La più amata di Teresa Ciabatti è uno dei romanzi finalisti del Premio Strega 2017. Ad essere sinceri era tra i favoriti, ma il verdetto finale dei 660 finalisti le ha assegnato la medaglia d’argento con 119 preferenze. Come è nella tradizione del Premio, seguono nei giorni successivi i vari interventi di scrittori, giornalisti e lettori che esprimono il proprio parere sul vincitore o sui vinti. Anche quest’anno le polemiche non sono mancate, ma ad alimentarle sono stati proprio i protagonisti. La Ciabatti ha scritto un lungo articolo sul Corriere della Sera, esternando sentimenti e il proprio punto di vista rispetto al vincitore, che a sua volta ha mostrato incredulità sulla reazione della Ciabatti. Non entriamo nella questione e non per mancanza di coraggio nel prendere una posizione, ma semplicemente perché non ci interessa trattare la questione. A noi interessa la scrittura, la lettura, i libri e ciò che ci insegnano. Il resto lo lasciamo agli altri, soprattutto le ragioni dei vinti e dei vincitori, quando alimentano polemiche che danneggiano le persone, non ci interessano affatto. Quindi parliamo del romanzo.
La più amata, edito da Mondadori, si presenta come una autobiografia della stessa scrittrice. La protagonista è la figlia amata di Lorenzo Ciabatti, il primario dell’ospedale di Orbetello. Un uomo perbene per chi lo guarda da lontano, umile e generoso, un padre che adora Teresa, la sua bambina, ma che agli occhi dei familiari è un uomo dispotico e oppressivo. Quando ormai Teresa è cresciuta, diviene la ragazza ribelle che vuole conoscere ciò che tutti sembrano sapere, ma che in realtà tacciono. Lei vuole scoprire chi è veramente suo padre e inizia un percorso di ricostruzione per scoprire le cause che hanno generato la sua incompiutezza di donna. Teresa ha quarantaquattro anni e si sente fallita, ha la necessità di trovarsi e di capirsi e di sapere la verità sulla sua famiglia. Dice di se stessa la protagonista:
Mi chiamo Teresa Ciabatti, ho quarantaquattro anni, e a ventisei dalla sua morte decido di scoprire chi fosse davvero mio padre. Diventa la mia ossessione. Non ci dormo la notte, allontano amici e parenti, mi occupo solo di questo: indagare, ricordare, collegare. A quarantaquattro anni do la colpa a mio padre per quello che sono. Anaffettiva, discontinua, egoista, diffidente, ossessionata dal passato.
Teresa Ciabatti, personaggio letterario e donna reale, inizia questo percorso difficile, sofferto che alla fine non le garantirà di trovare nessun colpevole, ma solo una realtà da affrontare così com’è senza se e senza ma, perché la vita non è mai lineare.
Leggere questo libro significa farsi coinvolgere da una scrittura nervosa, che rispecchia il modo di essere della protagonista, la si ama, la si detesta in un turbinio di emozioni che vi terranno incollati alla lettura fino all’ultima parola.
