Archivi tag: Di Renzo Editore

Segnalazione: Homo. Arte e scienza, il libro di Pietro Greco

Fresco di stampa per Di Renzo Editore è “Homo – arte e scienza”, il nuovo libro di Pietro Greco.

Appena uscito in libreria il libro di Pietro Greco, Homo – arte e scienza, edito da Di Renzo Editore, in cui si parla di arte e scienza e della loro connessione. L’arte è parte vitale e integrante dell’evoluzione umana; la scienza un suo essenziale corollario. Non c’è separazione tra le due culture: esse si incontrano, sostanziandosi in un dialogo continuo di scambio e influenze reciproche.

Sinossi

Galileo grande scrittore e teorico della musica. Leopardi scienziato e storico dell’astronomia. Primo Levi encomiabile divulgatore della scienza. Einstein e Picasso legislatori dello spazio e del tempo. Dante teorico della democrazia scientifica. Non è il sovvertimento delle regole comuni, ma il frutto di una secolare, forse millenaria, alleanza fra intuizione creatrice e ragione scientifica. Dalla musica agli studi sulla percezione, dalla pittura alle regole della simmetria, dall’architettura all’utopia, dalla scrittura alle prime esplorazioni celesti, dalle pitture rupestri alla tecnica e chimica dei colori, la
dimensione umana riunisce, allaccia e confonde quel che un certo dogma culturale vorrebbe disgiunto: arte e scienza. Questo libro descrive come e perché parlare di due culture sia un errore, oltre che una mistificazione della realtà storica dell’evoluzione della specie Homo. Con l’arte sapiente della divulgazione scientifica, Pietro Greco trascina il lettore in un’avventura ricca di
insospettabili scoperte e affascinanti rivelazioni.

L’Autore

Pietro Greco, giornalista e scrittore, è tra i nomi più autorevoli della divulgazione scientifica in Italia. Già coautore e responsabile scientifico per la RAI della famosa trasmissione “Pulsar: storia della scienza e della tecnica nel XX secolo” e direttore del Master in Comunicazione scientifica della SISSA di Trieste, dove attualmente è project leader del gruppo di ricerca ICS (innovazioni nella comunicazione della scienza). Storico conduttore del programma “Radio 3 Scienza”, è consulente scientifico per Rai Cultura. È stato consigliere del Ministro dell’Istruzione, dell’Università e della Ricerca dal 2006 al 2008 e membro del consiglio scientifico dell’Istituto superiore per la protezione e la ricerca ambientale (ISPRA). Da sempre impegnato con i più giovani nella formazione di una classe di giornalisti dedita alla ricerca in comunicazione scientifica. È cittadino onorario della città di Forlì. È accademico corrispondente delle classi di discipline umanistiche e scientifiche dell’Accademia delle Arti del disegno di Firenze. Nel 2019 è stato eletto laureato illustre dell’Università Federico II di Napoli. È caporedattore del magazine “Il Bo Live” dell’Università di Padova e presidente del Circolo Georges Sadoul di Ischia. Tra le sue molte opere, segnaliamo la monumentale storia “La scienza e l’Europa”, dalle origini ai nostri giorni.

Come “Comprendere i bambini”, nel libro di Silvana Quattrocchi Montanaro

Il libro di oggi è un saggio molto interessante sul mondo dei bambini. “Comprendere i bambini” di Silvana Quattrocchi Montanaro edito Di Renzo Editore, ci parla dei primi tre anni di vita dei bambini, un tempo fondamentale nel quale è necessario iniziare a costruire l’individuo del futuro. Alcune carenze in questo periodo non saranno mai più recuperate e per questo motivo l’autrice, esperta di neuropsichiatria infantile, igiene e nutrizione, ci spiega passo dopo passo, a partire dal concepimento, quali sono le azioni da compiere per relazionarsi al meglio con l’infante.

Dopo la premessa, che introduce il lettore all’argomento, il libro di divide in tre parti dedicate alle fasi di sviluppo del bambino a partire dalla vita prenatale fino ai tre anni di vita. Si tratta di un libro ricco di informazioni, adatto a chiunque, sia a chi è in attesa di un figlio o a chi sta progettando di averne, ma è utile anche a chi vuole solo approfondire la conoscenza della neurologia infantile. Questo testo è scritto talmente bene, che risulta assai coinvolgente e alimenta il desiderio di comprendere il meccanismo di crescita psichica del bambino. È uno strumento importantissimo, che andrebbe regalato a tutte le giovani coppie.

