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Intervista | Stefano O. Puracchio ci parla della sua saga “Io e il signor Oz”

Stefano Orlando Puracchio ci parla della sua saga “Io e il Signor Oz”, del progetto che ne è alle spalle e di quelli futuri

Stefano Orlando Puracchio è l’autore della saga “Io e il signor Oz”, ormai giunta al terzo capitolo. Dopo Io e il Signor Oz, e Un maestro particolare, Puracchio torna con un nuovo capitolo, intitolato Caccia al Diablero in cui ritroviamo gli amati personaggi Joe, Jana e Baxter. Ma prima di leggere e recensire il terzo capitolo, conosciamo meglio l’autore e il progetto che è alle spalle di questa saga.

Prima di parlare dei suoi libri, conosciamo meglio l’autore. Chi è Stefano Orlando Puracchio?

Un giornalista, uno scrittore e un divulgatore quarantenne che continuerà a procedere in “direzione ostinata e contraria” finché le forze glielo permetteranno.

Quando è nata la passione per la scrittura?

Il “sacro fuoco” si é acceso quando sono stato nominato vicedirettore del giornalino scolastico alle superiori, circa un quarto di secolo fa.

La serie di “Io e il Signor Oz” parte da un testo letterario importante, perché ha scelto l’opera di L. Frank Baum?

Perché amo il libro: “Il meraviglioso mago di Oz” di Frank Baum. Mi sembrava una bella cosa prendere spunto dal lavoro di Baum per poi sviluppare il mio universo narrativo. Baum, assieme a Salgari, ai Grimm, ad Andersen, a Sapkowski e a molti altri (Camilleri, Manzini, Rowling, Tolkien…) fanno parte del mio background culturale.

Come riassumerebbe l’idea che è alla base della saga?

Vedere come un adulto avrebbe reagito se messo di fronte al regno di Oz e alle sue meraviglie. Sappiamo come ha reagito Dorothy, che é una bambina. Ho provato a immaginare cosa sarebbe potuto succedere a un adulto (tra l’altro uno scapestrato) nelle stesse condizioni. Tuttavia, questo non é stato il fine ma l’inizio di una nuova avventura che ha portato i protagonisti del primo libro della trilogia ad affrontare nuove sfide. Lontano da Oz ma sicuramente arricchiti dall’esperienza vissuta.

La saga è giunta al suo terzo capitolo, cosa accadrà ai protagonisti?

Vivranno felici e contenti. Per ora. Un giorno potrò scrivere “per il resto dei loro giorni”. Ma non é ancora giunto quel momento. “Caccia al diablero”, il terzo libro della trilogia, segna un arrivederci, non un addio.

Qual è il personaggio che più la rappresenta e che sente vicino?

Escludendo i tre protagonisti (Joe, Jana e Baxter), credo che il personaggio che mi rappresenta di più sia Dylan Marlow. Comparso nel secondo libro della saga, Marlow si é ritagliato uno spazio sempre più importante. La storia di Marlow è quella di un riscatto sociale.

Cosa vuole insegnarci la storia che ci racconta?

La trilogia di “Io e il signor Oz” è intrattenimento. Non ha alcuna valenza pedagogica, non pretende di voler insegnare nulla. É intrattenimento per “giovani adulti” e “adulti” dove, come nelle migliori tradizioni, il bene vince sul male. Che poi il “bene” venga rappresentato da una squadra molto eterogenea, questo sí, è voluto. Come diversi romanzieri hanno mostrato le “mutevoli facce del male”, io ho mostrato come il bene non sia sempre rappresentato da cavalieri in scintillante armatura o da fredde e spietate amazzoni.

Perché il lettore dovrebbe leggere il suo libro?

Per staccare il cervello dalle vicissitudini quotidiane e per ritagliarsi degli attimi di quiete con una lettura di disimpegno. Per ricaricare le pile con dell’intrattenimento leggero ma non per questo banale.

Per finire, quali progetti per il futuro?

