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Marcel Proust, alcune curiosità e l’Affare Dreyfus

Marcel Proust ha avuto una vita ricca in tutti i sensi e su di lui si narrano aneddoti e memorie di vario genere. Per scoprirne alcuni, leggete l’articolo!

Proust, oggi, è considerato tra gli autori più importanti a cavallo tra il XIX e il XX secolo e nel giorno dell’anniversario della sua morte, avvenuta a Parigi il 18 novembre 1922, lo voglio ricordare raccontandovi qualche aneddoto sulla sua vita.

Proust e i pareri dei suoi contemporanei

Molti autori, anche contemporanei a Proust, hanno più di una volta reso noto il proprio apprezzamento per lo scrittore francese. Tra questi si ricorda Virginia Woolf, che “lo ammirava così intensamente da sentirsi inondata dal suo genio” e Gide che ha espresso il suo rimpianto per aver rifiutato la pubblicazione del promo volume della Recherche. Non tutti gli autori contemporanei, però, lo amavano e l’apprezzavano. Sappiamo, infatti, che tra Proust e Joyce non correva buon sangue . Un aneddoto racconta un fatto curioso:

Una volta Joyce incontrò Proust, e i due, benché condividessero un taxi, scambiarono a malapena qualche parola (e non si lessero mai l’un l’altro).

L’episodio di Joyce non è l’unico che si narra sul rapporto di Proust con gli altri scrittori. Pare che il nostro Marcel si ispirò per il suo personaggio, il barone di Charles, a Robert de Montesquiou, “del quale Proust amava imitare le arie di superiorità e la cadenza”. In risposta, Robert de Montesquiou definì l’opera di Proust “un misto di litanie e sperma”. In realtà, l’astio dei contemporanei nei confronti di Proust era generato, sostanzialmente, da una forma di invidia per colui che con la sua opera era riuscito a “surclassare – in realtà a spazzare via – tutta la prosa scritta nei due decenni prima di lui”.

Marcel Proust, sua madre Jeanne Weil e il fratello Robert – Fonte immagine: https://parisdiarybylaure.com/a-rare-proust-manuscript-needs-you-to-enter-the-bnf/

Proust e i genitori

È molto noto a tutti il legame profondo che univa Proust alla madre:

Essi erano inseparabili, e anche se litigavano frequentemente (di solito per la pigrizia e la mancanza di forza di volontà di Marcel), poi cadevano uno nelle braccia dell’altra al momento della riconciliazione.

Proust aveva acquisito da lei la passione per la musica e per la letteratura, ma anche la capacità di memorizzare poesie e brani di scrittori. La madre di Proust, Jeanne Weil, proveniva da una famiglia agiata, mentre il padre, Adrien, era di umili origini. Adrien sarebbe dovuto diventare sacerdote, ma preferì la carriera da medico, che fu alquanto brillante. A lui di deve l’invenzione di un “cordone sanitario”, che circondasse l’Europa per isolarla dall’epidemia di colera.

Per dare corpo alle proprie idee, nel 1869 il dottor Proust si recò in Russia, Turchia e Persia, e riuscì a capire per quali vie, nei precedenti contagi, il colera era entrato in Russia, e da qui in Europa. Per il successo di questa ricerca e della conseguente campagna sanitaria e di quarantena, al dottor Proust venne conferita la Legion D’Onore.

Divenne, dunque, una celebrità in ambito medico e fu anche un vero e proprio donnaiolo. Tuttavia, il rapporto tra Marcel e suo padre era completamente differente da quello che aveva con la madre. Nel suo romanzo, in parte autobiografico, Jean Santeuil, Proust lo descrive come un “bruto”, un “uomo volgare” dalle “maniere rozze”. Successivamente, nella corrispondenza con il suo editore, Proust racconta addirittura che il padre tentò di curarlo dalla sua effeminatezza e dalle nevrosi, mandandolo in un bordello.

Robert, il fratello minore di Proust

Proust aveva un fratello minore, Robert, nato il 24 maggio 1873, due anni dopo di lui. Robert era l’opposto di Marcel: era robusto e forte, ma tra i due non ci fu mai astio o competizione, anzi erano molto legati. Robert divenne medico, seguendo le orme paterne anche in fatto di donne e per Marcel fu una specie di angelo custode, standogli sempre accanto, anche nel momento in cui morì. Fu Robert, successivamente, a occuparsi della pubblicazione postuma delle opere del fratello.

L’Affare Dreyfus

L’Affare Dreyfus fu uno degli scandali più noti della Francia di fine ‘800. Molti intellettuali si schierarono a difesa di Dreyfus, ingiustamente accusato di aver ceduto ai tedeschi informazioni militari. Anche Proust si schierò dalla parte di Dreyfus, tirandosi le ire di amici aristocratici, cattolici, conservatori e anche di suo padre.

Proust obbediva semplicemente ai dettami della sua coscienza, anche se questo significò perdere molti amici cattolici di nobili natali ed esporsi alla falsa accusa antisemita di schierarsi con Dreyfus solo per motivi religiosi.

A questo aggiungiamo che Marcel, quasi alla fine della sua vita, chiese al fratello, anch’egli dalla parte di Dreyfus, di intervenire per far ottenere a quello sventurato la Legion D’Onore e, una volta ottenuta, di conferirgliela.

Fonte bibliografica: Ritratto di Marcel Proust di Edmund White (Lindau)

SEGNALAZIONE | Silfrida, la schiava di Roma, il romanzo di Giovanna Barbieri

Oggi vi segnalo il romanzo storico di Giovanna Barbieri, Silfrida, la schiava di Roma.