L’autrice ha come riferimento costante l’impegno della grande Maria Montessori, che prima di tutti ha avviato un lavoro instancabile e innovativo sullo sviluppo dei bambini. Il libro insiste sulla necessità di creare una relazione stabile e una comunicazione costante con il bambini, che a questa età, ovvero 0-3 anni, hanno bisogno di continui stimoli, affinché possano sviluppare e alimentare le proprie capacità relazionali, possano imparare a conoscere il mondo che li circonda e cosa importante a ricevere la serenità giusta per affrontare le sfide che vengono dall’esterno.

Fondamentale è il rapporto tra il nascituro e la madre:

“Il nascituro è spinto al cambiamento dal dinamismo stesso della vita e il parto può essere un’esperienza positiva per la madre e il suo bambino. Alla fine di questo processo la madre può finalmente incontrarlo direttamente, vederlo e toccarlo mentre il neonato può sperimentare in modo diverso la presenza dell’essere umano che conosce da molto tempo: il luogo è diverso, ma la persona è la stessa. Insieme, ma in maniera migliore, queste due persone possono continuare a condividere l’esperienza della vita”.

Il legame con la madre si stabilisce all’atto del concepimento e continua dopo la nascita. In questa fase la Montanaro ci spiega cosa la madre deve fare e con lei il padre, il quale non ha un ruolo secondario. La mente del bambino è particolarmente sviluppata e adatta alla recezione di informazioni e per questo motivo va continuamente stimolata nel modo corretto. Comunicazione, movimento, arte, musica, alimentazione e molto altro sono tutti elementi che vanno somministrati nelle giuste modalità e tempistiche e Silvana Quattrocchi Montanari ci accompagna in questo bellissimo percorso di crescita, spiegandoci cosa va fatto e in che maniera.

La ricchezza, che ogni individuo ha dentro, può trovare espressione soltanto in un ambiente e con l’aiuto di questo ambiente, ma in esso è la presenza degli altri esseri umani che conta, perché in grado di trasformare l’ambiente stesso per renderlo più favorevole allo sviluppo della vita.

Consigliatissimo!!!!

Se vuoi acquistare il libro puoi CLICCARE QUI e approfittare della mia affiliazione Amazon

L’arte di colpevolizzare, lo studio di Robert Neuburger

L’arte di colpevolizzare è un saggio breve di Robert Neuburger, edito da Di Renzo Editore.

Si tratta di un testo estremamente interessante, frutto della grande esperienza dell’autore in campo medico. Robert Neuburger è psichiatra e psicoanalista ed è specializzato in terapia di coppia. Nel suo libro, l’autore analizza le origini, le motivazioni e le tecniche che le persone, all’interno del legame coniugale o di coppia, mettono in atto per colpevolizzarsi reciprocamente.

Nell’introduzione, lo psichiatra ci fa avvicinare all’argomento spiegandoci l’origine di questa pratica che nasce da tre tipologie di auto-colpevolizzazione che si sviluppano in età infantile: una deriva dal rapporto con il padre; un’altra dal rapporto con la madre e la terza deriva dall’insieme, ovvero dall’ambito sociale e dal gruppo in cui il bambino è inserito.

Una volta adulti, approdiamo dunque alla coppia con tre capacità acquisite dall’infanzia: quella di sentirsi colpevole di trasgressione (auto-colpevolizzazione paterna); quella di sentirsi colpevoli di disamore (auto-colpevolizzazione materna); e quella di sentirsi colpevoli di slealtà (auto-colpevolizzazione di fronte ai gruppi). A partire dalla nascita, incontriamo una serie di persone – genitori, insegnanti, educatori – che utilizzeranno questi tre registri dell’auto-colpevolizzazione per trasmetterci divieti, principi e valori. Tale processo, che costituisce il Super-Io, si chiama educazione.

Dal secondo capitolo l’autore entra più nello specifico e inizia a spiegarci le tecniche di colpevolizzazione, che nella coppia – a seconda del vissuto del singolo – possono variare e oscillare da azioni di poco conto fino a comportamenti patologici. Il lettore non deve spaventarsi e pensare che la lettura di questo testo possa risultare troppo tecnica, perché la narrazione è ricca di esempi provenienti direttamente dalla esperienza dell’autore sul campo. La serenità di coppia, ci dimostra Neuburger in questo libro, dipende molto dalla capacità dei soggetti coinvolti di mantenere un equilibrio:

Tuttavia nella mia esperienza di terapeuta di coppia, sembra che ciò che riesce a permettere la sopravvivenza della coppia dipenda più dalla capacità d’inventare compromessi, essere tolleranti e soprattutto conservare il senso di ciò che è relativo, dall’autoironia, dall’umorismo, piuttosto che dalla capacità di colpevolizzare. Non dimentichiamo mai che i conflitti scoppiano solo quando i partner hanno entrambi ragione e, come dice il poeta Yehuda Amichai, “dalla ragione, i fiori non spunteranno mai”.

