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La dozzina stregata: Borgo Sud di Donatella Di Pietrantonio

Presentiamo ‘Borgo Sud’ di Donatella di Pietrantonio: «C’era qualcosa in me che chiamava gli abbandoni»

“Borgo Sud” di Donatella Di Pietrantonio, edito da Einaudi, è il quarto libro entrato nella cinquina finalista del Premio Strega 2021. Il volume è stato presentato da Nadia Fusini. leggiamo, dunque, la sua presentazione.

Scrive Nadia Fusini

«Con quest’ultimo romanzo, Borgo Sud, Donatella Di Pietrantonio si conferma scrittrice di grande forza e solidità, che sa trovare la parola esatta per dire i sentimenti, grazie a una scrittura scabra ma densissima, che ha un passo tutto suo nel solco di una solida tradizione.
Qui a tema è il legame tenace, ondivago, spesso ambivalente tra sorelle, creature diverse eppure riconducibili alla stessa matrice, quella madre riluttante che in Borgo Sud è la ferita originaria per entrambe.
Donatella Di Pietrantonio racconta da sempre le spire dolorose del rapporto madre-figlia, ma in questo romanzo intenso e abilmente tessuto dal punto di vista narrativo, le due sorelle protagoniste sanno trovare l’una nell’altra conforto, pungolo, salvezza.
Nella lunga notte in cui si mette in viaggio per ricongiungersi ad Adriana, la sorella indocile, spericolata, la narratrice compie un viaggio coraggioso nella memoria, in un andirivieni naturale, emozionante, seguendo il filo sottile e resistente dei ricordi. Perché allontanarsi, nello spazio e nel tempo, non basta a volte a ricucire gli strappi, a dimenticare certi amori giovanili precipitosi. L’appartenenza, nei romanzi di questa scrittrice, più che una condizione è infatti un movimento, una negoziazione continua con le proprie radici, i propri luoghi, così peculiari e tuttavia così universali, perché letterari.
Per questi motivi desidero presentare Borgo Sud di Donatella Di Pietrantonio al Premio Strega 2021.»

Sinossi

È il momento più buio della notte, quello che precede l’alba, quando Adriana tempesta alla porta con un neonato tra le braccia. Non si vedevano da un po’, e sua sorella nemmeno sapeva che lei aspettasse un figlio. Ma da chi sta scappando? È davvero in pericolo?
Adriana porta sempre uno scompiglio vitale, impudente, ma soprattutto una spinta risoluta a guardare in faccia la verità. Anche quella più scomoda, o troppo amara. Così tutt’a un tratto le stanze si riempiono di voci, di dubbi, di domande.
Entrando nell’appartamento della sorella e di suo marito, Adriana, arruffata e in fuga, apparente portatrice di disordine, indicherà la crepa su cui poggia quel matrimonio: le assenze di Piero, la sua tenerezza, la sua eleganza distaccata, assumono piano piano una valenza tutta diversa.
Anni dopo, una telefonata improvvisa costringe la narratrice di questa storia a partire di corsa dalla città francese in cui ha deciso di vivere. Inizia una notte interminabile di viaggio – in cui mettere insieme i ricordi -, che la riporterà a Pescara, e precisamente a Borgo Sud, la zona marinara della città. È lì, in quel microcosmo così impenetrabile eppure così accogliente, con le sue leggi indiscutibili e la sua gente ospitale e rude, che potrà scoprire cos’è realmente successo, e forse fare pace col passato.

L’Autrice

Donatella Di Pietrantonio vive a Penne, in Abruzzo, dove esercita la professione di dentista pediatrico. Con L’Arminuta (Einaudi 2017, tradotto in piú di 25 paesi) ha vinto numerosi premi, tra cui il Premio Campiello, il Premio Napoli e il Premio Alassio. Per Einaudi ha pubblicato anche Bella mia (prima edizione Elliot 2014), con cui ha partecipato al Premio Strega 2014 e ha vinto il Premio Brancati, e Borgo Sud (2020).

Leggere d’estate: alcuni suggerimenti per voi!

I mesi estivi sono il tempo del riposo, del relax, ma possono essere anche un buon tempo per recuperare le letture trascurate durante il lungo inverno. Questo è il periodo giusto per intensificare la lettura e recuperare i libri accumulati sul comodino.