Sinossi:

Silfrida è una giovane donna Gota, venduta come schiava dagli usurpatori dell’Imperatore Teodosio e poi adottata da una coppia di romani che abita nei pressi di Verona, sulla via Postumia. È timida e timorosa, la evitano tutti a causa della sua origine barbara. Ma il Fato è in agguato e la sua vita verrà sconvolta per sempre. Il Padre che credeva perduto è il temibile Alarico, a capo dell’orda di barbari che invade il nord Italia. Partirà alla sua ricerca accompagnata da un giovane e valoroso guerriero Goto. Ma i legionari romani sono sulle loro tracce, la battaglia del Tanaro incombe. Riusciranno i due giovani a coronare il loro sogno d’amore e ritrovare Alarico?

Prologo dell’opera:

A.D. 394

Settembre, nei pressi del fiume Frigidus

C’era una quiete innaturale in quella terra boscosa, rotta solo dal lontano scroscio del fiume impetuoso. Tutti gli animali della zona erano fuggiti all’arrivo degli eserciti. L’astro infuocato era appena sorto quando Alarico si guardò intorno, prima dell’inizio della battaglia. Era un po’ nervoso, incerto sull’esito: la posta in gioco era molto alta. In lontananza intravedeva l’esercito di Eugenio, l’usurpatore. Presto i suoi Goti, affiancati ai Romani comandati dal magister utriusque militiae Stilicone e i milites romani nemici si sarebbero scontrati, decidendo le sorti dell’Impero Romano.

– Attaccate! – comandò Stilicone ad Alarico.

– Gli esploratori non sono ancora tornati a riferirti com’è il terreno, magister Stilicone – protestò seccato il capo dei Goti. – Non voglio inviare i miei uomini allo sbaraglio.

I cavalli avrebbero dato il meglio solo su un terreno pianeggiante; se li avessero lanciati al galoppo sulle colline, i nemici li avrebbero trucidati.

– Non ne abbiamo il tempo. Il nemico è troppo vicino. Avanzate! – ordinò ancora l’ufficiale romano. Gli occhi grigi di Stilicone luccicarono sinistri e il magister gli apparve come un lupo in caccia.

Vuole indebolire le truppe di Eugenio a nostro discapito.

Un sibilo di malcontento uscì dalle labbra di Alarico ma, nonostante l’inquietudine, intimò ai suoi guerrieri di avanzare verso l’avversario. Iniziò il barritus di guerra, il grido terrificante che i Goti utilizzavano per spaventare il nemico. Per rendere il suono più agghiacciante si mise lo scudo sulla bocca, imitato subito da tutti i suoi uomini. Un rumore, come di tuono, riempì l’aria nei pressi del Frigidus. Tuttavia i leoni di Flavio Eugenio non fuggirono in preda al terrore.

– Carichiamo! – impose ai suoi guerrieri, squadrandoli uno per uno quando il canto terminò.

Nonostante la vista degli avversari caduti ai suoi piedi, ad Alarico fu subito chiaro che i pagani di Eugenio avrebbero vinto, in quel giorno di sangue. Stava combattendo accanto a Wulfla e Oderic, due dei suoi più valenti e robusti guerrieri, falciando i nemici come un contadino le spighe di cereali, ma i combattenti dell’usurpatore si stavano difendendo con valore

L’Autrice:

Giovanna Barbieri ha all’attivo già numerosi romanzi. È da sempre appassionata di Storia italiana: Impero Romano, alto e basso Medioevo, Rinascimento.

Ha pubblicato:

  • La stratega trilogia, un time travel storico ambientato nel XII secolo tra l’Italia e la Terra Santa.
  • Cangrande paladino dei ghibellini, un romanzo storico ambientato nel XIV secolo tra Verona, Vicenza e la Valpolicella.
  • Dell’Amore e della spada: Beatrice e Giuliano, un romanzo storico-sentimentale ambientato a Roma nel 1513.
  • L’accusa del sangue: giallo storico ambientato a Urbino nel 1483
  • Il palio insanguinato: giallo storico ambientato a Siena nel 1483
  • La figlia di Freyja: racconto lungo storico, VI secolo dc, ambientato in Pannonina tra Gépidi e Longobardi.

PODCAST | Puntata #9: La famosa pioggia di Piombino, la favola di Gianni Rodari

L’appuntamento podcast di oggi è dedicato, seppur in maniera sintetica, a Gianni Rodari che nel 2020 viene celebrato in occasione del centenario della nascita, avvenuta ad Omegna nel 1920.

Vi leggo una delle sue “Favole al telefono“, tratta dall’omonimo libro edito da Einaudi Ragazzi.

Per info e approfondimenti scrivetemi all’indirizzo email info@lapennanelcassetto.it e seguitemi su Spreaker, Instagram, Facebook, Twitter e YouTube

Buon ascolto!

PODCAST | Puntata #5 La Scelta Del Moderatore E La Scaletta Dell’evento

Il lunedì è PODCAST!!!
L’argomento di oggi riguarda la scelta del Moderatore e la costruzione della scaletta dell’evento. Per il successo della presentazione del nostro libro è molto importante individuare la persona giusta, che sappia parlare in maniera efficace e puntuale del vostro libro. Con il moderatore stabilirete, inoltre, la scaletta dell’evento e gli argomenti da trattare. Buon ascolto!

