Sirene

È nel XII canto dell’Odissea di Omero che, per la prima volta, le sirene fanno la loro apparizione in un’opera letteraria. Intorno a queste figure leggendarie si sono sviluppati miti che, fin dall’antichità, hanno alimentato l’immaginazione dell’uomo, al punto da condurlo a renderle degli esseri quasi reali. A loro si attribuiscono doti ammaliatrici; ascoltando il loro canto nessun essere umano riuscirebbe a resistere, cadendo, inevitabilmente, nella loro trappola. Seguendo il loro canto sensuale, il malcapitato andrebbe incontro solo alla morte. Pochi sono gli uomini sopravvissuti al loro richiamo.

Ulisse e le Sirene. Decorazione di un vaso ateniese, tardo VII-primo V secolo a.C. British Museum, Londra
Ulisse e le Sirene. Decorazione di un vaso ateniese, tardo VII-primo V secolo a.C. British Museum, Londra

Oltre ai leggendari Argonauti, l’episodio più famoso è quello di Ulisse che, seguendo il consiglio della maga Circe, riempì di cera le orecchie dei suoi compagni e facendosi legare all’albero della nave, riuscì a superare la tentazione di buttarsi in mare per seguirle. Nonostante la voce incantatrice, le sirene non avevano un aspetto così piacevole. L’idea che oggi abbiamo di una sirena corrisponde ad una immagine gradevole: una bella ragazza con una voce e un corpo seducente, sebbene abbiano, al posto delle gambe, la coda di un pesce. Esse vivrebbero nei mari caldi, pronte ad allietare con canti i marinai che attraversano i luoghi in cui dimorano. In origine, però, l’aspetto delle sirene non era poi così grazioso: il fascino della loro voce non corrispondeva ad un aspetto altrettanto affascinante. Nel mito greco esse sono delle creature composte dal corpo di un uccello e dalla testa di donna, ma non è finita qui. Le sirene non erano esseri benevoli, anzi erano divinità dei morti come le Arpie o le Erinni, potevano favorire chi era in grado di placarle, ma, in generale, cercavano di indurre i malcapitati marinai, che si trovavano a navigare nelle loro acque, a raggiungere il mondo dei morti, l’oltretomba. C’è chi sostiene che l’aspetto di uccello, che la cultura greca attribuisce alle sirene, sia stato ispirato dalla raffigurazione egizia di Ba, ovvero l’anima dei morti che cercava di attirare a sé l’anima dei vivi. Dagli egizi, infatti, essa è rappresentata con il corpo di uccello e testa umana. È nel Medio Evo che si modifica l’iconografia della sirena. Essa diventa una creatura marina come è descritta nel Liber Monstrorum (Libro dei mostri), un bestiaio, ovvero un libro nel quale sono indicati, con la relativa rappresentazione iconografica, tutti i mostri della tradizione popolare. L’opera fu scritta nell’VIII secolo circa e l’autore risulta anonimo, anche se c’è chi lo ha attribuito al monaco inglese Aldelmo di Malmesbury. L’origine della sirena, come la conosciamo noi oggi, risalirebbe quindi alle leggende celtiche o anglosassoni. Qualsiasi sia la loro origine e la loro attività, le sirene hanno conquistato il nostro immaginario, trasmettendoci valori positivi.

E. Munch, La donna del Mare
E. Munch, La donna del Mare

Esse hanno ispirato artisti in ogni epoca e nei diversi campi, come Petrarca, Bembo, Shakespeare, Wagner, Munch e non ultimo Andersen, grazie al quale abbiamo la famosa favola della Sirenetta che ha ispirato il celebre capolavoro della Walt Disney.

Helen Stratton, Illustrazione del 1899
Helen Stratton, Illustrazione del 1899

A chi voglia intraprendere un viaggio in mare e desidera ascoltare il bellissimo canto delle sirene, suggeriamo di recarsi nei pressi delle Isole Sirenuse, che da secoli sono considerate la loro dimora. Buona navigazione!

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