Il libro di cui vi parlo oggi è un romanzo molto noto di Alan Bennett. Sto parlando de La sovrana lettrice, che in Italia è edito da Adelphi.

L’autore, con il suo consueto piglio ironico, ci racconta una regina di Inghilterra del tutto inedita.
Un pomeriggio la regina sta tranquillamente passeggiando nel giardino del palazzo, quando i suoi amati cani iniziano ad abbaiare ad un furgone parcheggiato proprio di fronte le cucine di Buckingham Palace.
Si tratta della Biblioteca Circolante del distretto di Westminster. Incuriosita dalla insolita presenza, la regina entra nel furgone, tra l’incredulità dei presenti, e fa la conoscenza del bibliotecario e di Norman, un giovane ragazzo appassionato di lettura e di libri, che lavora nelle cucine del palazzo.
Quasi per cortesia e senza molta convinzione, la regina prende in prestito un libro senza rendersi conto che solo in quel momento la sovrana di Inghilterra entrerà in un mondo che fino a quel momento aveva esplorato solo marginalmente.
Pur avendo avuto sempre a disposizione l’immensa biblioteca del palazzo reale, ricca di volumi rarissimi e di pregio, ma anche di tutte le biblioteche del regno, la regina non aveva mai scoperto il vero piacere della lettura.
Solo ora, in tarda età, verrà travolta dalla passione per i libri, grazie anche ai consigli di Norman, che nel frattempo è passato dalle cucine direttamente agli appartamenti privati della regina, come consigliere personale in materia di libri.
Fin quando questa passione rimarrà circoscritta alla vita privata della Regina, non sarà un grosso problema. I problemi inizieranno a sorgere quando la passione per la lettura si trasforma in una vera e propria mania, con ripercussioni comiche sia sulla vita pubblica, ma soprattutto su quella diplomatica, causando non pochi imbarazzi.

Quello che reputo molto interessante e che Bennett sa descrivere molto bene, è il cambiamento del modo di vedere e di agire che i libri provocano nella nostra protagonista.
Fino ad allora la regina aveva imparato a leggere e interpretare la realtà esclusivamente da un punto di vista estremamente distaccato, perché così le è stato insegnato e perché quello è il comportamento che si addice alla sovrana di Inghilterra.
I libri adesso le danno la possibilità di rispondere a tutte quelle domande che erano rimaste insolute o avevano ricevuto risposte del tutto superficiali.
Il romanzo, oltre a rendere noto al lettore come la ragione di stato possa sacrificare passioni e vita privata, si conclude in maniera inaspettata, con un vero colpo di scena, prova della bravura narrativa di Bennett.
Questo libro è una vera e propria dichiarazione di amore nei confronti del libro e della lettura, strumenti necessari alla crescita dell’individuo in ogni età della vita e di qualsiasi estrazione sociale.