Per maggiori info scrivetemi all’indirizzo email info@lapennanelcassetto.it e visitate i profili social Instagram e Twitter e Spreaker

SEGNALAZIONE | Il libro per gli studenti fuori sede che insegna a mangiar bene

La segnalazione di oggi riguarda un libro un po’ diverso dal solito, scritto dalla nutrizionista Gloria Barraco. Il libro si intitola Matricole a tavola. Il primo manuale di alimentazione per studenti universitari fuori sede pubblicato da Ultra edizioni. Con un linguaggio semplice, colloquiale e simpatico l’autrice si rivolge in modo diretto allo studente, dandogli del tu. Gli argomenti sono suddivisi in sei capitoli più un’introduzione e ogni capitolo si compone di paragrafi brevi e incisivi.

Perché questo libro?
È arrivata la fatidica vita universitaria! Ci siamo appena trasferiti in un’altra città. Catapultati in un mondo assolutamente entusiasmante e pieno di nuove responsabilità, siamo finalmente autonomi: possiamo fare quello che vogliamo senza più imposizioni né limitazioni. E ciò riguarda anche le nostre scelte alimentari. Possiamo scegliere cosa, quando e dove mangiare; possiamo nutrirci spaparanzati sul divano, sgranocchiare qualcosa in piedi, possiamo persino saltare i pasti o consumarli a orari insoliti. Non ci tocca più ingollare quegli interminabili piattoni di lattuga, l’immancabile minestra della sera e il pesce del venerdì… che gioia! Poi, però, tra le pizzette, i cibi da asporto e qualche hamburger ingurgitato al volo in un fast-food, imbocchiamo una strada che di giorno in giorno ci porta ad acquisire una routine sempre più disordinata. E inevitabilmente ne risentiamo. Siamo più stanchi e meno energici. Il nostro entusiasmo comincia a incrinarsi. Studiare ci costa più fatica, e il nostro rendimento universitario non è brillante quanto potrebbe essere.

Una mente ben nutrita
Le matricole alle prese con le loro prime materie da ingoiare tutte intere, che attraversano periodi di stress fisico ed emotivo, tra il ritmo incalzante delle lezioni da seguire, e le attività pratiche, e i tirocini da frequentare, per non parlare della temibile sessione degli esami… le matricole devono avere la mente ben nutrita! E non solo di parole, formule, concetti: anche di cibo. Il cibo gioca un ruolo chiave per il funzionamento del nostro cervello: è fonte di energia, è substrato per la costituzione delle membrane di cellule e messaggeri chimici. Alcuni cibi stimolano, altri rilassano, altri coccolano il nostro sistema nervoso; altri ancora possono danneggiarlo e farlo lavorare male. E un apporto insufficiente di nutrienti danneggia lo stato di salute mentale. Sono sempre più numerosi gli studi che provano il legame tra stile di vita, memoria e capacità di apprendimento. Un cervello che viene rifornito dei giusti nutrienti con costanza mostra una migliore capacità di concentrazione, di programmazione e si piega meno a depressione e sbalzi d’umore.

L’importanza di questo libro
MATRICOLE A TAVOLA è una guida completa che porta i giovani studenti universitari a divenire pienamente consapevoli delle connessioni tra cibo, emozioni e capacità intellettive. È uno strumento di facile consultazione, da tenere sottomano, ricco di consigli pratici: dal modo in cui fare la spesa a quello con cui organizzare la dispensa, fino al modo migliore di destreggiarsi tra i fornelli. Sì, perché il testo è corredato di semplicissime ricette, da preparare senza strumenti complicati e con l’utilizzo di bicchieri e cucchiai: agli studenti piacciono le cose pratiche, semplici e veloci. L’autrice è una giovane nutrizionista che ha vissuto le ansie e le aspettative della vita universitaria fuori sede e che, una volta intrapresa la professione, si è ritrovata a dispensare consigli nutrizionali a numerose matricole; inoltre, già nutrizionista, è tornata tra i banchi come studentessa di medicina. Nel testo, un’attenzione particolare è rivolta alla cronobiologia, disciplina che studia gli orologi biologici e le loro connessioni con la salute, approfondita dall’autrice nella sua attività di ricerca: gli studenti hanno particolarmente bisogno di vivere in armonia con i propri ritmi biologici per garantirsi benessere fisico e mentale, ai fini dello sviluppo della creatività e della memoria.

MATRICOLE A TAVOLA è anche la prima guida alimentare, rivolta ai giovani, che persegue l’intento di renderli i consumatori consapevoli del domani. Affronta inoltre il delicato tema dei disturbi del comportamento alimentare, promuovendo l’importanza di un rapporto sereno con il cibo. Quindi, non è un libro di ricette ma un libro che è una “ricetta per la vita”, utile ad affrontare le difficoltà e anche i piaceri della gestione pratica della propria alimentazione una volta che si è andati a vivere fuori casa. La vita universitaria è un’esperienza unica, che influisce su tutta la vita a venire, e che termina con una laurea determinante per il futuro professionale dello studente. Questo libro aiuterà lo studente a scoprire nel semplice e quotidiano atto del “nutrirsi” una grande occasione di crescita, apprendimento ed esperienza. Con un’immagine culinaria, possiamo descriverlo come un pentolone nel quale confluiscono esperienze di vita universitaria e professionale, ricerche scientifiche e passione: così da cucinare un delizioso piatto che sarà utile ai giovani lettori per il resto della vita.

