Giuliano è il sole; Lorenzo il cielo, mare e terra. Sono giovani, colti, carismatici e ammirati entrambi quando diventano principi di Firenze.

Queste sono le prime parole che si leggono nella sinossi del libro di Adriana Assini, Giuliano e Lorenzo. La primavera dei Medici, edito da Scrittura e Scritture. Come dare loro torto! Lorenzo il Magnifico e suo fratello Giuliano sono i fiori migliori della famiglia Medici, ormai considerati dei veri e propri miti.

Il racconto che ci viene fatto in questo romanzo riguarda i fratelli Medici e la storia della Firenze rinascimentale, ma non li vede direttamente sulla scena come protagonisti. Infatti, conosciamo la loro storia attraverso il racconto di Cosma, un giovane dottore in legge che si invaghisce di Beatrice, la moglie del mercante Giotto Torreggiani. Ospiti in casa del mercante, Cosma e il suo amico pittore Maso raccontano ai coniugi Torreggiani, rientrati a Firenze dopo un lungo soggiorno sul Bosforo, le vicende politiche e umane sviluppatesi intorno alla famiglia Medici.

Domenica dopo domenica, la narrazione si fa sempre più avvincente, in un climax ascendente che tocca il suo culmine con la narrazione della morte di Giuliano nella famosa congiura dei Pazzi. Il racconto, tuttavia, non è una semplice narrazione di eventi del passato. Siamo a pochi anni di distanza dalla morte di Lorenzo e all’indomani dei funerali del suo grande amico Sandro Botticelli, ma il segno che i Medici hanno lasciato a Firenze è ancora forte e visibile nelle innumerevoli opere d’arte commissionate.

Qui, da mezzo secolo, i fatti più rilevanti recano il tratto distintivo dei Medici. Salvo le flessioni dell’ultimo decennio, la potentissima dinastia di banchieri era stata un corpo unico con la città sull’Arno, favorendo la carriera di prosperevoli artisti, compreso il Botticelli.

Nel racconto, quindi, abbiamo la possibilità di ricostruire i contorni di questi due uomini, compresi dei lati oscuri.

Lorenzo il Magnifico raffigurato da Bronzino

Il Magnifico non passava di certo inosservato. Impossibile confonderlo con chicchessia, con quella sua mascella larga, il naso schiacciato, le sopracciglia folte come piccole selve. Uguale a nessun’altra, la sua voce roca. E indosso, more solito, il lucco vermiglio, distinto ma privo di ornamenti. Alla buona nei modi, ma sofisticato nel pensiero, all’occorrenza non disprezzava di disputare una partita a cricca o a tri-trac col mugnaio, scambiando qualche opinione con le persone più umili, proprio lui che dissertava di sofisticherie con Ficino, e che apprendeva da un Michelangelo in erba che la scolpitura si faceva “per via di levare” e non “per via di porre”, come per la pittura.

Lorenzo si era circondato di grandi intellettuali ed artisti, era un abile politico, amante del poetare, difettava nei conti. Infatti, il banco era spesso in difficoltà e bisognava occultare gli ammanchi con astuzie che spesso gli crearono non pochi problemi. Sposandosi con Clarice Orsini, con la quali vi erano distanze affettive notevoli, Lorenzo si aprì una strada verso la corte pontificia, da cui trasse dei vantaggi.

Giuliano de Medici raffigurato da Sandro Botticelli

Di altro temperamento era suo fratello Giuliano. Pare possedesse tutte le qualità di un adone e un carattere piacevole. Astuto come il fratello, per alcuni di più di Lorenzo, lavorò con lui alla grandezza della famiglia, ma di lui si ricorda il suo amore per le belle donne, tra cui l’affascinante Simonetta Cattaneo Vespucci; pare non mancasse di gareggiare con il fratello, in un confronto che però mai sfociò in rivalità.

Simonetta Cattaneo Vespucci dipinta da Sandro Botticelli, di cui fu musa ispiratrice

Grazie al racconto di Cosma assistiamo ad una vera e propria ricostruzione dei fatti più importanti dell’Italia a cavallo tra il XV e il XVI secolo, dove delicati equilibri politici si giocavano a colpi di alleanze e tradimenti. A rendere questo libro ancora più appetitoso è la tresca amorosa che Cosma, nel suo emozionante racconto, sta tessendo con Beatrice, che ricambia senza remore.

Adriana Assiri conferma, con questo libro, la sua grande dote di romanziera. Ha saputo coniugare alla perfezione verità e invenzione, consegnandoci un libro bello, coinvolgente, che insegna e fa riflettere su questioni più che mai attuali.

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