Il testo è, inoltre, arricchito da simpatiche e calzanti illustrazioni di Tom Tirabosco e in appendice c’è un test che il lettore può fare, un “giochino” per valutare il rapporto personale con la colpevolizzazione e per riconoscerne le tecniche.

Se il libro ti interessa puoi acquistarlo qui, attraverso il mio link di affiliazione Amazon.

 

Professione reporter, una passione piena di avventura

La professione del reporter è sicuramente una delle più affascinanti, quella che ti permette di viaggiare, conoscere luoghi, usi e costumi, che ti mette in contatto con le personalità più importanti del mondo, che ti regala grandi soddisfazioni ed emozioni, ma che nasconde anche e non pochi pericoli.

A raccontarci la vita del reporter è Gianni Perrelli nel suo libro Professione reporter, edito Di Renzo editore. L’autore è uno dei maggiori reporter internazionali per la carta stampata e ha un curriculum invidiabile e in questo suo ultimo lavoro editoriale ci racconta la sua professione a partire dagli albori, con tutte le difficoltà e la classica gavetta.

Il libro nasce da una richiesta e non da una esigenza dell’autore, ma esso risulta appassionante ed entusiasmante per il lettore occasionale e per colui che invece vuole conoscere meglio i meccanismi dell’ambiente giornalistico.

Questo libro nasce dalla provocazione amichevole dell’editore incuriosito dal ristretto ambiente degli inviati internazionali della carta stampata.

A questa richiesta sono seguiti da parte dell’autore una serie di dubbi e paure. La paura, infatti, era proprio quella di

non riuscire a calibrare i toni, di prendersi troppo sul serio, di enfatizzare una attività che appartiene all’onesto artigiano e non al mito. Ma poi mi sono lasciato sedurre dall’idea che, dopotutto, anche questo era un viaggio. All’interno di meccanismi per me naturali, ma che al di fuori emanano evidentemente il fascino delle dimensioni insolite.

Perrelli ripercorre così i momenti salienti della sua professione che è arrivata quasi inconsapevolmente:

(Da giovane) avevo ancora le idee confuse sul futuro. Non ero del tutto convinto di voler fare il giornalista. Ignoravo anche di cosa esattamente si trattasse. Pensavo che il giornalista fosse un signore adibito soltanto a scrivere. (…) Avevo una concezione decisamente naïf della stampa scritta. Anche se di giornali facevo quotidiane scorpacciate.

Dai primi passi nel giornalismo sportivo, pagati appena, ne ha fatta di strada Perrelli, fino a diventare corrispondente da New York prima de L’Europeo e poi de L’Espresso. Ha ricoperto importanti ruoli e si è ritrovato a testimoniare attraverso le righe dei quotidiani avvenimenti salienti dai fronti caldi del pianeta. Detto così sembra che sia stata una passeggiata per Perrelli raggiungere certi traguardi, ma il lavoro di reporter non è proprio una scampagnata, ma la passione ha fatto il grosso del lavoro.

È evidente che per preferire la carriera di inviato a quella di dirigente si debba avere più un’indole da solista che da direttore d’orchestra. Accompagnata però da un grande spirito di adattamento e da una predisposizione naturale a non lasciarsi scoraggiare dalle difficoltà impreviste. È una vita fatta solo in superficie di cartoline esotiche, alberghi di lusso e viaggi in business class. Nella realtà, per quanto mondo uno possa aver girato e per quanti informatori sia riuscito a farsi amici, devi quotidianamente affrontare le insidie della solitudine, il muro di costumi e culture diverse, la differenza di gente così lontana da te che spesso non ama vedere esposti i suoi panni in piazza.

Molte volte la professione del reporter è vista come un privilegio, ma è veramente così? Gianni Perrelli, con la sua prosa asciutta, veloce e chiara ci dice che il suo è un lavoro difficile, che sì dà soddisfazioni, ma le soddisfazioni sono tutte guadagnate attraverso il pericolo e le privazioni.

Uno degli aspetti negativi della vita di inviato è che non puoi mai pianificare del tutto la tua vita privata. Se c’è un fatto grosso da coprire, puoi essere pregato di partire da un momento all’altro. Non ti salva a volte neanche il fatto di essere in ferie. A norma di contratto puoi essere richiamato. Ma sei tu stesso che rinunci alla vacanza. (…) Non tutti, a onor del vero, ti considerano un fortunato. Non so quanti farebbero veramente una vita del genere. Che è lastricata ovviamente anche di sacrifici e di rinunce, oltre che di emozioni e di privilegi. Diciamo che richiede una certa vocazione, una perpetua capacità di sorprendersi. Se ce l’hai senti meno la fatica e i disagi, e apprezzi in misura sicuramente esagerata le opportunità e i riconoscimenti.