L’autrice:
Gloria Barraco, classe 1988, siciliana d’origine, ha vissuto tra Roma, Rende (CS), Pamplona e Murcia (in Spagna). Ha conseguito la laurea specialistica in Scienze della Nutrizione Umana al Campus Bio Medico di Roma, e un corso di Alta Formazione in Nutrizione Pediatrica e un Master in Gestione e Controllo della Qualità presso l’Università della Calabria. Ha svolto un’esperienza Erasmus nei laboratori di ricerca di fisiologia della nutrizione dell’Universidad de Navarra ed è stata Research Fellow nei reparti di Malattie Multifattoriali e Fenotipi Complessi dell’Ospedale Bambino Gesù di Roma. È autrice di un progetto di ricerca per lo studio degli aspetti cronobiologici nei bambini svolto presso i laboratori dell’Universidad de Murcia, in Spagna, e finanziato dalla Nestlè Nutrition Institute. Desiderosa di approfondire le proprie conoscenze nel campo medico, è prossima alla seconda laurea in Medicina e Chirurgia presso l’università La Sapienza di Roma. Sin dal conseguimento dell’abilitazione all’Albo dei Biologi ha svolto attività come libera professionista, applicando la dietoterapia a condizioni fisiologiche e patologiche. Alcune sue pubblicazioni scientifiche sono consultabili online; è stata più volte intervistata in merito alla sua attività professionale; fornisce consigli nutrizionali su diversi siti online specializzati. Il sito della sua attività professionale Officina del Nutrizionista, con annesse pagine Facebook e Instagram, ha migliaia di seguaci.

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SEGNALAZIONE | Figli del Congo, il thriller di Gianluca Turconi

La segnalazione di oggi vi propone il libro di Gianluca Turconi, Figli del Condo, un crime thriller ambientato nella Repubblica Democratica del Congo.

Sinossi:

Molti bambini giocano alla guerra. Altri, invece, combattono davvero, versando sangue in conflitti dimenticati.
Sono vittime e carnefici in stupri di massa, in pulizie etniche mascherate da rivoluzioni politiche e in traffici d’armi di cui non conoscono le finalità. È ciò che avviene da decenni nella Repubblica Democratica del Congo, in Africa. Ed è quanto accaduto a Kazadi, Joel e Ndaye, combattenti negli scontri congolesi a partire dalla prima adolescenza. A differenziarli da altri compagni meno fortunati appartenenti ai Mayi-Mayi Massengo, unità di guerriglieri del Congo orientale, è stata la capacità di riconoscere la ferocia della propria esistenza e di prendere la sola decisione possibile per salvarsi: fuggire.
Hanno così potuto espatriare illegalmente ad Anversa, in Belgio, paese che ha avuto a lungo un dominio coloniale sul Congo. Nel corso di dieci anni, i tre hanno scelto strade diverse in questa nuova vita: Kazadi si è integrato e ha aperto un ristorante etnico insieme alla moglie belga; Joel è divenuto un esponente di spicco della criminalità di medio profilo ad Anversa; Ndaye si è perso tra droga, scommesse e prostitute, ossessionato dalla ricerca dell’Uomo delle Navi, come chiama lo sconosciuto trafficante d’armi che controllava i trasporti verso il Congo, causa indiretta della loro fuga collettiva. Tuttavia, nessuno di loro è stato capace di dimenticare il passato. L’improvvisa sparizione di Ndaye, in cui sarebbero coinvolti l’Uomo delle Navi ed elementi dei Mayi-Mayi Massengo operanti in Belgio, metterà in moto un complesso meccanismo che porterà Joel prima a rimanere invischiato in una serie di omicidi e, successivamente, a scoprire alcuni segreti riguardanti la sua gioventù, celati in piena vista nell’apparente tranquillità belga. Per sopravvivere, dovrà lottare: contro i nemici sconosciuti che tirano le fila della macchinazione in cui è rimasto invischiato, contro le ambiguità dei Mayi-Mayi dei quali era stato compagno, contro la drammatica immutabilità del suo paese natio.
Dall’Europa all’Africa, durante inchieste giudiziarie, elezioni politiche dal risultato imprevedibile e inaspettati viaggi, andrà alla ricerca della risposta alla domanda a cui anche la sua vita è legata: esiste una possibilità per i giovani Figli del Congo delle nuove generazioni di cambiare il proprio destino di violenza e sanguinosi conflitti?

L’Autore:

Gianluca Turconi, nato nel 1972, già più volte finalista al Premio Alien per la narrativa fantascientifica e vincitore della XIII Edizione del Premio Lovecraft per la narrativa fantastica, ha effettuato studi linguistici e giuridici, e attualmente vive e lavora in provincia di Monza e Brianza. Da quasi un ventennio sostenitore del Software Libero, è stato tra i fondatori del progetto di marketing internazionale, di documentazione e di localizzazione italiana della suite software Apache OpenOffice, nonché curatore del dizionario italiano utilizzato dai programmi software Google Chrome, Mozilla Firefox e Thunderbird. Nell’ambito della narrativa thriller e fantastica ha pubblicato diverse opere (tra le altre “Destino criminale”, “Tijuana Express”, “Protocollo Aurora”, “La fine del gioco”, “Gli Dei del Pozzo”, “Alveare e dintorni”, “L’Altare”, “Fermata obbligatoria”) per case editrici e riviste specializzate nazionali e internazionali (Eterea Comics & Books, Delos Books, Asociación Alfa Eridiani, Axxón, Graphe, DiSalvo, A3, Horror Magazine). Ha inoltre rivestito il ruolo di editor per il romanzo “Figlio della schiera” di Giampietro Stocco (Chinaski) e di selezionatore e coordinatore della traduzione per l’antologia di narrativa fantascientifica latinoamericana “Schegge di futuro” (Letture Fantastiche).

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Consigli di lettura per il mese di Luglio

Il gran caldo è tornato a riempire queste giornate estive. Come affrontarlo? Il modo migliore è leggere un buon libro. Oggi, quindi, vi suggerisco un po’ di letture in collaborazione con l’Ufficio stampa Il Taccuino.

