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Le novità di novembre targate Maratta Edizioni

Nuove uscite pronte ad arricchire il vostro Natale! Soprattutto quello dei bambini.

Maratta Edizioni ci propone le sue novità del mese anche in vista del Natale. Di seguito una breve carrellata dei titoli proposti.

Il giornalino di Gian Burrasca

Il primo volume è “Il giornalino di Gian Burrasca“, con le illustrazioni di Aurora Stella e la prefazione di Alessandra Micheli.

Giannino Stoppani, detto Gian Burrasca per la sua propensione a combinare guai, è lo scalmanato figlio un notabilato fiorentino di inizio Novecento. Il giorno del suo nono compleanno, riceve dalla madre un quaderno che utilizza come diario, per raccontare le sue avventure e sfogarsi quando è in punizione – quasi sempre. Già, perché, nei suoi continui tentativi di aiutare gli altri, finisce sempre per fare pasticci, tanto che il padre lo fa rinchiudere in collegio. Ma anche in collegio Giannino ne combina di tutti i colori, nel generoso tentativo di aiutare i compagni in difficoltà.

Tra denti cavati a ignari vecchietti, sedute spiritiche, segreti svelati, fughe e perfino un intrigo politico, Giannino vive un’infinità di esilaranti avventure. E non illudetevi, alla fine del diario sappiamo che Giannino ne vivrà molte altre.

La famiglia Toppington.”Il sonnellino”

In uscita a breve c’è La famiglia Toppington.”il sonnellino”. Le fiabe per bambini e i racconti per ragazzi di Ally Charmy sono una porta aperta sul mondo della fantasia. La magia delle parole che le raccontano, assieme ai colori delle illustrazioni che le accompagnano rendono le storie del Maialino col Palloncino appassionanti allegre e piacevoli per tutte le età. Questo racconto, La famiglia Toppington, il pisolino, parla di una graziosa famiglia di topi, papà Olivo, mamma Sanny e i loro sette piccolini, ricchi di sogni e di fantasie.
Riuscirà mamma Sanny a fargli fare il pisolino pomeridiano?
Sta a voi scoprirlo!

Le vacanze dei reietti

Il nuovo romanzo di Marica Di Palo si intitola Le vacanze dei reietti. Il tempo passa, l’uomo non cambia. Dopo la terza Guerra Mondiale, in una società che ha compreso i propri errori,  non c’è posto per chi non si uniforma alle regole. I reietti sono destinati a essere imbarcati in un ultimo estremo viaggio su una nave mercantile, per morire da qualche parte nell’oceano. Ladri, spacciatori, assassini, ma nel cargo c’è anche un famigerato serial killer pronto a eliminarli uno a uno. Approdare a terra ferma è l’unica salvezza, ma le imprese della Morte Rossa hanno alimentato una spaventosa leggenda…

INTERVISTA | Andrea Villa si racconta come scrittore e ci parla del suo romanzo

Andrea Villa, autore di I racconti di Enthalassia. La grande migrazione” edito da Maratta Edizioni, ci racconta il suo libro e la sua passione per la scrittura. Il romanzo è un fantasy appartenente al genere dell’ucronia e narra la storia di un orco, di una guerra, di guerrieri e principesse. Fin qui sembra tutto normale, ma se lo leggiamo con attenzione ci rendiamo conto che è tutto rovesciato. I cliché del fantasy sono capovolti e l’orco non è un mostro cattivo, la principessa è una guerriera e il cavaliere un vigliacco. Ma è l’autore stesso a raccontarci qualcosa in più del suo libro e della sua scrittura. Per saperne di più sulla trama del romanzo potete recuperare la recensione cliccando qui, che ho scritto qualche tempo fa.

Innanzitutto, quando Andrea Villa inizia a scrivere.

La mia avventura con il mondo della scrittura inizia da bambino: i miei genitori mi hanno trasmesso il loro amore per la letteratura e per le storie ben fatte, che leggevo avidamente in ogni momento. Ma rapidamente, il numero di storie che mi piacevano e che non avevo ancora letto si ridusse, così iniziai a scriverle. All’inizio scrivevo brevi pezzi di fanfiction, ossia di storie non originali basate su altri lavori originali; poi iniziai a scrivere fanfiction più lunghe. Successivamente c’è stato il passaggio alle ucronie, storie sulla Storia che non è mai stata, e che ancora adesso hanno un particolare significato per me. Giunsi quindi alle storie originali brevi, ed infine, ai dattiloscritti veri e propri.

Quando è nata la storia che narri nel tuo libro?

La storia del mio libro, in particolare, è nata in una calda estate di alcuni anni fa, allorché per puro sfizio immaginai un orco che faceva la guardia a un tesoro, e che era così stanco e stufo di fare tale lavoro che ormai non prendeva più sul serio nessun paladino. L’idea mi piacque e inizia ad espanderla con nuove idee che mi giungevano mano a mano leggendo e studiando o anche per caso. In breve ebbi assieme un grande numero di idee e con esse iniziai a scrivere il libro…

Quanto di te c’è nella storia che racconti?

C’è molto di me: ogni personaggio, a modo suo, rappresenta un tratto della mia personalità, staccato dagli altri e manipolato al punto da apparire irriconoscibile; la trama è sviluppata secondo un andamento e una logica che ho ritenuto opportuni, realistici e adatta; anche i luoghi derivano da ambientazioni che ho personalmente visto e descritto, oppure da immagini che ho cercato accuratamente. In un certo senso, questo mio libro è come se fosse un figlio: ha molto di me, ma ha anche molto potenziale e ogni cosa necessaria per poter, un giorno, proseguire il suo cammino.

