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Prendiluna di Stefano Benni

L’ultimo romanzo di Stefano BenniPrendiluna, è stato pubblicato nel maggio 2017 da Feltrinelli nella collana Narratori.

Questo libro mi ha incuriosita molto e ho voluto leggerlo anche perché in passato di questo autore lessi Pane e Tempesta, libro molto piacevole e divertente. Questa volta però Benni non mi ha molto convinta. Prima di leggere Prendiluna avevo dato un’occhiata ai vari commenti e recensioni in giro, che però non erano tutte positive. Non lasciandomi condizionare dai giudizi, poiché la lettura è una cosa privata e pertanto soggetta ad un giudizio personale e legittimo, ho letto il libro, ma i dubbi sorti coincidevano con quelli letti nelle varie recensioni. Ma andiamo per gradi!

La protagonista di questo romanzo è Prendiluna, una anziana gattara e insegnante in pensione, che vive in una casa nel bosco colonizzata da dieci gatti. Una notte, alla donna compare il fantasma di un suo gatto, morto tempo prima, che le affida una missione: cercare dieci persone giuste a cui affidare i suoi dieci gatti in un determinato tempo. Solo portando a compimento questa missione, la Terra sarà salva. Una volta consegnato l’ultimo gatto, Prendiluna incontrerà Diobono, alludendo così alla morte della donna.

È qui che entrano in gioco altri due personaggi, Dolcino e Michele, i quali sono ex studenti di Prendiluna, ora rinchiusi in un ospedale psichiatrico. I due sono venuti a conoscenza della missione di Prendiluna dopo aver fatto un sogno profetico, così si mettono sulle tracce della donna perché anch’essi desiderano incontrare Diobono “per dirgliene quattro”.

Fin qui sembra tutto normale e l’inizio del romanzo risulta anche accattivante, ma la questione si fa complicata man mano che si procede nella lettura. La vicenda, con tutti i personaggi che Prendiluna incontrerà, risulterà sempre più ingarbugliata e assurda, muovendosi tra il genere favolistico e onirico.
Nelle vicende che si dipanano, e che ad un certo punto disorientano anche un po’ il lettore, è possibile cogliere alcuni tratti tipici della scrittura di Benni. Innanzitutto il tratto favolistico e stralunato già citato e molto caro all’autore, così come un uso sapiente dell’ironia.

Conoscendo i diversi personaggi poi è possibile scorgere la critica ad una società contemporanea schiava della tecnologia e dei nuovi mezzi di comunicazione, ma anche l’ateismo e l’anticleralismo dello scrittore, il tema della solitudine, impersonificato da Prendiluna, e in generale dei comportamenti umani, anche quelli sessuali che agitano i vari protagonisti. Una nota critica é ben diretta anche ai potenti e ai poteri forti e quasi occulti, rappresentati nel racconto di Benni dalla setta degli Annibaliani guidata da Chiomadoro.

In questo senso Benni è un eccellente narratore della società contemporanea attraverso il linguaggio simbolico, ma ciò che non mi è chiara è se c’è una morale in questo racconto o se l’opera sia solo l’osservazione ironica della contemporaneità. Oggi si parla molto e forse anche troppo della degenerazione della società, creando un vero e proprio topos usato e abusato, che con il tempo finisce con il perdere di valore.

Anche inquadrare questo romanzo in uno specifico genere letterario non è facile, perché partendo dal genere favolistico, seppur in senso moderno, si giunge a qualcosa che si avvicina all’horror. Insomma, quando ho terminato la lettura di Prendiluna sono rimasta con una serie di dubbi che ancora oggi, dopo un mese e più dalla lettura, non riesco a sciogliere. Soprattutto: Prendiluna ha effettivamente compiuto questa missione o è solo il delirio di una anziana che vive in solitudine i suoi ultimi anni?

Se insinuare nel lettore dubbio e confusione è lo scopo di questo romanzo, si può dire di Prendiluna una storia perfetta e di Benni uno scrittore geniale.

Stefano Benni