PRIMO LIBRO

Teologia del dominio di J. L. Bryan
J. L. Bryan presenta “Teologia del dominio”, un thriller distopico ambientato in un futuro non troppo lontano nella Nuova America. In un mondo trincerato dietro muri di cemento, in una società caratterizzata dall’invadente controllo del governo e dalle persecuzioni ai danni di chiunque eserciti il libero pensiero, il protagonista Daniel Ruppert si trova a fare i conti con un complotto su larga scala che sconvolgerà la sua esistenza. Edito in America con il titolo “Dominion”, il romanzo è stato tradotto e pubblicato in Italia da Urban Apnea Edizioni, come primo titolo in catalogo della casa editrice. Sarà scaricabile  gratuitamente a partire dall’ 11 Settembre 2019.

TRAMA: Un attacco nucleare alla città di Columbus (Ohio) impone negli Stati Uniti un regime totalitaristico basato sulle dottrine della Chiesa Dominionista, secondo cui le democrazie sono guidate dal demonio e i Cristiani caucasici hanno il dovere di controllare le sette aree che regolano la vita umana: economia, politica, media, arte, educazione, famiglia e religione. Mentre l’America è impegnata in una guerra mondialista contro Cina, Venezuela, Egitto e altri Stati del Medio Oriente (per reclutare discepoli secondo il comandamento di Gesù?), il nuovo Dipartimento del Terrore sopprime i movimenti di resistenza interni e gli squadristi delle Brigate della Libertà perseguitano le minoranze etniche. Daniel Ruppert, mezzobusto del notiziario di Los Angeles, riporta pedissequamente le notizie, spesso inattendibili, che gli vengono imposte. Immerso nel lusso di Bel Air e nei suoi circoli esclusivi insieme alla moglie, viene strappato via dalle sue certezze in un precipitare di eventi che lo portano a scoprire uno sconvolgente segreto governativo.

SECONDO LIBRO

Schiavi di Paolo Ostorero
Paolo Ostorero presenta “Schiavi”, un romanzo basato su una storia vera, quella di due ragazzi costretti a lasciare la loro terra, l’Africa, per inseguire il sogno di una condizione che possa essere chiamata vita, e cancellare un passato di miseria e disperazione. Felix partirà dal Camerun e Peter dal Sud Sudan, due paesi dalle diverse culture e in cui si parlano lingue differenti, e alla fine le loro rotte distanti ma parallele convergeranno nello stesso luogo, che potranno finalmente chiamare casa. Una storia dolorosa e commovente, scritta da un autore che spera che in futuro ci saranno sempre più ponti, e soprattutto meno muri.

TRAMA: Le storie di Felix e Peter somigliano a quelle di altri mille ragazzi: un’infanzia finita troppo presto, la violenza dentro e fuori la propria casa, il sogno di fuggire per costruirsi una nuova vita in un Paese migliore. Felix perde suo padre quando è ancora un bambino, Peter invece suo padre lo conosce quel poco che basta a temerlo: è un uomo duro e violento, incattivito dalla vita militare. Le loro esistenze non sono facili, non c’è spazio per i giochi, la scuola o le amicizie. La fame non fa sconti e l’unica soluzione è il lavoro, umiliante, faticoso e sottopagato. Per chi come loro nasce sotto i cieli infiniti dell’Africa, la vita sembra non possa essere migliore di così. Felix e Peter sognano l’Europa, quell’Europa dove si vive e si lavora onestamente, dove c’è sempre da mangiare, dove la parola “schiavo” si legge solo sui libri di storia. Senza conoscersi e senza saperlo, Felix e Peter iniziano il loro viaggio in parallelo, alla ricerca della vita che sognano; un viaggio fatto di città sconosciute, periferie immense, lavori umili e dolorose delusioni. Il costo della felicità è alto e bisogna rinunciare all’orgoglio, alla paura e persino all’amore. Ma quando non si possiede niente, i sogni diventano l’unico tesoro da difendere. Questa non è solo la storia di Felix e Peter. È la storia di chi lascia il proprio cuore in una casa vuota per intraprendere un viaggio spaventoso e necessario come solo la vita sa essere.

TERZO LIBRO

Stupro. La ragazza sporca di Stefania De Girolamo
Stefania De Girolamo presenta “Stupro. La ragazza sporca”, un romanzo intenso e introspettivo, che riesce a trattare del delicato tema della violenza sessuale con la lucidità e il rispetto necessari a indagare tutto il dolore e le domande che questo trauma si porta dietro. Un’opera dalla parte delle donne ma anche di tutta l’umanità, che semina pensieri profondi sull’essere vivente e sui gesti di bontà e cattiveria che, piccoli o grandi, possono influire sull’energia universale, avere echi che si propagano in eterno e condizionare il tempo futuro, come la giovane e sfortunata protagonista Monica dovrà imparare sulla sua pelle.

TRAMA: Una ragazza di sedici anni, Monica, viene aggredita e violentata da un gruppo di ragazzi. La giovane sarà costretta dalla madre a nascondere l’accaduto, in ragione di una paura recondita e radicata in seno da generazioni di gettare la famiglia nell’ignominia. Monica si chiuderà in sé stessa e troverà l’unico sfogo al suo dolore nella musica, esibendosi in sensuali danze in un locale notturno, senza mai permettere a nessuno di avvicinarla. Sarà lì che incontrerà un giovane, Marco, bello e con gli occhi dolcissimi e un tormento nel cuore. Nascerà un amore casto e sincero che aiuterà entrambi a riscattarsi da un passato di sofferenza, fino a quando la dura realtà non busserà alla loro porta.