Il 2018 è stato un anno ricco di novità letterarie, molte di notevole rilievo. Tra queste suggeriamo La ragazza con la Leica di Helena Janeczek (Guanda), vincitrice dell’ultimo Premio Strega. Il romanzo ha come protagonista la giovane fotografa tedesca Gerda Taro, conosciuta ai più per la relazione con il celebre fotoreporter Robert Capa, ritratta attraverso gli occhi di Georg Kuritzkes, il militante che l’ha amata. Questo romanzo oltre a raccontare una donna, ci parla di un periodo storico, gli anni ’30, di ideali, di riscatto, di lotta politica.

Se siete appassionati di biografie, quest’anno il Premio Strega ha proposto nella cinquina finale anche La corsara di Sandra Petrignani (Neri Pozza), che ci restituisce un ritratto inedito di Natalia Ginzburg, esempio di donna che emerge in un periodo in cui la donna non occupava facilmente posizioni lavorative di rilievo.

Se invece amate i gialli italiani, molto belle sono le avventure del commissario Ricciardi, il personaggio nato dalla penna di Maurizio De Giovanni, di nuovo nelle librerie con Il purgatorio dell’angelo (Einaudi).

Per gli appassionati di saghe familiari, dopo i Cazalet di E. J. Howard, Fazi editore ripubblica La famiglia Aubrey il primo di tre volumi della controversa Rebecca West.

Tra i classici non può mancare un libro di Calvino – Palomar o Il sentiero dei nidi di ragno per citarne qualcuno – o Stoner di J. E. Williams.

Per i più giovani e per chi si vuole lasciare appassionare da ambientazioni fantasy, il primo volume della saga dell’Attraveraspecchi, Fidanzati dell’inverno (Fazi), sarà una giusta e coinvolgente compagnia.

L’ultima segnalazione è il nuovo lavoro di Paolo Mieli, La storia del Comunismo in 50 ritratti (Centauria). L’autore ricostruisce uno spaccato della storia politica contemporanea attraverso cinquanta brevi ritratti di personaggi cruciali come Lenin, Stalin, Che Guevara, il cui profilo rientra nel racconto di fatti e avvenimenti cruciali della storia del Comunismo.

Per i più piccoli vi segnalo il libro di Stella Nosella Sebastian’s chronicles, (Capponi) la nuova saga storico fantasy per bambini pensata su misura per loro. Storia, mistero ed avventura si mescolano portando i giovani lettori a scoprire o riscoprire luoghi e leggende del nostro bel paese, facendo proprie le nozioni di storia, geografia e cultura generale che il protagonista Sebastian utilizza per risolvere gli enigmi che, di volta in volta, incontra sulla sua strada.

Buone letture estive!!!

La ragazza dello Sputnik di Murakami

La ragazza dello Sputnik, edito da Einaudi, è il primo romanzo che ho letto di Murakami. Si tratta di un romanzo breve che sembra raccontare una storia normale, lineare, ma poi si entra nella personalità dei singoli personaggi e ci si inizia ad incuriosire.

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Conosciamo la protagonista, Sumire, una giovane donna impulsiva, disordinata che ama scrivere, pur non avendo ancora ben chiara una idea o un progetto di ciò che desidera fare nella sua vita. Sumire non è fidanzata, ma ad un certo punto si innamora di una donna, Myu, che ci appare come il suo esatto contrario, ma proprio per questo le due donne andranno d’accordo da subito, come se fossero le due facce di una stessa medaglia. Myu è una donna elegante, acculturata, che commercia in vino per il mondo. Tra le due nasce un legame di fiducia e Sumire inizia a lavorare per Myu. A raccontarci la vicenda è la voce narrante del terzo protagonista, un uomo del quale non conosciamo il nome, ma che sappiamo essere innamorato di Sumire. Quest’ultima segue Myu in un viaggio di lavoro in Europa, e dopo aver accettato un invito da un conoscente trascorrono una vacanza su un’isola greca. Qui accade l’inaspettato, perché Sumire sembra avere una sorta di crollo psicologico e dopo ciò scompare senza lasciare alcuna traccia.