Si torna a scrivere di musica, si torna a “divulgare duro” e a “divulgare bene” con una monografia sul chitarrista jazz ungherese Gábor Szabó che uscirà, se Dio vuole, all’inizio del 2022. La narrativa verrà accantonata per un po’. Nonostante abbia in mente un soggetto valido per una nuova trilogia, bisogna valutare bene tutti quei fattori che entrano in gioco dopo che un romanzo viene stampato e pubblicato. Faccio riferimento alla promozione e alla distribuzione. É un discorso forse troppo ampio da affrontare in questa sede ma, sintetizzando, é necessario riflettere bene quanto possa essere “conveniente” continuare con la narrativa. Gli spazi di manovra di questo genere letterario si stanno facendo sempre più risicati. Almeno, nel campo della critica musicale e della divulgazione, riesco ancora a muovermi con una certa baldanza. Ribadisco: i problemi, oggigiorno, risiedono nella promozione e nella distribuzione, non nella realizzazione del “prodotto”. La produzione non è mai stata un problema. So che può essere brutto chiamare un’opera letteraria “prodotto” ma non posso dimenticarmi che noi scrittori di libri, noi “utenti dell’alfabeto”, non “campiamo” solo d’aria e di gloria. I nostri sono prodotti. Prodotti che si devono vendere. Non per diventare ricchi e famosi ma per vivere, sopravvivere e, soprattutto, per avere l’opportunità di scrivere nuovi libri.

RECENSIONE | Io e il Signor Oz, l’esordio narrativo di Stefano O. Puracchio

Io e il Signor Oz è il primo racconto dell’omonimo libro scritto da Stefano Orlando Puracchio, pubblicato da Demian Edizioni.

Tutti noi conosciamo il libro di Lyman Frank Baum, Il mago di Oz,(che io ho proprio riletto l’estate scorsa) e chi non ha mai sognato di trovarsi nella favolosa Città di Smeraldo e di incontrare Dorothy e gli altri personaggi della storia? Beh, quel luogo sfavillante di luce verde è stato raggiunto dai personaggi del racconto di Puracchio, il quale ci narra di due uomini Joe Brown e Seymur Baxter prima acerrimi nemici, complici dopo.

Il libro si apre con il racconto di Joe Brown inseguito da Baxter e che insieme si ritrovano, senza volerlo, a Oz. In questa narrazione ritroviamo alcuni personaggi del libro di Baum, come il mago di Oz, che poi tanto mago non è, lo Spaventapasseri, che nel frattempo ha preso la guida della Città di Smeraldo, ma incontriamo anche tanti nuovi personaggi come Jana, la spaventapasseri che si trasformerà in una donna in carne e ossa e diventerà la moglie di Joe. Joe, Baxter e Jana insieme saranno i protagonisti di una nuova avventura a Oz e quando faranno ritorno nella loro città, St. Albert’s Creek, si ritroveranno non solo ad essere buoni amici e custodi del segreto di Oz, ma ricopriranno un ruolo di prestigio in città. Baxter continuerà ad essere il vecchio e ricco possidente, mentre Joe ricoprirà il ruolo di sceriffo e insieme affronteranno i problemi e i pericoli a SAC. Dopo i fatti di Oz vengono fuori tanti piccoli racconti con un unico filo conduttore e una narrazione, che nella sua interezza risulta ben strutturata e godibilissima. È stata molto piacevole la lettura di questo libro; non capita spesso che le storie ispirate a grandi capolavori della letteratura risultino all’altezza del predecessore.

Puracchio, a mio avviso, è stato bravo nel prendere l’ispirazione e ad allontanarsi al momento giusto, senza però mai perdere totalmente il legame con l’opera originale e il finale, che potrebbe risultare deludente, invece lascia aperta la strada a nuove avventure. Questo perché Puracchio potrebbe continuare all’infinito a raccontare la storia di Joe, di Baxter, di Jana e di St. Albert’s Creek senza mai annoiare il lettore. Puracchio non è nuovo alla scrittura, è giornalista e scrittore; ha già pubblicato altri libri, ma Io e il Signor Oz è la sua prima “incursione” nel mondi della narrativa e se queste sono le premesse, ci aspettiamo altre belle storie.

Ringrazio Synpress44 per avermi dato l’opportunità di leggere questo libro, che consiglio a grandi e piccini e se vi ha incuriosito potete acquistarlo CLICCANDO QUI, approfittando così della mia affiliazione Amazon.