QUARTO LIBRO

La vera storia del cristianesimo che i credenti forse non conoscono. Insostenibili contraddizioni tra storia e religione di Gianfranco Cingolani
Gianfranco Cingolani presenta “La vera storia del cristianesimo che i credenti forse non conoscono”, un’ispirata trattazione sulle contraddizioni probabilmente insanabili tra storia e religione, tra razionalità e fede. Il discorso lucido e coraggioso di un autore che vuole arrivare il più vicino possibile alla verità, che desidera comprendere l’origine dell’uomo e delle credenze religiose che l’hanno condizionato sin dall’alba dei tempi. Una ricerca storica aperta all’analisi di tutte le religioni, da quelle primitive fino alle tre grandi monoteiste, con un occhio di riguardo per il cristianesimo e per le sue controverse e discordanti linee di condotta.

TRAMA: Un credente ben difficilmente sente la necessità di mettere in discussione gli insegnamenti che ha ricevuto, cercando di risalire alla genesi delle sue convinzioni attraverso la verifica storica dei fatti accaduti. Molti cristiani non conoscono realmente la Bibbia con i suoi incredibili miti, e non sanno quale dio antropomorfo e crudele vi sia descritto. Se analizzassero poi la vera storia dei vangeli si accorgerebbero che gli autori non sono quelli noti, e che la loro descrizione è manipolata e troppo lontana dai fatti per poterne accertare l’autenticità e la credibilità. Anche la figura e la storicità di Gesù potrebbero assumere aspetti ben diversi e imprevisti. Quando la Chiesa di Roma, con Costantino e Teodosio, è diventata chiesa di stato, da perseguitata è diventata persecutrice e ha iniziato a scalare un potere temporale in netto contrasto con l’insegnamento evangelico. Si sono susseguiti una miriade di papi corrotti, simoniaci, depravati, assetati di ricchezza e potere, crudeli fino allo sterminio di milioni di innocenti. Alcuni perfino atei dichiarati. La Sacra Inquisizione, per cinquecento anni, ha fatto sterminare un centinaio di milioni di persone accusate di eresia, stregoneria, ebraismo o solo perché poveri indigeni americani. Il culto della Madonna, sconosciuto nei primi secoli, ha avuto uno sviluppo incredibile, probabilmente per allineare il cristianesimo al culto pagano di dee protettrici, vergini e madri. Le sue tantissime apparizioni, prodighe di speranze mirabolanti, di fatto garantiscono solo grossi affari per gli organizzatori ed i furbi che vi orbitano attorno. Vengono magnificati fenomeni poco credibili come la Sindone, oppure personaggi assai discussi come Padre Pio. Proliferano veggenti e stigmatizzati che attraggono milioni di speranzosi fedeli, così come accade per le tantissime e fantasiose reliquie sparse in tutta Europa. Analizzando i comportamenti degli ultimi papi santificati a furor di popolo e quanto sta tutt’ora accadendo all’interno della Chiesa, crescono i dubbi sulla sua credibilità e sulla sua discendenza divina. In questo libro l’autore ha voluto evidenziare le macroscopiche difformità dei fatti accaduti dagli insegnamenti predicati. In ogni tempo e in ogni luogo quasi tutte le religioni hanno sempre cercato di imporre il loro potere, sfruttando la credulità di persone facilmente fidelizzabili con fantasmagoriche promesse o minacce riservate magari in una seconda, improbabile vita.

QUINTO LIBRO

Con il casco azzurro verniciato a spruzzo di Alessandra Giorgi
Alessandra Giorgi presenta “Con il casco azzurro verniciato a spruzzo”, un romanzo intimo ed emozionante, una delicata riflessione sul tema del fine vita condotta mostrando la potenza e la bellezza dell’esistenza. Il racconto del rapporto di un padre con sua figlia che, con amore, rispetto e comprensibile timore, accompagna il genitore oltre il confine più importante; una donna che a tratti torna bambina, ma che alla fine accetta la grande responsabilità di stare accanto a chi ha scelto una morte dignitosa. Una nuova, toccante riflessione sull’umanità per la collana “Policromia” della casa editrice PubMe.

TRAMA: Con il casco azzurro verniciato a spruzzo è la storia di un uomo, un padre e un marito, con un carattere non comune, non sempre facile, ma curioso del perché di ogni cosa, forse anche per quella deformazione professionale di un chimico di laboratorio: egli vive intensamente la sua vita tra moglie, figlie, nipoti, lavoro e la passione per le motociclette. Malato da qualche decennio, dentro e fuori dagli ospedali, più e più volte con la vita appesa a un filo, il protagonista consuma pian piano le sue nove vite, come le nove vite di quei gatti che ammira e che non a caso fanno parte del suo quotidiano; intanto porta avanti una sua riflessione personale sul senso della vita, e sul modo di affrontare l’arrivo inevitabile della morte. Per anni pensa e medita, “impara a vivere”, fin quando sente che è arrivato il momento in cui può accettare di morire.

#ReadChristie2019 | Dieci piccoli indiani è la scelta di marzo

Per questo mese di marzo bisognava scegliere, per la #ReadChristie2019, la challenge dedicata alla scrittrice inglese e promossa in Italia da Davide e Marco del blog RadicalGing, quella che si considerava la storia più bella scritta da Agatha Christie. Io ho scelto Dieci piccoli indiani, che ho letto nell’edizione Oscar Mondadori.