Cosa significa tutto ciò? Cosa vuole dirci Murakami con questa storia, la quale si chiude con degli interrogativi che restano senza risposte? Sicuramente l’autore ci dice che la vita di ognuno è costellata da una miriade di percorsi, da tanti “se” e molti “ma”. “Se avessi fatto quella cosa e non l’altra”, “se fossi andato a quell’appuntamento la mia vita sarebbe stata la stessa?” Non sono domande alle quali è possibile dare una risposta certa, sicuramente il romanzo ci dice che la vita di ognuno è un qualcosa di estremamente complesso, talvolta è quasi incomprensibile. Ognuno è colpito da eventi che nel bene o nel male li ha cambiati, li ha fatti maturare. Ogni loro esistenza si rivela un’isola indipendente, seppur le loro vite si incrociano e si confondono ma per lasciarsi di nuovo in una solitudine esistenziale e in una incomunicabilità che i protagonisti vivono senza comprenderlo.

Così continuiamo a vivere la nostra vita pensai. Segnati da perdite profonde e definitive, derubati delle cose per noi più preziose, trasformati in persone diverse che di sé conservano solo lo strato esterno della pelle; tuttavia, silenziosamente, continuiamo a vivere.

Paolo Cognetti vince il Premio Strega 2017

Paolo Cognetti, con Le otto montagne, è il vincitore del Premio Strega 2017 con 208 preferenze su 660. Come ogni anno, il primo giovedì del mese di luglio si svolge il tradizionale appuntamento per decretare il vincitore del premio più ambito per gli scrittori italiani.

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Giunto alla LXXI edizione, la kermesse si è svolta nello spettacolare scenario del Ninfeo di Villa Giulia a Roma, con la partecipazione di scrittori, intellettuali e il gotha dell’editoria italiana. Il Premio Strega, nato nel 1947 in seno al salotto letterario di Maria e Goffredo Bellonci con il contributo di Guido Alberti, famoso produttore del noto liquore Strega, nella seconda metà del ‘900 diviene una vera e propria bussola per l’orientamento culturale nazionale, annoverando tra i vincitori grandi scrittori del calibro di Flaiano, Morante, Ginzburg ed Eco, ma anche grandi sconfitti come  L’edizione del 2017 è stata molto combattuta poiché i cinque romanzi hanno tutti avuto un attimo riscontro di pubblico anche se il libro della Ciabatti fin da subito si è imposto sugli altri, ma come dice il detto popolare “chi entra papa, esce cardinale”. Ma veniamo al romanzo vincitore.

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Paolo Cognetti al momento della proclamazione

Le otto montagne, edito da Einaudi, è la storia di un’amicizia che si sviluppa in uno scenario straordinario come può essere la montagna. I genitori di Pietro amano la montagna e dopo aver scoperto Grana, un paesino ai piedi del Monte Rosa, vi ritornato nel periodo delle vacanze. La montagna dona loro la pace e la propria identità. Si legge nel romanzo:

Forse è vero, come sosteneva mia madre, che ognuno di noi ha una quota prediletta in montagna, un paesaggio che gli somiglia e dove si sente bene. La sua era senz’altro il bosco dei 1500 metri, quello di abeti e larici, alla cui ombra crescono il mirtillo, il ginepro e il rododendro, e si nascondono i caprioli. Io ero più attratto dalla montagna che viene dopo: prateria alpina, torrenti, torbiere, erbe d’alta quota, bestie al pascolo. Ancora più in alto la vegetazione scompare, la neve copre ogni cosa fino all’inizio dell’estate e il colore prevalente è il grigio della roccia, venato dal quarzo e intarsiato dal giallo dei licheni. Lì cominciava il mondo di mio padre. Dopo tre ore di cammino i prati e i boschi lasciavano il posto alle pietraie, ai laghetti nascosti nelle conche glaciali, ai canaloni solcati dalle slavine, alle sorgenti di acqua gelida. La montagna si trasformava in un luogo più aspro, inospitale e puro: lassù lui diventava felice. Ringiovaniva, forse, tornando ad altre montagne e altri tempi. Anche il suo passo sembrava perdere peso e ritrovare un’agilità perduta.

A Grana Pietro incontra Bruno, un suo coetaneo, ma che è molto diverso da lui perché mentre Pietro è in vacanza, Bruno invece lavora, cura le vacche al pascolo. Nasce così un’amicizia importante e un periodo di scoperte, di emozioni, di legami amicali e familiari in cui la vera protagonista è la montagna che insegna a vivere la vita con le sue realtà e difficoltà. Il romanzo è godibilissimo grazie ad una narrazione lineare, mai forzata, educata.