SEGNALAZIONE | ‘Io e il signor Oz’, il nuovo libro di Stefano Orlando Puracchio

Io e il signor Oz  è il nuovo libro di Stefano Orlando Puracchio, edito da Demian Edizioni.

COMUNICATO STAMPA:

Il signor Oz è il mago di Oz, proprio quello del romanzo e del film. La mia storia è ambientata subito dopo il ritorno di Dorothy a casa. Una manciata di settimane dopo, più o meno. Ritroviamo, a un certo punto della storia, il grande ciarlatano che abbiamo avuto modo di conoscere nel romanzo di Baum. Ma non ci sono solo personaggi noti. Anzi, i ruoli più importanti nella serie di racconti appartengono a personaggi nuovi, tridimensionali e simpatici“. Una sorpresa: dopo quattro libri dedicati al rock progressivo, caratterizzati da saggi e interviste che hanno conquistato l’attenzione del pubblico di appassionati, Stefano Orlando Puracchio approda alla letteratura con Io e il signor Oz (e altri racconti), un libro pubblicato da Demian Edizioni con il quale l’autore si cimenta nella narrativa breve.
Rispetto ai quattro volumi di saggistica musicale, Io e il signor Oz è un tuffo nell’immaginario, con racconti di varia lunghezza e intensità che rivelano il mondo dell’autore, il quale sottolinea: “La scrittura creativa è un’altra cosa: certo, bisogna sempre cercare di creare qualcosa che abbia un senso ma, in fin dei conti, sei solo tu e il tuo schermo. Almeno in apparenza. Ho debiti di riconoscenza fin troppo evidenti verso altri scrittori che hanno influenzato il mio stile. Penso ad Andrea Camilleri, Luciano De Crescenzo, JK Rowling, Italo Calvino, Gianni Rodari, Giovanni Guareschi, Carlo Collodi, Emilio Salgari… giusto per citare i primi nomi che mi vengono in mente. Quando ho scritto questo quinto libro ho “sentito” la loro presenza tramite le letture che avevo fatto e spesso mi sono domandato: “come affronterebbe l’autore x questa cosa?”. Ovviamente, il debito maggiore di riconoscenza è verso Baum. Ed è altrettanto ovvio che non posso paragonarmi a loro: solo ispirarmi”.
Io e il signor Oz esce in occasione di due anniversari importanti, i cento anni dalla scomparsa di Frank L. Baum e gli ottant’anni del film Il mago di Oz. “Le due ricorrenze – dichiara Puracchio – sono “cadute” nello stesso momento in cui mi sono posto alcune domande e ho scritto il libro. Tutto parte da un paio di what if. Da tempo c’era una fantasia che albergava nella mia testa. Dorothy, la protagonista del romanzo di Baum (e del film), è una bambina. Quindi, vede tutte le meraviglie del mondo di Oz con gli occhi di una bambina. Mi sono chiesto: cosa succederebbe se nel mondo di Oz arrivasse un adulto? La sua percezione di quel mondo sarebbe diversa? Se sì, come? Da qui, prendendo spunto dall’opera di Baum (più dal libro che dal film), ho fatto partire la mia storia”.
Venti racconti la cui porta d’ingresso è simboleggiata dall’opera di copertina realizzata da Egidio Panaioli, tra fantasy e rivelazioni. E la musica? Mai accantonata: “La musica ispira sempre la mia scrittura. Ma questo libro non parla di musica. È narrativa: una serie di racconti. Separati dalle mie precedenti produzioni. La musica, comunque, è sempre una “driving force” che mi accompagna. Durante la stesura del libro ho ascoltato rock progressivo ma non solo. Molta Motown, Bach, Steely Dan, ma anche Pop degli anni Ottanta”.
L’AUTORE:
Stefano Orlando Puracchio è nato a Roma il 2 luglio 1980. Ha vissuto la prima parte della vita tra Roma e l’Abruzzo mentre adesso vive tra l’Abruzzo e l’Ungheria. Giornalista professionista, autore radiofonico e conduttore, è un freelance e si occupa esclusivamente di scrittura. Dal 2014 al 2018 ha pubblicato quattro volumi dedicati al rock progressivo, nei quali ha intervistato i principali esponenti internazionali del genere.
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