Attraverso quasi quattro secoli di storia, il racconto della dinastia fiorentina protagonista, in Italia come in Europa, del Rinascimento e del passaggio all’età moderna.
La segnalazione di oggi riguarda una delle dinastie che amo di più: i Medici. Il libro in questione si intitola “I Medici. Ascesa e potere di una grande dinastia” ed è stato scritto da Claudia Tripodi ed edito da Diarkos.
Sinossi:
Il libro ripercorre la storia della famiglia Medici e dei suoi membri più in vista, a partire dalle origini della fortuna del casato nella Firenze tardo trecentesca, passando per la grande epoca rinascimentale di Lorenzo il Magnifico e il primo granduca Cosimo I, fino a giungere a Gian Gastone, mancato senza discendenti diretti nel 1737 e tradizionalmente considerato come l’ultimo erede della dinastia. Un filo che si intreccia, nella politica come nell’arte e nella scienza, al passaggio dell’Italia e dell’Europa alla Modernità, raccontato in maniera discorsiva attraverso gli strumenti della ricerca storica, fonti edite e inedite, documentarie e iconografiche, di natura privata e di carattere pubblico, con attenzione anche al protagonismo della componente femminile della famiglia – come Caterina, regina di Francia – e a quella ecclesiastica.
L’Autrice:
Claudia Tripodi è Dottore di ricerca in Storia medievale e diplomata in Archivistica, Paleografia e Diplomatica presso l’Archivio di Stato di Firenze. Tra le sue pubblicazioni, Gli Spini tra XIV e XV secolo. Il declino di un antico casato fiorentino (2013) e la curatela di Vespucci, Firenze e le Americhe (con G. Pinto e L. Rombai, 2014).
Giuliano è il sole; Lorenzo il cielo, mare e terra. Sono giovani, colti, carismatici e ammirati entrambi quando diventano principi di Firenze.
Queste sono le prime parole che si leggono nella sinossi del libro di Adriana Assini, Giuliano e Lorenzo. La primavera dei Medici, edito da Scrittura e Scritture. Come dare loro torto! Lorenzo il Magnifico e suo fratello Giuliano sono i fiori migliori della famiglia Medici, ormai considerati dei veri e propri miti.
Il racconto che ci viene fatto in questo romanzo riguarda i fratelli Medici e la storia della Firenze rinascimentale, ma non li vede direttamente sulla scena come protagonisti. Infatti, conosciamo la loro storia attraverso il racconto di Cosma, un giovane dottore in legge che si invaghisce di Beatrice, la moglie del mercante Giotto Torreggiani. Ospiti in casa del mercante, Cosma e il suo amico pittore Maso raccontano ai coniugi Torreggiani, rientrati a Firenze dopo un lungo soggiorno sul Bosforo, le vicende politiche e umane sviluppatesi intorno alla famiglia Medici.
Domenica dopo domenica, la narrazione si fa sempre più avvincente, in un climax ascendente che tocca il suo culmine con la narrazione della morte di Giuliano nella famosa congiura dei Pazzi. Il racconto, tuttavia, non è una semplice narrazione di eventi del passato. Siamo a pochi anni di distanza dalla morte di Lorenzo e all’indomani dei funerali del suo grande amico Sandro Botticelli, ma il segno che i Medici hanno lasciato a Firenze è ancora forte e visibile nelle innumerevoli opere d’arte commissionate.
Qui, da mezzo secolo, i fatti più rilevanti recano il tratto distintivo dei Medici. Salvo le flessioni dell’ultimo decennio, la potentissima dinastia di banchieri era stata un corpo unico con la città sull’Arno, favorendo la carriera di prosperevoli artisti, compreso il Botticelli.
Nel racconto, quindi, abbiamo la possibilità di ricostruire i contorni di questi due uomini, compresi dei lati oscuri.
Lorenzo il Magnifico raffigurato da Bronzino
Il Magnifico non passava di certo inosservato. Impossibile confonderlo con chicchessia, con quella sua mascella larga, il naso schiacciato, le sopracciglia folte come piccole selve. Uguale a nessun’altra, la sua voce roca. E indosso, more solito, il lucco vermiglio, distinto ma privo di ornamenti. Alla buona nei modi, ma sofisticato nel pensiero, all’occorrenza non disprezzava di disputare una partita a cricca o a tri-trac col mugnaio, scambiando qualche opinione con le persone più umili, proprio lui che dissertava di sofisticherie con Ficino, e che apprendeva da un Michelangelo in erba che la scolpitura si faceva “per via di levare” e non “per via di porre”, come per la pittura.