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Paolo Cognetti riceve il Premio Strega Giovani in Campidoglio

Siamo felici che Cognetti sia il vincitore del Premio Strega 2017 non solo perché ci è simpatico, ma il suo modo di narrare gentile e pacato è stato in grado di conquistare anche la fascia d’età di lettori giovani, infatti Cognetti si è aggiudicato anche il premio Strega Giovani con 58 preferenze su 374. La giuria era composta da ragazzi e ragazze di età compresa tra i 16 e i 18 anni, rappresentanti di 50 licei e istituti tecnici italiani ed esteri.

Giugno, tempo di ferie e di buone letture

I mesi estivi sono il tempo del riposo, del relax, ma possono essere anche un buon tempo per recuperare le letture che durante il lungo inverno non si è potuto fare. Il periodo suggerisce il libro da ombrellone, espressione alquanto dispregiativa, che rimanda ad una lettura superficiale o senza grande impegno intellettuale. In realtà non è affatto così, credo che questo sia il periodo giusto per intensificare la lettura e riprendere i libri abbandonati sul comodino. Per questo motivo vi consiglio cinque libri dalla mia libreria personale:

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La Mennulara, edito da Feltrinelli, è il romanzo d’esordio di Simonetta Agnello Hornby, scrittrice siciliana naturalizzata britannica. La vicenda ha inizio il 23 settembre 1963 con la morte di Rosalia Inzerillo, detta la Mennulara, chiamata così perché in gioventù fu raccoglitrice di mandorle. Dall’età di 13 anni la Mennulara inizia a lavorare come cameriera nella famiglia Alfallipe, ma per le sue spiccate doti di intelligenza diviene amministratrice dei beni della famiglia. Una serie di disgrazie personali modellano il suo carattere a tal punto da farla diventare fredda, facendo suscitare timore negli altri.  Attraverso il chiacchiericcio delle persone del paese veniamo a conoscenza della sua vicenda personale e di un suo legame con il mafioso locale. Il romanzo si sviluppa così attraverso piccoli capitoli, in cui si susseguono una serie di colpi di scena che sempre più trasformano la figura della protagonista da carnefice a vittima.

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Fantasmagoriana è una raccolta di storie tedesche di fantasmi pubblicata a Parigi nel 1812. Questo testo ispirò la celebre “scommessa letteraria” di Villa Diodati da cui nacque il Frankenstein di Mery Shelley. Il libro in Italia era stato quasi dimenticato, fino a quando Andrea Cammilletti non lo ha pubblicato per Nova Delphi. Per la prima volta il testo compare nella sua interezza, tradotto in italiano e con un’ampia introduzione che è un vero e proprio saggio sull’argomento. Un viaggio spettrale alle radici del fantastico moderno, fra castelli incantati, spiriti e ritornanti può essere l’atmosfera giusta per questa estate.

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Chi ama il romanzo storico ha un’ampia scelta. In qualsiasi libreria troverete romanzi storici per ogni epoca, ma io vi propongo La Bastarda degli Sforza, edito da Piemme, di Carla Maria Russo. Nel 1463 nasce Caterina, figlia illegittima di Galeazzo Maria Sforza, tiranno crudele e spietato ma anche amante delle arti e della musica. Fin da bambina Caterina dimostra qualità non comuni e uno spirito ribelle, infatti ama la caccia, la spada e la lotta. L’unica regola che riesce ad seguire gliela insegna la nonna Bianca Maria, ovvero l’accettazione piena del suo destino come rappresentante della famiglia più potente di Milano. Accetterà il matrimonio per ragioni di stato con un uomo violento e allo stesso tempo pavido e imbelle. Quando il suo casato sarà di nuovo in pericolo, Caterina mostrerà tutte le sue doti, guadagnandosi l’appellativo di Tigre. Se non ritenete che questo romanzo possa piacervi potrete sempre guardare ad altri titoli della Russo. Vi suggerisco La sposa normanna o Il Cavaliere del Giglio, la loro lettura sono sicura vi appassionerà.

