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Un Garibaldi inedito nel racconto di Divier Nelli

Il nostro Garibaldi è un racconto breve di Divier Nelli, edito da Oakmond Publishing.

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Ho scoperto questo racconto e l’autore grazie alla segnalazione del blog di Giulia Mazzoni M’hanno detto di fare un blog.

Si tratta di un racconto breve, piacevolissimo per lo stile accattivante e la giusta suspanse che l’autore sa mettere nella sua narrazione.

Al centro della storia, come si intuisce dal titolo, vi è Giuseppe Garibaldi, l’eroe dei due mondi.

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Giuseppe Garibaldi

L’autore ci presenta uno spaccato della vicenda garibaldina e precisamente descrive una prigionia del nostro protagonista a Trapani, avvenimento che precederebbe lo sbarco dei Mille in Sicilia.

Questo racconto viene intervallato dalla narrazione della storia di un altro protagonista che sarà decisivo nello sviluppo dell’intera vicenda.

Questo perché il suo “sacrificio” servirà a rendere possibile lo sbarco dei Garibaldini a Marsala.

Non voglio anticiparvi molto, per non togliervi il piacere della lettura e del finale, ma non posso non dirvi che il Garibaldi fatto prigioniero subirà delle torture, i cui particolari l’autore non cela al lettore.

Nonostante queste descrizioni che a qualcuno potrebbero dare fastidio, il racconto è molto bello e dispiace che sia così breve.

Il lettore, infatti, si incuriosisce e vorrebbe continuare a leggere, ma il resto della vicenda è Storia nota a tutti.

Questo racconto ci offre la possibilità, inoltre, di ripescare una curiosità sulla persona di Garibaldi.

Quando il nostro eroe sbarcò in Sicilia per la sua impresa ebbe accanto un altro colonnello, John Whitehead Peard, militare britannico.

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John Whitehead Peard

Nel 1859, in occasione della campagna contro l’Austria, il colonnello Peard venne in Italia per unirsi ai volontari di Garibaldi, ma il Ministero della Guerra rifiutò la sua domanda perchè ritenuto troppo vecchio: aveva circa 48 anni.

L’inglese non si arrese e ricevuto da Cavour in persona espose le sue ragioni che furono così convincenti da far accettare la sua richiesta.

Il colonnello Peard si ritrovò così nel corpo dei Mille.

Tralasciando i fatti storici nel dettaglio, la curiosità sta nel fatto che Peard venne considerato già dai suoi contemporanei il sosia di Garibaldi.

Infatti, il colonnello inglese pare fosse così affascinato dalla figura di Garibaldi da assumerne quasi le sembianze e le movenze.

Aveva una lunga barba bianca e vestiva quasi in maniera identica a Garibaldi, ad eccezione della giubba che era blu invece di essere rossa.

Spesso fu scambiato per il vero Garibaldi, anche dalle truppe borboniche e ciò rappresentò una risorsa importante perché permetteva depistaggi e confondeva le acque al momento giusto.

E per chiudere vi segnalo una simpatica proposta della casa editrice.

Prima di iniziare a leggere il racconto vero e proprio, la casa editrice vi suggerisce di accompagnare la lettura con un bel bicchiere di vino: in questo caso un buon Barolo.

Buona lettura!!!

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Divier Nelli