Chi è Tharax, il protagonista?

Tharax è un orco a cui non piace il massacro e il combattimento, ma che al contrario adora leggere e scoprire cose nuove. In un certo senso, è molto simile a certe figure storiche realmente esistite che, sebbene avessero ricevuto un’educazione militare molto rigida, non nascondevano una forte passione per la cultura, la letteratura e la conoscenza. Un altro punto da considerare è che Tharax è “esaurito” dalla vita che pratica, cosa che lo accomuna molto a numerose persone del nostro mondo, che dopo una vita piena di lavoro e di stress, non sono più felici o non trovano soddisfazione nel mestiere che fanno.

Come mai hai scelto l’ucronia?

Ho scelto tale genere perché, attraverso di esso, posso intraprendere strade nella storia che altrimenti non sarebbe possibile percorrere e dare un punto di vista totalmente inedito su un paesaggio classico. Voglio dire, quante storie mostrano che anche i cattivi hanno un cuore e dei sentimenti?

Qual è stata, se c’è stata, la maggior difficoltà nel raccontare questa storia?

La mia maggiore difficoltà nel raccontare questa storia è stata, senza alcun dubbio, riuscire a decidere quali idee potevano essere utilizzate e quali no, dopo aver deciso che non potevo usarle tutte. È stata una scelta molto difficile, e che ancora adesso mi causa dei ripensamenti, ma che da ogni punto di vista è stata necessaria.

Qual è il tuo personaggio preferito?

Tharax, ovviamente! Può non sembrare, ma anche un orco può essere intelligente, tanto da rendersi conto che una vita basata sul preconcetto non necessariamente porta alla felicità.

Qual è il messaggio che vuoi trasmettere al lettore con il tuo romanzo?

Quello di non lasciarsi ingannare dagli stereotipi e da quello che gli altri pensano, giacché solo noi decidiamo cosa fare nella nostra vita e nessuno può dire di conoscerci con un’occhiata.

Quali sono i tuoi progetti di scrittura futuri?

Ho diversi libri in corso. Tra di essi, posso annoverare il seguito di Tharax, nel quale vedremo gli orchi affrontare nuove peripezie e sfide; un romanzo storico ambientato durante la guerra civile americana; un libro ucronico sulla corsa allo spazio; una fanfiction che sto già scrivendo (e che pubblico ogni settimana) e numerosi altri lavori. La mia speranza è di poterli completare tutti.

RECENSIONE | I Racconti di Enthalassia, il fantasy ucronico di Andrea Villa

Vi propongo oggi la recensione del romanzo di Andrea Villa I racconti di Enthalassia: la grande migrazione, edito da Maratta Edizioni.

Ci sono molte cose da dire su questo romanzo a partire dal genere a cui appartiene. Si tratta di un fantasy non convenzionale. Il libro di Andrea Villa, infatti, appartiene ad una categoria particolare del romanzo fantasy, che è chiamato ucronia. L’ucronia pone le sue basi sulla premessa che la storia del mondo abbia seguito un corso diverso da quello che conosciamo. Le ucronie possono riguardare i romanzi storici e quelli del genere fantastico e in quest’ultimo Andrea Villa è un esperto.

Con il suo romanzo, questo giovanissimo autore ci propone una storia al rovescio, dove i canoni classici del romanzo fantastico sono capovolti, ma vediamo la trama, così da poter capire meglio il meccanismo. Protagonista di questa storia è Tharax, un orco che non ha nulla delle caratteristiche morali del classico orco. Infatti, Tharax ha un solo desiderio, vivere in pace, lontano da quelle guerre che è costretto a intraprendere e combattere per difendere se stesso e il suo popolo.

Stanco di questa vita, Tharax decide di condurre il popolo degli orchi alla libertà, raggiungendo Enthalassia, la “terra promessa”, in cui potranno vivere finalmente in pace. Gli orchi per definizione sono un popolo guerriero, facile al massacro, ma qui lo riscopriamo differente, molto più saggio dell’uomo stesso, che è invece accecato da potere e soprattutto dal pregiudizio. E proprio il popolo degli uomini è quello che più di tutti non riesce a cambiare la propria posizione verso il diverso. Dopo un sogno premonitore, Tharax comprende qual è la strada da intraprendere, strada che non sarà facile da percorrere e che si rivelerà piena di insidie e di pericoli, ma l’obiettivo è talmente nobile e alto da spingere gli orchi ad affrontare qualsiasi prova, anche la guerra contro gli altri popoli, umani, nani, elfi, troll.

In questo percorso che li porta alla libertà, incontriamo non pochi personaggi, tutti ben caratterizzati, ma spesso capovolti. Infatti, abbiamo il cavaliere che dovrebbe essere impavido, ma che invece si rivela vigliacco; l’eroe che non ha nulla di eroico; il principe che è un vanesio bugiardo; la principessa che si ribella al suo status di debole creatura da salvare e che diventa un’abile guerriera. Tutto è capovolto, ma non la morale. Il nostro protagonista è l’emblema di ciò che è giusto e retto fare.

Lo stile di Andrea Villa all’inizio mi ha un po’ spiazzata, poiché avevo quasi l’impressione di trovarmi di fronte ad un romanzo e ad una scrittura ancora acerba, in realtà il libro è molto ironico e lo stile ritengo sia congeniale al tentativo dell’autore di mostrare un mondo “altro”. Al termine del romanzo abbiamo, come è giusto che sia, dei vinti e dei vincitori e una morale, che consiste, secondo me, nella necessità di anelare alla libertà, alla pace e all’uguaglianza, indipendentemente dal colore della pelle, bianca, nera o verde che sia.