Non è mai facile parlare dei romanzi di questa autrice, che ebbe come modello il grande Conan Doyle. Effettivamente Hercule Poirot può in qualche modo ricordare i tratti peculiari dell’investigatore per eccellenza, ma dobbiamo ammettere che le differenze sono tante. Nonostante questo non è mia intenzione parlarvi di Hercule Poirot, anche perché nel libro che ho scelto questo mese Poirot non compare, così come non appare l’altro grande personaggio uscito dalla penna della scrittrice inglese, ovvero Miss Murple.

Dieci piccoli indiani è un romanzo a sé stante ed è considerato forse tra i capolavori della Christie. Pubblicato in Inghilterra nel 1939, compare in italia nel 1945 e nella storia delle vendite è il giallo più venduto in assoluto, con le sue 110 milioni di copie vendute.

LA TRAMA

La storia è assai accattivante già dalle prime pagine. Otto personaggi, che tra loro non si conoscono, vengono invitati, ognuno con una motivazione diversa, da un certo Signor Owen a trascorrere una breve vacanza nella sua villa sull’isola di Nigger. Nessuno degli invitati riesce bene a ricordare chi sia il Signor Owen, ma nonostante ciò accettano di buon grado l’invito. Il mistero sull’identità dell’uomo non viene svelato nemmeno quando gli otto invitati giungono sull’isola, perché ad accoglierli ci sono solo il maggiordomo e la moglie, al loro primo incarico per il Signor Owen, di cui anche loro non conoscono il volto.

Il mistero si infittisce quando gli invitati trovano nelle loro stanze una strana filastrocca, che recita così:

Dieci poveri negretti
se ne andarono a mangiar:
uno fece indigestione,
solo nove ne restar.

Nove poveri negretti
fino a notte alta vegliar:
uno cadde addormentato,
otto soli ne restar.

Otto poveri negretti
se ne vanno a passeggiar:
uno, ahimè, è rimasto indietro,
solo sette ne restar.

Sette poveri negretti
legna andarono a spaccar:
un di lor s’infranse a mezzo,
e sei soli ne restar.

I sei poveri negretti
giocan con un alvear:
da una vespa uno fu punto,
solo cinque ne restar.

Cinque poveri negretti
un giudizio han da sbrigar:
un lo ferma il tribunale,
quattro soli ne restar.

Quattro poveri negretti
salpan verso l’alto mar:
uno un granchio se lo prende,
e tre soli ne restar.

I tre poveri negretti
allo zoo vollero andar:
uno l’orso ne abbrancò,
e due soli ne restar.

I due poveri negretti
stanno al sole per un po’:
un si fuse come cera
e uno solo ne restò.

Solo, il povero negretto
in un bosco se ne andò:
ad un pino si impiccò,
e nessuno ne restò.

All’inizio sembrano non farci caso, ma più passerà il tempo più si renderanno conto di quanto la filastrocca sia legata alle strane morti a cui sono costretti a fare i conti. Altro importante avvenimento è la presenza, e poi man mano la scomparsa una alla volta, delle 10 statuette raffiguranti uomini di colore, che occupano un ripiano della sala da pranzo. I delitti sembrano destinati a rimanere irrisolti; chi indagherà non riuscirà a ricostruire con chiarezza gli eventi accaduti sull’isola, ma una lettera imbottigliata e lasciata al mare permetterà poi di chiarire quanto accaduto, chiarimento che al lettore in realtà non serve, perché ha più di tutti il quadro completo.

LA CURIOSITÀ

Non posso dirvi molto di più per non rovinare la lettura di questo capolavoro del giallo, ma posso svelarvi una piccola curiosità legata alla traduzione del titolo. Il titolo originale The Little Niggers, letteralmente può essere tradotto con “Dieci piccoli negri”, che nelle prime edizioni italiane viene trasformato in …E poi non rimase nessuno e a partire dal 1977 in Dieci piccoli indiani. Da notare anche che le statuette descritte nel romanzo non sono in realtà degli indiani ma persone di colore. Inoltre, anche il nome dell’isola “Nigger”, o la filastrocca, rimanda a questa volontà della Christie di dare un accento particolare alla questione.

Nel XVII secolo la parola Nigger, comparsa in origine nell’Irlanda del Nord, era una parola comune, una semplice variante di Negro, ma a partire dal 1825 gli abolizionisti americani la rifiutarono, sostenendo che si trattava di un termine sprezzante per indicare la popolazione di razza nera. Di sicuro il termine aveva assunto un significato dispregiativo nei secoli, per cui molti si sorpresero nel vedere l’uso che ne fece la scrittrice inglese. In difesa della Christie intervenne G.C. Ramsey, che ne suo saggio Agatha Cristie, la signora del mistero, ha scritto:

A nessuno sarebbe mai venuto in mente di usare la parola Niggers in una filastrocca per bambini con l’intenzione di offendere la razza nera.

Fatto sta che diverse furono le proteste davanti ai teatri nel 1966 durante la messa in scena dello spettacolo ispirato al romanzo e prima di quella data, in America, già avevano modificato il titolo originale fino a giungere all’attuale versione con gli indiani.

 

SEGNALAZIONE | Le janare, il libro di Gaetano Lamberti

Oggi inauguro una nuova categoria, dedicata alle segnalazioni brevi e veloci di libri, ma non solo. Questo spazio sarà dedicato a tutto quello che ritengo debba essere degno di attenzione.

Ho il piacere di iniziare con la segnalazione del libro di Gaetano Lamberti, Le janare, edito da Il seme bianco.

Le janare sono donne vecchie, cattive e solitarie, che al calar del sole si intrufolano nelle case per far del male.