È appassionante il racconto di Perrelli, interviste agli uomini più importanti del mondo nei momenti cruciali della storia mondiale, viaggi avventurosi e imprevisti, ma anche albe e tramonti, storie comuni e scenari esotici. Quello di Perrelli è un lavoro non facile, ma bello e fatto per chi ha una vera passione per la conoscenza e l’informazione, una informazione reale, non artefatta, in cui la notizia è stata vissuta sulla propria pelle e non per sentito dire. Perrelli è un giornalista vero, che non si adagia sugli allori, che non ricicla le notizie, ma che documenta, che scruta e cerca di capire per farci capire e il suo libro ce lo testimonia. Professione reporter è un gran bel libro, un racconto coinvolgente e che appassiona gli amanti del giornalismo e non solo.

L’AUTORE

Gianni Perrelli è un giornalista e scrittore italiano. Negli anni dell’università inizia la carriera giornalistica a Bari nelle redazioni de Il Tempo e della Gazzetta del Mezzogiorno. Trasferitosi a Roma, diventa professionista nel 1970 lavorando per l’agenzia di stampa Inter Press Service e occupandosi di politica, di cronaca e di spettacoli. Nel 1972 è assunto dal Corriere dello Sport e si specializza nel ciclismo e nel calcio. Nel ’76 è promosso inviato speciale. Nel 1977 il passaggio a L’Europeo, dove segue la politica nazionale e la cronaca. Nel 1980, all’inizio dell’era reaganiana, è nominato corrispondente dagli Stati Uniti.

Dal profondo del cuore | Il racconto amaro di Ciro Campanella, il cardiochirurgo allievo di Barnard

Dal profondo del cuore (Di Renzo Editore) è la narrazione, in forma quasi diaristica, del percorso professionale di Ciro Campanella.

L’autore è un cardiochirurgo di fama internazionale. È stato allievo del celebre Christiaan Barnard, ha diretto per quasi trent’anni l’unità cardiochirurgica della Royal Infirmary di Edimburgo, ha operato in tutto il mondo, ha formato generazioni di chirurghi e a lui si devono importanti progressi nell’ambito della cardiochirurgia.

La crescita professionale di quest’uomo è raccontata come se fosse un diario, però non un diario intimo come potremmo immaginare, ma un racconto sistematico che ad un certo punto trasuda amarezza. Infatti, Campanella decide di tornare in Italia, colto da una sorta di richiamo malinconico e nostalgico delle sue radici, ma il rientro in patria sarà più traumatico del previsto.

Senza mezzi termini, l’autore denuncia un comportamento e una gestione della sanità italiana fallente sotto tutti i punti di vista. Personaggi che antepongono interessi personali e privilegi al bene del paziente, strutture carenti, personale poco professionale e una Politica che a tutto pensa tranne che al progresso sociale e civile.

In Italia, ho visto pazienti trattati senza rispetto e decoro: costretti a dividere, ad esempio, due bagni in dodici. Ho visto pazienti che non vengono visitati per intere giornate dai medici responsabili; reparti in cui il monitor viene spento di proposito per favorire il sonno di chi invece dovrebbe vegliare sullo stato di salute dei degenti.

Ciro Campanella si guarda bene dal generalizzare e parla in base alla sua esperienza personale, ma evidente, anche in relazione a quanto si sente in televisione ogni giorno, che qualcosa non va in Italia. Evidente nel suo racconto anche la differenza tra il nostro paese e il resto del mondo.

Ho scoperto tornando in Italia, che non si riesce a cambiare un sistema, e tanto meno un atteggiamento mentale, fatto di individui ai quali nessuno ha insegnato una buona prassi e che, alla meglio, possono dirsi autodidatti. Parlo di individui che hanno perduto le loro vite professionali senza mai scoprire dove sarebbero potuti arrivare, se solo avessero avuto il coraggio di provarci.

Ciro Campanella

Quanta amarezza nelle parole di Ciro Campanella! Se avrete modo e voglia di leggere il suo racconto umano e professionale saranno tanti i motivi per provare rabbia verso chi ha scelto una professione destinata ad aiutare, ma che poi ha trasformato in qualcosa di diverso.

Per fortuna l’Italia non è tutta così.  Oggi abbiamo ottimi ospedali ed eccellenze mediche, ma che purtroppo non fanno notizia e vengono offuscate da pratiche viziate o fuori dalla regola. In questo marasma di colpi bassi e mancini, Ciro Campanella ha, per fortuna, incontrato anche persone professionali e dedite al prossimo, ma soprattutto il suo ultimo pensiero, in chiusura di libro, è per i suoi pazienti “che dai loro letti vedevano e osservavano, coglievano le differenze ed erano testimoni di quanto difficile fosse la mia impresa”.