Quando Enrico VIII venne alla luce a Greenwich il 28 giugno 1491, i genitori, Enrico VII ed Elisabetta di York, ordinarono che si iniziassero subito i preparativi per un battesimo memorabile, tant’è che la servitù addetta alla nursery fu ingrandita con nuovo personale. Enrico VIII ebbe molti tra fratelli e sorelle (Arturo, Margherita, Elisabetta, Maria, Edmondo, Caterina), ma sopravvissero solo tre, Arturo, Margherita e Maria. Erano tempi duri per i bambini; la cugina e compagna di giochi dei principi morì giovanissima soffocata da una lisca di pesce, mentre Enrico crebbe sano e forte.
Curiosità: la tradizione imponeva che il neonato fosse battezzato nel fonte battesimale della cattedrale di Canterbury, che fu perciò trasportato a Greenwich e installato per l’occasione nella chiesa dei francescani in posizione abbastanza elevata perché i nobili e i cittadini potessero assistere alla cerimonia senza avvicinarsi troppo all’officiante, in vescovo Fox.
Nell’autunno del 1494, all’età di tre anni, Enrico dovette partecipare ad una serie di estenuanti cerimonie, che si protrassero per ben tre giorni. Il primo giorno in groppa ad un enorme cavallo da battaglia, fu condotto a Westminster, dove ricevette, al termine di un vero e proprio rito di iniziazione, che durò diverse ore, il titolo di cavaliere dell’Ordine del Bagno. L’indomani gli furono consegnati gli speroni e il terzo giorno, dinanzi al re e ai nobili radunati nella sala del parlamento, fu nominato duca di York. Nei giorni successivi ricevette altri titoli e divenne cavaliere del famoso Ordine della Giarrettiera.
Fin da piccolo Enrico VIII mostrò di possedere una intelligenza vivace, fu musicista di precoce talento e fin da ragazzo ebbe a disposizione un’orchestra personale. Appena fu abbastanza grande da lasciare la nursery, il principe iniziò a prendere parte alla vita di corte. Non vi è dubbio sul fatto che all’età di otto anni Enrico fosse già in grado di leggere il latino e immaginiamo di comprenderlo. Il precettore di Enrico fu John Skelton, uno studioso di vasta dottrina, che diede al futuro re una cultura rigorosa e ampia, ma non solo questo. Skelton esercitò sul carattere di Enrico una notevole influenza in fatto soprattutto di amabilità. Anche Tommaso Moro conobbe il giovane Enrico, rimanendone estremamente colpito.
Curiosità: Erasmo da Rotterdam fu la figura più importante del mondo della cultura a frequentare l’ambiente reale e così Erasmo descrive il giovane Enrico:”già all’età di otto anni aveva un contegno regale, che rivelava una certa dignità unita ad una singolare amabilità”.
La giornata di studio di Enrico era molto intensa e dava spazio tanto allo studio delle lettere, quanto all’azione pratica e alla cura dell’arte cortese. Uno spazio importante ebbe anche la caccia, che preparava l’individuo a vivere le condizioni possibili in un campo di battaglia. Oltre al suo precettore, onnipresente fu la nonna Margaret Beaufort, donna energica ed intelligente, che vide in Enrico da subito doti particolari, quelle stesse doti che gli permetteranno di essere il sovrano tra i più grandi della storia. Ad Enrico venivano affidati incarichi di corte e uno di questi fu l’accoglienza di Caterina d’Aragona, futura sposa del fratello Arturo, il quale morì però a pochi mesi dalle nozze. Caterina, la cui famiglia desiderava divenisse regina d’Inghilterra, rimase nella nuova terra e aspettò pazientemente, subendo anche l’ostracismo del suocero. Ma dopo la morte del sovrano, sposò Enrico VIII. Non si conoscono bene i contorni della vicenda, ma resta il fatto che Caterina divenne regina d’Inghilterra.

Dopo la morte di Arturo, Enrico VIII, essendo il nuovo erede al trono, si attaccò molto al padre, imparando da lui il più possibile sull’arte del governare, ma per molti anni il giovane principe rimase quasi totalmente nell’ombra, temendo quasi di essere la causa della malattia del padre, che gli provocava fortissimi attacchi di collera. Probabilmente Enrico VII soffriva di schizofrenia, malattia che lo indusse, inconsciamente, a provare invidia e odio verso il figlio.
Divenuto sovrano d’Inghilterra, Enrico VIII nei primi tempi visse in bilico tra l’esaltante sensazione di potere e la consapevolezza della propria immaturità. Dubitava di sé, cercava la sua strada continuamente. Era un giovane di salda coscienza, ma di scarsa esperienza, tra cortigiani smaliziati, di dubbia moralità e indissolubilmente portati al vizio. Ma bastò poco perché Enrico trovasse la giusta misura, che lo ha trasformato nel più famoso dei sovrani d’Inghilterra.
Vi parlo di Enrico VIII perché ho aderito all’iniziativa #unannoconlastoria, promossa su Instagram da @samlibrary94 e @libriattraversolospecchio. Il mese di gennaio era dedicato ai Tudor e chi meglio di Enrico VIII li rappresenta?
Il libro di riferimento per me è stato: Il grande Enrico. Vita di Enrico VIII re d’Inghilterra, di Carolly Erickson.