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Prendiluna è l’ultimo romanzo di Stefano Benni, edito da Feltrinelli. Se ancora non avete letto nulla di questo scrittore dovete correre assolutamente in libreria per recuperarlo. Leggere Benni significa divertirsi perché la sua scrittura è gradevolissima, divertente e mai banale. Un gatto fantasma affida a Prendiluna, una vecchia maestra in pensione, una missione da cui dipendono le sorti dell’umanità. I Diecimici devono essere consegnati a dieci Giusti. E da questo momento che le cose si complicano, il lettore non sa dove si trova, se nella realtà o nel sogno. Nel corso della lettura si incontrano personaggi magici, comici, crudeli. Dolcino l’Eretico, Michele l’Arcangelo, un killer-diavolo, il dio Chiomadoro e la setta degli Annibaliani, con i loro orribili segreti e il loro disegno di potere. Insomma personaggi strambi, luoghi ancora più strambi descritti con il consueto stile piacevole e accattivante a cui Benni ci ha abituati.

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Ombre, edito da Einaudi, è una raccolta di racconti di tredici autori famosi da Stephen King a Joe R. Lansdale, da Joyce C. Oates a Michael Connelly, ispirati ad altrettanti dipinti di Hopper. Nell’introduzione Lawrence Block dice che Hopper non fu un narratore ma aveva la capacità con la sua pittura di ispirare delle storie. Così nasce questo libro, bellissimo, che proprio per il fatto di raccogliere diversi racconti singoli e di autori diversi si rivela un’ottima compagnia per questa estate.

Buone letture sotto l’ombrellone!

Il nostro è un tempo senza scelte?

Già in passato ho scritto di Paolo Di Paolo, scrittore, critico letterario, giornalista, persona colta e cordiale, che ebbi il piacere di conoscere personalmente quando frequentai un master nel quale lui era uno dei docenti. Da allora mi sono affezionata alla sua scrittura e al suo modo di narrare pacato e sapiente. Una lettura di qualche mese fa, e che mi trovo solo ora a recensire, è Tempo senza scelteedito da Einaudi.

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Si tratta di un breve saggio, in cui Paolo Di Paolo riflette sul tempo presente, un tempo sospeso in un limbo che sembra aver perso di vista, improvvisamente, il passato e vede il futuro avvolto nella nebbia.

L’autore conduce questa analisi attraverso alcuni esempi celebri: Piero Gobetti, Kierkegaard, Italo Calvino, Federico Garcìa Lorca – per citarne alcuni – ci aiutano a capire come il tempo in cui viviamo abbia smarrito una coscienza morale, uno slancio vitale e sia come racchiuso in un “involucro del vuoto” quasi sganciato dal tempo. Qual è la fisionomia dell’uomo che vive questo tempo? Conserva ancora in sé la capacità di smuovere le coscienze? Possiede gli strumenti per analizzare criticamente il presente e porre basi stabili per il futuro? È in grado di scegliere con responsabilità così come avevano agito e pensato alcuni uomini del passato?

Scrive in apertura del testo l’autore:

Il mio tempo mi ha messo alle strette. […] Non pretende i sì e i no, lascia quasi intero il campo ai forse.

Nella vita, di responsabilità pubblica o privata che sia, bisogna scegliere, ma cos’è la scelta?

La scelta è dubbio, responsabilità, costruzione di sé e del futuro. Ma dove la Storia non chiede risposte nette, dove si è esposti a miriadi di opzioni evanescenti, è ancora possibile prendere decisioni radicali, accettare il rischio, percorrere una strada fino in fondo?

Molti segnali ci suggeriscono che viviamo un’epoca di contraddizioni forti, di disordine in alcuni casi intellettuale, di infedeltà a principi che ci gloriamo di perseguire e proteggere. Quello che dovremmo cercare di garantire è l’equilibrio, la coerenza se non altro verso noi stessi e verso ciò che predichiamo. Dilagante il fenomeno delle parole altisonanti e urlate, ma prive di slancio produttivo, di azioni reali, solide e lungimiranti che si perdono nel canion del #bendetto, #insiemesipuò, #tuttiperunounopertutti.

Come fare allora per riprendere la giusta direzione? Paolo Di Paolo conclude così la sua riflessione:

Perché quando gli altri non prendono più niente sul serio, se ne stanno al riparo dietro a un paravento fatto di irriverenza, c’è bisogno di rimettere in gioco i sentimenti, i più nudi, i più importanti. Scegliere di essere per qualcosa, e non contro. Scegliendo, recuperare un po’ di sincerità, anche goffa, e forse un po’ di purezza.