Lorenzo si era circondato di grandi intellettuali ed artisti, era un abile politico, amante del poetare, difettava nei conti. Infatti, il banco era spesso in difficoltà e bisognava occultare gli ammanchi con astuzie che spesso gli crearono non pochi problemi. Sposandosi con Clarice Orsini, con la quali vi erano distanze affettive notevoli, Lorenzo si aprì una strada verso la corte pontificia, da cui trasse dei vantaggi.
Giuliano de Medici raffigurato da Sandro Botticelli
Di altro temperamento era suo fratello Giuliano. Pare possedesse tutte le qualità di un adone e un carattere piacevole. Astuto come il fratello, per alcuni di più di Lorenzo, lavorò con lui alla grandezza della famiglia, ma di lui si ricorda il suo amore per le belle donne, tra cui l’affascinante Simonetta Cattaneo Vespucci; pare non mancasse di gareggiare con il fratello, in un confronto che però mai sfociò in rivalità.
Simonetta Cattaneo Vespucci dipinta da Sandro Botticelli, di cui fu musa ispiratrice
Grazie al racconto di Cosma assistiamo ad una vera e propria ricostruzione dei fatti più importanti dell’Italia a cavallo tra il XV e il XVI secolo, dove delicati equilibri politici si giocavano a colpi di alleanze e tradimenti. A rendere questo libro ancora più appetitoso è la tresca amorosa che Cosma, nel suo emozionante racconto, sta tessendo con Beatrice, che ricambia senza remore.
Adriana Assiri conferma, con questo libro, la sua grande dote di romanziera. Ha saputo coniugare alla perfezione verità e invenzione, consegnandoci un libro bello, coinvolgente, che insegna e fa riflettere su questioni più che mai attuali.
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Un nuovo appassionante viaggio nella Firenze dei Medici è Un uomo al potere, il secondo romanzo della trilogia sulla potente famiglia fiorentina. Il romanzo, firmato da Matteo Strukul e pubblicato da Newton Compton Editori, ci presenta la storia di colui che forse è il personaggio più rappresentativo della famiglia Medici: Lorenzo il Magnifico.
Dopo averci narrato l’ascesa della famiglia nel primo episodio della trilogia in Una famiglia al potere (leggi qui la recensione) Strukul focalizza la sua attenzione su Lorenzo, il giovane mecenate che trasformò Firenze nella culla del Rinascimento. L’autore, che con il primo romanzo è tra i vincitori del Premio Bancarella 2017, con una narrazione avvincente, forse anche più della prima, ci presenta un Lorenzo giovane che si ritrova a fronteggiare ostilità, pericoli, ma soprattutto a gestire il peso del potere. Man mano che si procede nella lettura, la quale si sviluppa ancora in capitoli corrispondenti a determinati periodi temporali, apprendiamo l’evolversi delle vicende personali e della storia della Signoria fiorentina, attraverso il particolare punto di vista del protagonista. Lorenzo il Magnifico è un giovane che improvvisamente si ritrova, dopo la morte del padre Piero, a governare una città ancora dilaniata da scontri di potere.
Lorenzo il Magnifico, opera di Giorgio Vasari
La sua famiglia è sempre motivo di odio e gelosie di ogni genere, le quali sfoceranno nella famosa congiura dei Pazzi, narrata in maniera puntuale e avvincente da Strukul. Lorenzo sposerà completamente il suo ruolo politico e amerà profondamente Firenze e il suo popolo. In questo l’autore vede una dedizione totale alla signoria di un leader che, oltre ad essere un uomo di stato, è soprattutto un mecenate, amante dell’arte e della cultura, viste come mezzo di affermazione sociale, ma anche come opportunità di progresso. Amato dal popolo e odiato dai suoi pari, Lorenzo è descritto da Strukul anche nella sua umanità; egli non è un eroe a tutti i costi, ma una persona combattuta tra il senso del dovere e il desiderio di una vita dedita alla cultura e agli affetti. Lorenzo fu un grande mecenate come ben sappiamo e la sua figura è legata profondamente ad un altro personaggio fondamentale per il Rinascimento fiorentino: Leonardo da Vinci.
Lorenzo il Magnifico in un disegno di Leonardo da Vinci – 1480
L’amicizia, la stima e l’ammirazione che Lorenzo ebbe per Leonardo non vengono taciuti, anzi quest’ultimo è quasi un coprotagonista del romanzo che non racconta la vicenda di un singolo individuo, ma di una intera città, di una porzione importante della storia del Rinascimento italiano.
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