LA TRAMA

Castel di Sopra, 1997. Nonno Alfonso regala a suo nipote Martino una spilla da balia e un sacchetto pieno di sale, «Contro il malocchio», gli dice. Ma ciò sembra non arrestare gli eventi che di lì a poco catapulteranno la famiglia di Martino in un turbinio di sciagure e di orrori. Di notte, alle tre in punto, una vecchia fattucchiera entra nella loro casa e lascia i segni del suo passaggio. Da allora, secondo la tradizione popolare, la famiglia proteggerà la casa mettendo accanto a ogni porta d’ingresso una scopa capovolta. Il susseguirsi di disgrazie, però, sembra non arrestarsi e costringerà tutti a non fidarsi l’uno dell’altro e a scontrarsi in un vortice di iattura che svelerà terribili segreti e arriverà a estreme conseguenze.

L’AUTORE

Gaetano Lamberti nasce il 4 agosto 1989 a Nocera Inferiore, in provincia di Salerno. All’età di venti anni si arruola nelle Forze Armate, dove prosegue gli studi laureandosi in Giurisprudenza e frequentando un master in Criminologia e Studi giuridici forensi. Nel 2016 si iscrive alla Scuola di scrittura creativa Omero e cinque dei suoi racconti sono stati selezionati per essere pubblicati sulle riviste MagO e Grado Zero. Attualmente vive a Roma.

 

Le avvelenatrici leggono Alexandre Dumas

Finalmente vi parlo de L’avvelenatrice, il libro di Alexandre Dumas (padre) oggetto della lettura condivisa, promossa dal mio blog e da Caterina Maestri di Caterina e Dintorni.


In quattro giorni abbiamo letto questo breve romanzo, che nell’edizione Abeditore è un vero gioiello dell’editoria.

Sono tantissimi gli aspetti di cui voglio parlarvi, quindi procedo in ordine, partendo proprio da come è nata questa inziativa.

#L’idea
Questa iniziativa nasce dalla collaborazione entusiasmante con Caterina Maestri, con la quale già avevo fatto l’esperienza della lettura condivisa e che questa volta abbiamo voluto allargare anche ad altre blogger e lettrici.

#LaSceltadelLibro
Abbiamo scelto il libro di Dumas nell’edizione Abeditore perché si tratta di un prodotto veramente eccezionale, curato nei minimi particolari: la copertina e l’interno sono corredati di bellissime illustrazioni che rimandano al contenuto del romanzo.

#LaTrama
Il romanzo, seppur breve, narra la vicenda di Marie-Madeleine D’Aubray – una donna senza scrupoli, che decide di avvelenare i propri familiari per impossessarsi dei loro beni – e del processo che la condurrà al patibolo.

#Curiosità
Il libro e l’iniziativa di lettura hanno acceso in noi l’attenzione su altre idee e la voglia di approfondire altri argomenti.

Presunto ritratto di Lucrezia Borgia, Bartolomeo Veneto (~1510) Fonte Wikipedia

#LucreziaBorgia
Una di queste curiosità è sicuramente l’attenzione a quella che nella storia è passata come la più spietata tra le avvelenatrici. In realtà, ho scoperto, approfondendo la sua biografia, che Lucrezia Borgia ha trascorso una vita in balìa degli altri. La sua esistenza è stata letteralmente usata dal padre. Ma questa è un’altra storia, di cui vi parlerò in un articolo dedicato.

#L’anello
Non so se vi ho mai detto che sono una accumulatrice di cose strane, e tra le cose strane che ho, c’è un anello che aprendosi nasconde una cavità dove è possibile inserire del veleno. Secondo quanto mi fu detto all’acquistato, l’anello risulta disegnato su un modello appartenuto veramente a Lucrezia Borgia. Non so se sia vero, poco importa, di sicuro lo userò per motivi puramente estetici, di certo non per avvelenare.

#AlexandreDumas
Ho approfondito anche la biografia dell’autore e ho scoperto che Dumas è stato un sostenitore delle imprese di Garibaldi, sovvenzionando economicamente anche le sue campagne. Inoltre, ha trascorso alcuni anni a Napoli, dove ha ricoperto incarichi pubblici. Anche di questo ve ne parlerò in un post dedicato. Vi tocca!!!!

A. Dumas padre – Fonte Wikipedia

#Abeditore
Questo editore inizialmente si dedica alla didattica musicale, ma ha l’intuizione poi di allargare gli orizzonti alla narrativa d’autore e in particolare a quella narrativa messa in secondo piano o mai tradotta in Italia. A questo aggiunge una grafica e un progetto editoriale a cui è difficile resistere.

#L’esperienzadilettura
È stato molto bello condividere con altre persone, in un gruppo virtuale, la lettura di questo libro. È stato bello conoscere nuove persone, scambiare opinioni e imparare nuove cose e punti di vista. Questo tipo di esperienze indicano l’importanza dei libri e della cultura in generale: si ampliano gli orizzonti, si abbattono le barriere sociali, si accorciano le distanze e si fa fronte comune contro superficialità e ignoranza.

#IlPremio
Al termine di questa esperienza abbiamo deciso di lasciare alle partecipanti un piccolo ricordo dell’esperienza. La bravissima Caterina ha regalato ad ognuna uno dei Mandala da lei realizzato, che vedrete presto in uno dei miei post di Instagram, e io ho realizzato la Patente di Avvelenatrice. Tutte hanno portato a termine la lettura sane e salve, aggiudicandosi così il titolo di Avvelenatrice.

#Ringraziamenti
Doveroso il mio grazie a tutte le partecipanti, ad Abeditore per averci sopportato in questa avventura e, non ultima, a Caterina Maestri per il suo entusiasmo e la condivisione di idee pazze.

A presto!