Oggi esce il romanzo di Alfonso Pistilli, L’ultimo sorriso, che inaugura “Policromia”, la nuova collana di Pub.Me.
A parlarci di questo romanzo, che definisce originale, avvincente e page-turner, ma anche della collana è Emanuela Navone, curatrice di Policromia, editor e autrice. Il discorso poi si è ampliato, spostandosi su temi come l’autopubblicazione e l’editoria a pagamento, consentendo ad Emanuela di darci il suo personale punto di vista su un aspetto dell’editoria che è sempre oggetto di accese discussioni.
Oggi esce il romanzo di Alfonso Pistilli, di cosa parla?
È complicato definire di cosa parla il libro di Alfonso. C’è un po’ di tutto: dal giallo alla storia d’amore, dall’introspezione all’ironia. Ma non per questo il lettore deve pensare che “L’ultimo sorriso” sia un’accozzaglia di roba buttata a caso! Alfonso è riuscito a unire tutti questi elementi creando un unico filo narrativo che si srotola davanti al lettore a mano a mano che prosegue con la lettura.
Chi è il protagonista?
Il protagonista è Alessandro Cocco, un giovane venditore di vacanze porta a porta. Un giorno apprende dalla televisione che la sua cara amica Halina è morta. Gli inquirenti pensano al suicidio, ma Alessandro non ne è convinto. Inizia così una personale indagine volta a scoprire la verità, indagine che si mischierà ben presto con un affaire più ampio che racchiude anche il mercato del calcioscommesse. Grazie a questa indagine Alessandro imparerà a fidarsi di se stesso e diventerà attore protagonista nel tavolo della sua vita. E scoprirà anche che nessuno è chi dice di essere.
Perché il lettore deve leggere questo libro?
Perché è scritto bene, è originale e ti trascina dalle prime pagine. ì, so di essere banale perché è la risposta che ogni editore/autore/agente darebbe. Però non saprei come altro rispondere. Leggendo questo libro il lettore si immedesimerà subito in Alessandro, una sorta di anti-eroe che suo malgrado si troverà impigliato in qualcosa più grande di lui. La storia di Alessandro è la storia di ognuno di noi, impegnati ogni giorno nelle nostre piccole battaglie e attorniati da successi e insuccessi.
Alfonso Pistilli è un esordiente. Per lei che è una editor, com’è lavorare con gli esordienti?
Dipende. Ci sono esordienti ed esordienti. Lavorare con autori come Alfonso è bellissimo: da come si impegnano e da come adorano la scrittura e il loro romanzo capisci che ci credono davvero. E poi sono umili: accettano le critiche e sono sempre pronti a migliorarsi… e a bacchettarti se per caso sei tu a sbagliare. Altri, purtroppo, soffrono del complesso “io sono il più bravo”. Non c’è molto da dire, in questo caso il lavoro diventa un braccio di ferro dove perdiamo entrambi.
Questo libro inaugura la collana “Policromia”. Come nasce e quali libri ospiterà?
Policromia nasce dal desiderio di dar voce a libri nascosti, che non hanno paura di parlare di temi forti o tabù. O di libri, come quello di Alfonso Pistilli, che parlano al cuore di ognuno. Policromia è l’uso di più colori in architettura o pittura; nel caso della letteratura, ho scelto questo nome per designare tutte quelle opere che sfuggono a un unico genere. Non parlo di narrativa che non ha un genere preciso, ma di narrativa che ne contiene molti.
Lei ha parlato di “voci fuori dal coro”. Cosa intende?
Quello che scrivevo prima. Le voci fuori dal coro sono le voci di chi non ha paura di piazzarti davanti temi forti, tabù o di difficile confronto. Credo che oggi ci sia un gran bisogno di dar voce a questi temi (le scommesse calcistiche truccate e la droga, nel caso di Alfonso, o l’omosessualità, protagonista del prossimo romanzo della collana).