Solo così possiamo dissipare un po’ di quella nebbia che avvolge il nostro futuro.

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Paolo Di Paolo

Maggio, mese perfetto per leggere all’aperto

Il mese di maggio è perfetto per la lettura. Forse tutti i mesi lo sono, ma a maggio è possibile uscire in giardino nelle ore più calde, su un bel terrazzo o in un parco pubblico e rilassarsi con una buona lettura.

Per questo mese vi consiglio cinque libri che possono soddisfare varie esigenze di lettori diversificati, non li ho letti tutti; spero di farlo presto e di condividerne con voi le storie. In attesa di parlarvi anche di altri titoli e argomenti sempre legati al mondo dei libri, vi presento i suggerimenti del mese:

Gamberale

Qualcosa di Chiara Gamberale edito da Longanesi. A metà strada tra la fiaba e il classico, questo libro si presenta come una originale riflessione sull’amicizia, sul dolore, sull’amore e sul alcuni aspetti della vita. La protagonista è la Principessa Qualcosa di Troppo che ha la caratteristica o difetto di essere senza limiti, ride e piange troppo o desidera troppo. Nel suo percorso la Principessa incontra il Cavalier Niente e grazie a lui scopre una serie di valori che, fino ad allora, aveva rifiutato. Le avventure della Principessa Qualcosa sono piacevoli da leggere, anche grazie alle belle illustrazioni a colori di Tuono Pettinato, lasciando al lettore la riflessione su temi importanti.

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Dance dance dance di Murakami Haruki, edito da Einaudi nella collana Super ET. Il protagonista di questo romanzo è un giornalista freelance costretto per delle circostanze a improvvisarsi detective. Ad accompagnarlo c’è una giovane donna dai poteri paranormali in una Tokyo che Murakami descrive nelle sue sfaccettature notturne e iperrealistiche. Chi ama il mistero e la scrittura di Murakami, autore pluripremiato, ma schivo e riservato, con questo romanzo potrà godere di una lettura veramente coinvolgente.

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Rimanendo nello stesso genere è il romanzo di Jöel Dicker, La verità sul caso Harry Quebert, edito da Bompiani. Un professore universitario accusato di omicidio, uno scrittore con il blocco della scrittura, le indagini per scoprire la verità sono gli elementi che condiscono questo romanzo. Un thriller potente, che vi terrà incollati al libro e se poi proprio non vi va di leggerlo, potete sempre guardare il film, ma non dimenticate di farmi sapere se è più bello il film o il libro.

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Maggio evoca le scampagnate, passeggiate all’aria aperta, trekking ed escursioni tra la natura, la storia e l’arte. Se avete voglia di combinare tutto questo, vi consiglio il libro di Paolo Rumiz, Appia, edito da Feltrinelli nella collana Narratori. Non si tratta di una guida turistica, ma della narrazione di un viaggio fatto a piedi dall’autore. In compagnia di amici, Paolo Rumiz, noto giornalista di “la Repubblica”, ha percorso la via Appia e ce la racconta in questo libro come se fosse una sorta di diario di viaggio, facendoci scoprire luoghi, città, storia, arte… un racconto quello di Rumiz che parla del bello, ma anche di quello che non va, senza però farci passare la voglia di viaggiare e conoscere.

Fogliete

Se dei libri consigliati fino ad ora non ve ne piace nessuno, allora vi suggerisco Il profumo delle foglie di tè, di Dinah Jefferies, edito da Newton Compton. Il romanzo è ambientato nella Londra degli anni ’20 e la protagonista è una giovane donna che, dopo un matrimonio per procura, si trasferisce su un’isola lontana dove il marito conduce i suoi affari. La vita matrimoniale non è quella che Gwen immagina e nemmeno suo marito sembra essere più l’uomo di cui si era innamorata tempo prima. Gwen trascorre molto tempo sola, dedita a governare le faccende domestiche e la servitù, ma la casa in cui vive sembra nascondere dei segreti inaccessibili. La vicenda si complica quando la protagonista partorisce e dovrà prendere una decisione importante… non vi svelo niente di più, vi rimando alla lettura di questo libro che è stato tradotto in diciassette paesi, registrando uno straordinario successo editoriale.

Non mi resta che augurarvi una buona lettura e attendere i vostri commenti e perché no, i vostri suggerimenti di lettura.

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