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RECENSIONE | Fervore, la raccolta di racconti di Giulia Coppa

Il libro di oggi è di un’autrice, Giulia Coppa, della quale vi ho già parlato in occasione della recensione di Memorie di Taenelies, il romanzo fantasy scritto insieme ad Eric Rossetti. Questa volta Giulia Coppa mi ha proposto in lettura Fervore, una sua raccolta di racconti edita da Europa Edizioni.

Candeggio, Aleo e Merida, Il tesoro del tempo, La frutta del destino, L’amore improprio delle tre essenze, Doveva morire, sono i titoli dei sei racconti contenuti in questo volume.

Con Fervore ho ritrovato lo stile ricercato, ma scorrevole di Giulia Coppa e una costruzione delle trame per nulla scontata. Nelle sei storie che ci vengono proposte, la giovane scrittrice introduce un filo conduttore, che ritorna in ogni narrazione: la morte.

Non vi aspettate, però, dei racconti del terrore alla maniera classica o dei thriller mozzafiato. L’operazione che Giulia Coppa compie è più sottile, poiché nella normalità dell’esistenza introduce quel dato perturbante che rende i suoi racconti estremamente interessanti e originali. La morte è vista come una condizione non accidentale, ma necessaria per la realizzazione di un qualcosa.

Giulia Coppa

La morte è reale e tangibile e passa attraverso la mente e le azioni di protagonisti borderline, rappresentandone un aspetto concreto della loro personalità. Se l’aspetto più oscuro viene ben celato dai protagonisti, ad un certo punto questo diviene palese e il lettore è l’unico a conoscere quella verità, che in alcuni racconti è terribile, in altri inaspettata. In L’amore improprio delle tre essenze, la protagonista cerca di evitare la sua vera natura, ma questa viene fuori inaspettatamente e quasi meccanicamente. Anche in La frutta del destino emerge un meccanismo simile, accentuato dal sentimento di fredda vendetta.

Un altro aspetto molto interessante e che emerge dai racconti di Giulia Coppa è suggerito dal sottotitolo dell’opera stessa Sull’ironia e l’imprevedibilità. Nei sei racconti, infatti, troviamo la presenza di un’ironia che rievoca i sapori amari e sarcastici della vita, la quale si presenta prepotentemente con tutta la sua imprevedibilità. Se torniamo al racconto La frutta del destino, questo concetto di imprevedibilità è più che esplicito. La protagonista non si aspetta il “tradimento” dei genitori e questo scatenerà da parte sua una reazione che per loro sarà imprevedibile.

Per concludere, Fervore conferma il talento di Giulia Coppa, che dimostra di avere un’ottima fantasia, ma anche gli strumenti giusti per raccontare storie convincenti e appassionanti. Consigliato!

SEGNALAZIONE | Memorie di Taenelies. I Soli di Artchana

La segnalazione di oggi riguarda un libro fantasy firmato Giulia Coppa e Eric Rossetti, edito Europa Edizioni:  Memorie di Taenelies. I Soli di Artchana.

Trama:

Nel continente di Taenelies i regni di Artchan e Tiresia sembrano aver trovato un equilibrio dopo secoli di conflitti, trasformazioni e cambiamenti. Una pace delicata, sorta sui cocci della guerra, viene scossa dalle ombre del passato, dalla Resistenza che, serpeggiante e sempre più pericolosa, ordisce malvagi e misteriosi piani di rivalsa. Il velo di pacifica di quotidianità viene strappato da turbolenti accadimenti e a chi toccherà lottare per la vita e il futuro? Il garzone Vian, con Mutt, Dean e Felis, si ritroverà senza patria e parte di una compagnia di mercenari, sul filo della magia e della lealtà. Partiti con un unico destino, si ritroveranno divisi da tortuose macchinazioni magiche e umane, al di sopra della loro giovane e ingenua immaginazione.

Estratto:

Vian percepiva qualsiasi rumore, il respiro lento dei suoi amici, la musica che andava spegnendosi anche se avrebbe dovuto proseguire per l’intera notte. L’effetto che stavano provando era fin troppo strano. Decise così, malgrado non importasse più di tanto, di alzarsi e tentare di smuovere gli altri. Le gambe risposero, leggere quanto una piuma. Andò verso Mutt, lo prese per le spalle, cercando di muoverlo, ma lui non emise fiato, profondamente addormentato. Fece lo stesso con Dean e Felis, che a differenza di Mutt, avevano gli occhi semiaperti, ma altrettanto sprofondati in una sorta di benessere, che
pian piano sentì aggredire la sua mente. La vista gli si offuscò e gli amici si tramutarono in figure scure e dai contorni sfocati, fino a quando decise che anche lui doveva godersi la pace. Il buio, come nel sonno, non lo avvolse, ma fu accolto da un oblio bianco e puro, in cui percepiva ogni singola parte del suo corpo come senza peso né sostanza, volando con ali invisibili nella gioia del mondo.

Link utili:

Link Libreriauniversitaria: Memorie di Taenelies. I Soli di Artchana

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