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RECENSIONE: Il respiro del vino, un viaggio appassionante con Luigi Moio nel mondo del vino

Il vino racchiude in un solo bicchiere l’odore del mondo intero”. Questa frase posta nel libro di Luigi Moio, Il respiro del vino. Conoscere il profumo del vino per bere con maggior piacere  (Mondadori) è molto suggestiva e ci racconta più di quanto possiamo immaginare. Lì per lì sembra una frase come tante, una frase accattivante, ma se ci si sofferma un attimo a pensare ci si rende conto che in un bicchiere di vino c’è veramente il mondo intero, fatto di cultura, storia, umanità, lavoro, arte, passione e…molto molto altro!

Di questo, ma non solo di questo, si parla nel libro di Luigi Moio, dedicato al vino, alla sua produzione, alla sua conoscenza, degustazione e valutazione.

Luigi Moio è professore ordinario di Enologia al Dipartimento di Scienze degli Alimenti dell’Ateneo Federiciano. Da più di vent’anni si occupa degli aspetti sensoriali, biochimici e tecnologici dell’aroma del vino. È autore di tantissime pubblicazioni scientifiche su riviste internazionali. Esperto scientifico per il ministero delle Politiche agricole dal 2015 è nella commissione di enologia dell’OIV (Organizzazione internazionale della vigna e del vino) con sede a Parigi. È accademico dei Georgofili e dell’Accademia italiana della vite e del vino.

Luigi Moio, dunque, non è un semplice appassionato, ma un profondo conoscitore del vino, un professionista, un esperto ai massimi livelli, che oltre alla passione ha aggiunto la conoscenza. Moio ci parla di vino non come un semplice prodotto da vendere, ma ce lo racconta con una passione tale da non lasciare indifferente nemmeno in lettore più distratto o meno interessato.

È un dato di fatto che il vino ormai attrae sempre più appassionati e affascina un pubblico davvero eterogeneo. (…) L’immenso potere seduttivo da sempre esercitato dal vino sull’uomo è, innazitutto, riconducibile alla sfera delle emozioni.

Con questo libro è possibile entrare nel mondo del vino anche se non si possiede alcuna conoscenza enologica, perché Luigi Moio ci sa raccontare, con la competenza e la semplicità dei grandi uomini, tutto quello che è necessario sapere per poter gustare, riconoscere e valutare un calice di vino. L’autore ci prende per mano e ci accompagna, passo dopo passo, nei filari dei vigneti italiani, ci racconta le varie caratteristiche delle uve in un percorso olfattivo, il quale ben presto coinvolge la persona nella sua interezza.

Negli ultimi anni, poi, la considerazione che il vino è un bene culturale e l’espressione di tradizioni territoriali ne ha accresciuto il fascino esaltandone anche l’aspetto estetico. In particolare, mi riferisco al suo profumo, poiché un vino che non ha un profumo non è altro che una semplice dose d’alcol.

Con il suo libro Luigi Moio mette su carta la sua profonda conoscenza del vino accumulata in anni di ricerca e di studio: in questo libro sono confluite tutte le argomentazioni sul profumo del vino da me trattate negli ultimi vent’anni di ricerche, incontri, seminari, lezioni, integrate da tanti spunti ritrovati nei miei diari personali, con l’unico obiettivo di soddisfare l’interesse per l’entusiasmante mondo del vino già palesato da studenti, tecnici, sommelier, appassionati e perfino persone astemie, molte delle quali hanno poi cambiato idea, con mia grande felicità.

Il volume coniuga perfettamente il carattere divulgativo dell’opera e quello scientifico, proprio del ruolo accademico dell’autore. Nonostante lo spazio che viene dato alla chimica e agli aspetti tecnici e prettamente scientifici, questo libro risulta – anche grazie ad uno stile chiaro ed essenziale – accessibile anche ai non addetti ai lavori.

Questo libro, infatti, può essere letto in due modi, cioè soffermandosi sui contenuti più scientifici oppure tralasciandoli e, senza per questo perdere il filo del discorso, traendo godimento delle sole parti discorsive.

Bere un bicchiere di vino non è un’azione meramente pratica, ma è una esperienza dei senti, che attraverso la ritualità dei gesti “ci aiuta a riappropriarci del nostro tempo e del nostro equilibrio interiore”.