Piazza Plebiscito

Sarebbe inutile dirvi cosa vedere a Napoli; chi non ne conosce, almeno per sentito dire, le bellezze artistiche e le bontà gastronomiche!
Basta passeggiare tra le sue vie per vedere in ogni angolo tracce di un passato storico-artistico di inestimabile valore.

Non voglio parlarvi di nessuna chiesa o edificio, ma vi suggerisco di non perdere la mostra inaugurata a Palazzo Zevallos con il celebre dipinto di Leonardo Testa di donna, detta “La Scapigliata”.

La Scapigliata di Leonardo da Vinci – particolare

La nota ufficiale della mostra dice che si tratta di un eccezionale prestito concesso dal Complesso monumentale della Pilotta di Parma in occasione della rassegna “L’ospite illustre” che anticipa le celebrazioni per i 500 anni dalla morte di Leonardo previste nel 2019. La mostra (cliccate qui per maggiori info) è aperta fino 2 settembre 2018.

Quando si pensa a Napoli è facile associarla a Pompei ed Ercolano, forse i siti archeologici più famosi d’Italia. Ma prima di andare sui luoghi vi consiglio di visitare la mostra al Museo Archeologico Nazionale di Napoli dal titolo Ercolano e Pompei. Visioni di una scoperta.

Pompei – Il Teatro

Si tratta di un percorso nelle suggestioni che le città vesuviane, sepolte dall’eruzione del 79 d.C. e svelate dagli scavi del XVIII secolo, hanno esercitato su interpreti d’eccezione, vissuti tra il Settecento e gli inizi del Novecento. Il percorso espositivo è una narrazione a ritroso nel tempo, le cui tappe non sono soltanto segnate da preziosi reperti archeologici, ma anche da oltre duecento opere esposte tra cui l’anello di re Carlo di Borbone, grande sostenitore dei primi scavi, e il taccuino con disegni acquerellati e annotazioni dell’archeologo inglese William Gell. La mostra durerà fino al 30 settembre 2018.

 

Cratere del Vesuvio

Amate le escursioni? Imperdibile è la visita al Parco Nazionale del Vesuvio, che vi propone ben 9 sentieri per una lunghezza complessiva di 54 Km di camminamento in cui scoprire un paesaggio dalla vista mozzafiato.

Se invece siete a Caserta per visitare la bellissima Reggia e partecipare magari al contest fotografico organizzato dal Network delle Residenze Reali Europee che è in essere fino al 23 agosto su Instagram condividendo le foto scattate usando gli Hastag #allareggiaconNoi e #europeanroyalpalaces, allungatevi fino alla vicina Santa Maria Capua Vetere, perché al Museo archeologico dell’antica Capua fino al 28 Ottobre 2018 c’è la mostra Annibale a Capua, dedicata alla figura del grande condottiero cartaginese, alla sua grandiosa impresa in Italia e, in particolare, alla sua permanenza a Capua nel III secolo a.C..

Particolare di una delle Basiliche di Cimitile

Per il turismo religioso c’è solo l’imbarazzo della scelta, ma vi segnalo due siti in particolare. Il primo, forse non molto conosciuto, è il complesso delle quattro Basiliche Paleocristiane di Cimitile. Una testimonianza unica che vi lascerà stupiti.

Il secondo è la maestosa Certosa di Padula (Salerno), che con i suoi chiostri, le cucine e la chiesa vi lasceranno senza fiato.

Particolare dell’interno della Certosa di Padula

Avrei tanti e tantissimi siti e luoghi da segnalarvi in Campania, ma per questa volta penso di aver detto già molto.

Buon viaggio!

Satyricon a Napoli ’44

Il commento di Vergine di Norimberga ad un mio post su Napoli mi ha fatto tornare in mente un libro che ho letto qualche tempo fa.

Parlo di Satyricon a Napoli ’44 di Roberto De Simone.

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Quando si legge Roberto De Simone, qualsiasi cosa scriva, si legge Napoli, si odora Napoli, si ascolta Napoli, si vede Napoli… si vive Napoli. Satyricon a Napoli ’44, edito da Einaudi, ha un sottotitolo “Fra Santa Chiara e San Gregorio Armeno”. Già da questo è chiara la formula autobiografica. Infatti, l’autore ci racconta gli avvenimenti che lo hanno visto protagonista in un anno ben preciso: il 1944.

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Sono gli anni della guerra, gli anni in cui Napoli diviene lo scenario di ogni tipo di mortificazione che una guerra può produrre. Così assistiamo alla distruzione della Chiesa di Santa Chiara, un emblema importante per la città e per la popolazione napoletana. Il suo sgretolarsi è infatti percepito come uno svuotamento di identità.

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Non c’è solo questo: nel libro c’è molto di più.

Le vicende personali del giovanissimo Roberto che si incrociano e si scontrano con quelle dei suoi familiari e compagni, rappresentano le difficoltà, le amarezze, i desideri e le aspirazioni di un’intera generazione. Gli anni della guerra e il dopoguerra hanno messo a dura prova la città e la popolazione. Ma con estrema dignità e con un equilibrio narrativo, che si mostra quasi in bilico tra la rassegnazione e l’accettazione di una realtà di fatto, vengono narrati eventi, situazioni che oggi sono considerate inaccettabili. Piccoli furti, contrabbando, lavori sottopagati, ma soprattutto gli abusi che divengono cosa quotidiana e quasi normale.

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Le giovani donne che si concedono per denaro così come i giovani con i soldati americani, che come tutti i liberatori si dimostrano degli oppressori.

Tutto questo accade in quella che oggi chiamiamo omertà. Tutti sanno, ma nessuno denuncia o fa qualcosa perché ciò possa fermarsi. A volte la vendetta prende il sopravvento e si paga con la vita. Quando parlo di omertà non lo faccio nell’accezione contemporanea, in cui il termine ha assunto il significato di viltà, ma nel senso di accettazione di una realtà presente che rappresenta l’unica opportunità per superare le difficoltà iniziali. Ovviamente questi aspetti tristi non appartenevano a tutta la popolazione, ma erano comunque presenti e De Simone li descrive con obiettività e senza porre giudizi di sorta.

Con uno stile ricercato, carico di citazioni colte, l’autore ci parla di Napoli, dei suoi vizi come dei suoi sapori, odori, profumi e della sua cultura, riuscendo a farci entrare in una città che fece da sfondo naturale a tanti film neorealisti.

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