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La ragazza dello Sputnik di Murakami

La ragazza dello Sputnik, edito da Einaudi, è il primo romanzo che ho letto di Murakami. Si tratta di un romanzo breve che sembra raccontare una storia normale, lineare, ma poi si entra nella personalità dei singoli personaggi e ci si inizia ad incuriosire.

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Conosciamo la protagonista, Sumire, una giovane donna impulsiva, disordinata che ama scrivere, pur non avendo ancora ben chiara una idea o un progetto di ciò che desidera fare nella sua vita. Sumire non è fidanzata, ma ad un certo punto si innamora di una donna, Myu, che ci appare come il suo esatto contrario, ma proprio per questo le due donne andranno d’accordo da subito, come se fossero le due facce di una stessa medaglia. Myu è una donna elegante, acculturata, che commercia in vino per il mondo. Tra le due nasce un legame di fiducia e Sumire inizia a lavorare per Myu. A raccontarci la vicenda è la voce narrante del terzo protagonista, un uomo del quale non conosciamo il nome, ma che sappiamo essere innamorato di Sumire. Quest’ultima segue Myu in un viaggio di lavoro in Europa, e dopo aver accettato un invito da un conoscente trascorrono una vacanza su un’isola greca. Qui accade l’inaspettato, perché Sumire sembra avere una sorta di crollo psicologico e dopo ciò scompare senza lasciare alcuna traccia.

Cosa significa tutto ciò? Cosa vuole dirci Murakami con questa storia, la quale si chiude con degli interrogativi che restano senza risposte? Sicuramente l’autore ci dice che la vita di ognuno è costellata da una miriade di percorsi, da tanti “se” e molti “ma”. “Se avessi fatto quella cosa e non l’altra”, “se fossi andato a quell’appuntamento la mia vita sarebbe stata la stessa?” Non sono domande alle quali è possibile dare una risposta certa, sicuramente il romanzo ci dice che la vita di ognuno è un qualcosa di estremamente complesso, talvolta è quasi incomprensibile. Ognuno è colpito da eventi che nel bene o nel male li ha cambiati, li ha fatti maturare. Ogni loro esistenza si rivela un’isola indipendente, seppur le loro vite si incrociano e si confondono ma per lasciarsi di nuovo in una solitudine esistenziale e in una incomunicabilità che i protagonisti vivono senza comprenderlo.

Così continuiamo a vivere la nostra vita pensai. Segnati da perdite profonde e definitive, derubati delle cose per noi più preziose, trasformati in persone diverse che di sé conservano solo lo strato esterno della pelle; tuttavia, silenziosamente, continuiamo a vivere.