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Segnalazione | Tre uscite imperdibili di Robin Edizioni

Robin Edizioni ci propone tre uscite imperdibili tra classici e nuove proposte.

Se a Natale siete ancora indecisi su quale libro regalare, allora potreste scegliere uno o, perchè no, tutte e tre le proposte di Robin Edizioni. Di seguito tutte le informazioni.

La piazza di Angela Vecchione

Il libro

Antonio ha un peso che lo opprime, ricordi che solo l’eroina può rendere sopportabili. Giuliana tiene nascosto dentro di sé un passato traumatico, da cui vorrebbe fuggire. Domenico, invece, il passato non lo vuole dimenticare, perché nessun altro debba subire la sua stessa ingiustizia. Salvatore dell’illegalità ha fatto un mestiere, legandosi alla camorra. Storie diverse, ma tutte legate a Rosa, una donna plasmata da legami famigliari in cui crede ostinatamente, nonostante gli abusi subiti dagli uomini della sua vita. Tutti eccetto Domenico che, come i suoi figli, le ha dato solo amore. Proprio quando una verità tremenda riemerge, a Rosa tocca l’onere di difendere la sua famiglia dai criminali legati al marito e mettere in salvo il futuro dei suoi figli. A qualunque costo.

L’Autrice

Angela Vecchione è nata ad Avellino nel 1978. Laureata in Lingue e Letterature straniere sul teatro di Harold Pinter, ha vissuto a Roma, San Francisco, Torino, Doha, Milano. Dal 2012 risiede stabilmente a Torino dove insegna inglese e spagnolo. Fa parte della redazione di exlibris20, rivista letteraria per cui cura diverse rubriche. La piazza è il suo primo romanzo.

Il ciclo del Mago di Oz di L. Frank Baum

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Il libro

Questo volume de “Il ciclo del Mago di Oz” costituisce l’ultimo dei quattro destinati a ospitare l’intera serie di libri che lo scrittore L. Frank Baum ha dedicato alla saga di Oz. Si tratta di 15 opere – 14 romanzi e una raccolta di racconti − che vengono ripresentati al pubblico in una edizione senza i connotati tipici dell’editoria per ragazzi. Numerosi critici si sono lanciati alla ricerca dei significati allegorici sottesi al testo, individuandone in quantità: di natura politica, economica, sociale, religiosa. A ognuno resta la libertà di immergersi a un diverso livello di lettura, quello che preferisce, e fantasticare in solitaria oppure chiedendo una mano alla critica letteraria “alta”: la meta è sempre e comunque nello stesso luogo, per adulti e bambini: alla fine della strada di mattoni gialli.

L’Autore

L. Frank Baum è l’inventore del libro per ragazzi più noto della letteratura americana, quello che narra le favolose avventure di Dorothy e di tutti i personaggi che incontra nel Regno di Oz. Per la prima volta, dal 2011, Robin Edizioni ha pubblicato tutti i quindici libri della serie, in gran parte inediti in italiano, accompagnati dalle illustrazioni originali di Lilia Munasypova, nella collana “La Biblioteca dei Figli”.

Il figlio ultimo di Andrea Imperiali

Il libro

Il figlio ultimo parla di due storie che si congiungono in un’unica storia ambientata tra gli anni Settanta e gli anni Zero. A Napoli, il curioso e ribelle Tommaso si sente più a casa nella giungla della città che nel giardino della sua nobile famiglia. A Milano, il solitario e tenace Renato lavora in pubblicità come creativo. Il figlio ultimo intreccia i travagliati percorsi interiori dei protagonisti con il destino collettivo di tanti giovani che, nati troppo tardi per le grandi contestazioni del secolo scorso, hanno inseguito trasgressioni e carriere per poi ritrovarsi invecchiati senza aver fatto sentire la loro voce.

L’Autore

Andrea Imperiali è nato a Napoli nel 1965. Negli ultimi trent’anni ha scritto per vivere. Oggi vive per scrivere.

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Incubi e sogni nel libro di Rab

Il libro di Rab è una serie di dipinti scritti a parole, in cui voci narranti si rincorrono, si intrecciano, si scavalcano riuscendo a dialogare con i sentimenti più profondi di ognuno.

La recensione di oggi riguarda un libro diverso dal solito. Il libro in questione è l’ultima pubblicazione di Rab, intitolata Incubi e sogni che giocano a fare l’amore, edito da Robin Edizioni.

Quando mi sono ritrovata a sfogliare il libro per la prima volta, credevo di avere tra le mani una raccolta di brevi racconti. Invece, non appena ho iniziato a leggerlo, mi sono resa conto che si trattava di tutt’altro. L’autore, Rab – pseudonimo letterario di Gabriele Schettino – è un giovane torinese con una forte passione per la scrittura. Tutto è partito dai social per poi approdare alla carta.

Incubi e sogni che giocano a fare l’amore è la sua ultima fatica letteraria, la cui connotazione principale è il dialogo. Non ci troviamo però di fronte al classico dialogo tra due personaggi, ma tra la voce narrante e il suo io più intimo.

Ogni capitolo – il libro ne conta in totale quindici – si suddivide in due parti. In una c’è una sorta di riflessione su uno specifico tema, che nell’altra parte si rende, in qualche modo, concreta in un dialogo, una sorta di scena reale, che ognuno potrebbe aver vissuto.

Nella quarta di copertina, in riferimento al libro, si legge che si tratta di una serie di dipinti scritti a parole, in cui voci narranti si rincorrono, si intrecciano, si scavalcano riuscendo a dialogare con i sentimenti più profondi di ognuno.

In effetti, la riflessione di Rab tocca il lettore, che si vede coinvolto nei pensieri, nelle sensazioni e nelle esperienze che le singole “scene” evocano.

A me è capitato qualche volta e se devo essere onesto di tanto in tanto mi capita ancora. Tempo fa avevo paura di scordarmi che suono avesse la tua voce. Di smarrirla per strada, di non ricordarla più e perdermi per sempre.

Nel cuore della riflessione c’è il binomio sogno-incubo. Dove inizia il primo e dove finisce l’altro? Non è facile definirlo, ma soprattutto perché sono due “realtà” estremamente individuali, anche se in entrambe si possono trovare delle matrici comuni.

I sogni non ci appartengono, dovremmo esserne consapevoli. Sono come le figurine che vengono appiccicate sugli scivoli dei bambini del parco. Appassite dalla pioggia smangiucchiate ai lati, dimenticate e ritrovate lì dopo anni.

Questi sono i sogni, qualcosa che ci resta appiccicato addosso e si deteriora, ma non scompare. E gli incubi, invece?

Gli incubi sono come un sacchetto della spesa che si impiglia tra i rami, portato lì da te.

L’incubo è una parte del sogno. Se non esiste l’uno non può esistere nemmeno l’altro e non si può rinunciare a tutto solo per evitare la parte sgradevole.

Il fatto è che mi sono fatto prendere dalla paura di perdere i sogni. (…) I sogni hanno bisogno di attenzioni, di essere trattati con cura e dedizione. Sono come le rose? Sì, quelle che piacciono tanto a nonna. Sono tali e quali. Ti ci buchi le mani, te li graffi, ma ne vale la pena. Perché quando li vedi sbocciare, poi, il mondo trova un senso.

Incubi e sogni che giocano a fare l’amore è un libro complesso, o meglio che mostra la complessità del sentire umano. È un libro che muove dall’esperienza concreta della vita, sulla quale è necessario riflettere, per trovare l’equilibrio tra il sogno e il suo corrispettivo incubo.