Policromia è una collana di PubMe. Cos’è PubMe?
PubMe è una piattaforma di self-publishing. Grazie a PubMe, l’autore può pubblicare i suoi libri autonomamente ed essere distribuito sia sugli store online sia nelle librerie fisiche. Nel caso scelga di affidarsi, invece, alle collane, come Policromia, l’autore sarà affiancato nella pubblicazione dall’editing alla promozione, proprio come una vera casa editrice.
Perché un autore dovrebbe scegliere PubMe?
Lo staff di PubMe è molto gentile e attivo nell’aiutare ogni autore, sia che scelga l’autopubblicazione, sia che si affidi a una delle collane (conosco alcune delle altre curatrici e sono persone serie e professionali). Inoltre, a differenza di altre piattaforme di self-publishing, PubMe è molto veloce nella revisione dei libri e nella successiva pubblicazione, e la procedura è semplice e intuitiva.
Molti vedono il self-publishing e l’editoria a pagamento con qualche riserva. Secondo lei perché?
Be’, qui si è apre un pozzo senza fondo e potrei parlarne per ore, ma ci tengo a sottolineare come editoria a pagamento e self-publishing siano due cose nettamente distinte. Nel novantanove percento dei casi, l’autore che contatta e si affida a un Editore a pagamento, buttando via molti soldi – parliamo anche di tre, quattromila euro -, perché è raro che l’editore promuoverà. In fondo, ha già guadagnato con i soldi dell’autore, perché dovrebbe preoccuparsi di promuovere, distribuire o pubblicare il libro? Attenzione, queste mie considerazioni non sono campate in aria, ma frutto di esperienze personali e direttissime. Il self-publishing è diverso: l’autore si autopubblica, si finanzia, e ha la voglia di vendere, quindi farà di tutto perché il lettore acquisti il suo libro.
A quali autori fa riferimento?
Anche qui occorre una precisazione: l’autore serio. Purtroppo, la scena self-publishing italiana è ricca di questa gramigna, pseudo-autorucoli che, solo perché credono che autopubblicarsi sia gratis, buttano il loro libro su un qualsiasi store online. Ancora peggio, tanti di questi autori sono anche molesti, e se trovano campo libero ti sommergono di richieste di acquisto. Penso che gran parte della reticenza dei lettori italiani in merito all’autopubblicazione sia dovuta a questo: a questa folla di sedicenti autori che infestano le librerie online, premendo affinché tu li legga e offendendosi se si fa notare loro che magari la virgola non va tra il soggetto e il verbo. Da autrice autopubblicata, mi dispiace davvero, soprattutto quando mi rivolgo a blogger e opinion leader per una recensione e mi vedo chiudere le porte in faccia. Per colpa di alcuni, ci rimettiamo tutti.
Qualcos’altro da aggiungere sull’editoria a pagamento?
Sull’EAP c’è poco altro da dire: se il lettore è reticente, ha ragione. Nella maggior parte dei casi, se il libro lo pubblica, l’editore a pagamento spesso non lo ha nemmeno corretto.
Quale suggerimento darebbe ad un autore che sceglie di autopubblicarsi?
Di pensarci seriamente, prima. Non tutti hanno la “forza” per autopubblicarsi. Occorre avere umiltà, perseveranza e anche una buona dose di “palle”. Se parti da zero e non hai nessuno alle spalle, i primi tempi sarà dura farsi conoscere e vendere qualche copia. Conosco autori self che mi confidano di voler smettere proprio perché vendono poco e niente. Ma allo scrittore che vuole autopubblicarsi, e lo vuole fare seriamente, dico: non mollare! Se credi davvero in quello che hai scritto, va’ avanti, persevera, stringi i denti. E, soprattutto, non per tirare l’acqua al mio mulino, ma fa’ correggere il tuo libro. Sono stufa di leggere e recensire romanzi in cui la grammatica italiana sembra il Titanic dopo il naufragio.