L’insana improvvisazione di Elia Vettorel è il romanzo della giovanissima Anemone Ledger, edito da Elison Publishing.
Si tratta di un romanzo che viaggia tra il noir e il genere psicologico e vi spiego subito il perché. Il protagonista è Elia Vettorel, un uomo dai capelli rossi, il viso coperto di lentiggini e una cicatrice sulla guancia, elementi che diventeranno per lui una vera e propria ossessione. Una ossessione che ha la sua origine fin da quando Elia è bambino e trascorre l’infanzia in un orfanotrofio cattolico, dopo essere stato abbandonato dalla madre alla tenera età di un anno.
Il “carcere dei bambini” diviene per Elia la sua casa, ma non è un luogo confortevole, qui non riesce a trovare una amicizia sincera, subendo per il suo aspetto quelli che oggi chiamiamo atti di bullismo, e nemmeno nelle suore che lo accudiscono riesce a trovare quel calore umano che potrebbe alleviare la mancanza della figura materna. Anche la suora che più delle altre si affeziona al piccolo Elia, ad un certo punto si allontana da lui, condannando il suo comportamento. Infatti Elia inizia a disobbedire alle regole, diviene aggressivo e soprattutto inizia a mostrare palesemente ossessioni e psicosi. Si crea un amico immaginario, una sorta di voce esterna che gli parla e che chiama Finn.
Ad un certo punto la madre di Elia torna a riprenderlo e per il bambino sembra che stia per arrivare la svolta, ma non sarà così, perché non riuscirà ad instaurare con la madre quel rapporto di amore che tanto aveva desiderato. In tutto questo – senza svelarvi troppo della trama – la sua psiche subisce ulteriori sconvolgimenti che lo porteranno a commettere l’ultima improvvisazione, ovvero il brutale omicidio di una ragazza.
La caratteristica molto interessante di questo romanzo è la modalità di narrazione. Infatti, l’autrice ci presenta un Elia bambino, quindi una narrazione in un tempo passato, poi un Elia giovane in un tempo che potremmo definire “di mezzo”, e un Elia che parla nel tempo presente. La maggior parte dei fatti li conosciamo perché Elia è a colloquio con lo psicologo che lo tiene in cura dopo l’arresto. E cosa ancora più interessante credo sia la capacità dell’autrice nel rendere il turbamento psicologico del protagonista, turbamento che il lettore è quasi portato a giustificare perché causato da una causa esterna, che il bambino subisce, e non ad un qualcosa che non va nella sua psiche. Inoltre, nel corso della lettura capita spesso di fermarsi un attimo a riflettere su quale sia la linea di confine tra la realtà oggettiva dei fatti e l’immaginazione turbata del protagonista, saranno gli interventi dello psicologo a chiarire i fatti.
in conclusione: se il genere horror è il vostro genere preferito questa di sicuro è una lettura che fa per voi, lettura che porterete a conclusione in brevissimo tempo!