Jazz e morte, tra i locali di Harlem

Si dice che il lunedì sia il giorno peggiore della settimana e se veramente è così possiamo solo affrontarlo con una buona lettura.

Ho deciso, così, di parlarvi del libro di Valeria Biuso, Anche la morte ascolta il jazz, edito da Ianieri edizioni.

Questa volta vi porto in uno dei quartieri più famosi di New York, quello che è considerato la patria del jazz.

Avrete capito certamente che sto parlando di Harlem.

Qui, in un appartamento lurido e poco accogliente, vive Will.

Non avevo particolari esigenze da soddisfare: tutto ciò di cui avevo bisogno si limitava ad una libreria abbastanza resistente e uno scrittoio.

Frequentatore di locali in cui si suona musica jazz, Will è un disadattato.

William Brooks, giovane e incompreso recensore letterario del P.R., la rivista più impegnativa e culturalmente emancipata di New York.

Lavora presso questo giornale e aspira a scrivere il suo primo romanzo:

Perché avevo detto a Noah di essere uno scrittore? Perché mai continuavo a definirmi a quel modo? Per pigrizia e abitudine, più che altro. Da quando alle elementari avevo vinto uno stupido premio di poesia, avevo cominciato a credere di potermi abrogare quel titolo. Si, ero stato un ragazzino vanitoso, pieno di sé.

Will tenta, in realtà, di scrivere il suo romanzo, ma sembra essere privo di una qualche forma di slancio anche emotivo. Capiamo subito quanto sia insoddisfatto della sua vita e del suo lavoro a tal punto da definirsi un ‘fallito’.

Intorno a Will gravitano una serie di personaggi, più o meno importanti, a cominciare da Dahlia, con cui ha una relazione complicata.

Finita la storia con Dahlia, Will conosce Tine, ma le cose non vanno meglio, anzi peggiorano proprio a causa di Will.

Altro personaggio emblematico è Noah Tats.

Incontriamo subito Noah nel romanzo e ritornerà nella vicenda sempre in maniera del tutto inaspettata.

Noah sembra conoscere bene Will e la sua famiglia, ma il nostro protagonista non riuscirà a capire la sua vera ‘identità di morte’.

Tutti questi personaggi hanno il duplice scopo non solo di dare sviluppo alla vicenda, ma sono anche il pretesto per l’autrice di mostrarci uno spaccato sociale ben chiaro.

Ambientato a fine anni ’40 del ‘900, Valeria Biuso ci regala, con questo romanzo, una analisi precisa e puntuale di una generazione che ha vissuto una stagione importante del jazz, ma anche la faccia buia di una città tra alcol, droga, misticismi e ideologie a metà strada tra filosofia e religione.

Valeria Biuso compie un importante lavoro di ricostruzione di una generazione che rigettava il conformismo, a che di fatto non ha trovato quello slancio tale da potersi affrancare da dipendenze e vizi di ogni genere.

Anche la morte ascolta il jazz è un romanzo accurato, ricco di citazioni, e ben scritto.

Lo amerete o lo odierete Will, antieroe per eccellenza, ma non potrete negare l’efficacia della scrittura di Valeria Biuso che ha saputo ricostruire perfettamente le notti jazz dei peggiori locali di Harlem.

Rispondi

Inserisci i tuoi dati qui sotto o clicca su un'icona per effettuare l'accesso:

Logo di WordPress.com

Stai commentando usando il tuo account WordPress.com. Chiudi sessione /  Modifica )

Foto Twitter

Stai commentando usando il tuo account Twitter. Chiudi sessione /  Modifica )

Foto di Facebook

Stai commentando usando il tuo account Facebook. Chiudi sessione /  Modifica )

Connessione a %s...