Noi che ci stiamo perdendo, il libro di Manola Aramini (Officina Milena edizioni) è il romanzo perfetto per questa estate. È un giallo incentrato sulla scomparsa e la morte di Tatiana, la moglie di un noto pianista di origine portoghese, Arthur Cortes, e ambientato a Fregene, famosa località del litorale laziale.
Tatiana è una donna come tante, conduce una vita agiata e sembra trascorrere la sua esistenza in maniera normale. Solo dopo la sua morte, che sembra inspiegabile, emergono aspetti della donna che erano a tutti sconosciuti. Ad indagare è il commissario Fermi, che si ritrova ad affrontare una situazione più complessa di quanto potesse immaginare e che si complica quando sparisce e viene poi ritrovata morta anche l’amante di Cortes.
Ovviamente l’uomo è uno dei sospettati, ma quando a scomparire saranno anche le figlie che Cortes ha avuto con Tatiana, cadono tutte le prove indiziare contro di lui e Fermi si sente con le spalle al muro senza una via di uscita da un caso che pensava di risolvere al volo.
Ad aiutare Fermi nell’indagine è una sorta di diario che Tatiana aveva scritto, seguendo le sue velleità di scrittrice. In questo diario la vittima racconta tutti i segreti della propria vita. Così conosciamo una serie di personaggi, dal giardiniere allo psicologo di Tatiana, tutti con un buon movente per liberarsi dalla donna. Nonostante questi indizi, le indagini però finiscono sempre su un binario morto, gettando nell’angoscia il commissario Fermi, che sa di dover trovare in breve tempo l’assassino e salvare la vita delle bambine.
Questo romanzo è molto piacevole da leggere e la soluzione per Fermi arriverà dal mare, che in qualunque stagione dell’anno offre a chi sa a lui abbandonarsi, le giuste risposte. Manola Aramini ha una prosa convincente che tiene il lettore piacevolmente attaccato alla lettura. Inoltre, ha ideato un’ottima struttura narrativa. La narrazione della storia è suddivisa per capitoli, ognuno focalizzato su uno dei personaggi che, in un modo o nell’altro, hanno a che fare con la vicenda. Questi capitoli sono intervallati da stralci del diario di Tatiana che ci permette di partecipare con il commissario Fermi alla scoperta dell’assassino.
Devo ammettere che la scoperta del colpevole mi ha lasciata senza parole, ero convinta che l’assassino fosse un’altra persona e questo non fa che confermare la bravura di Manola Aramini.